Un Assaggio di Marocco - Marocco e Mango, 1° Capitolo

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ssyn3
view post Posted on 13/10/2006, 22:12




UN ASSAGGIO DI MAROCCO

AUTRICE: LadyJackyl
RATING: NC-17
PERSONAGGI: Colin Farrell, Jared Leto, Jonathan Rhys-Meyers, Francisco Bosch, Gary Stretch, Angelina Jolie, Val Kilmer, Rory McCaan, Rosario Dawson, Oliver Stone
ACCOPPIATE: Colin/Jared, Jonathan/Francisco
CONTENUTI: sesso m/m, umorismo
DESCRIZIONE: durante le riprese di Alexander, Jared porta Colin in una selvaggia cavalcata sessuale da Marrakech al deserto del Sahara e oltre.
DICHIARAZIONE: tutti gli eventi sono interamente finzione e non sono intesi a riflettere la vera natura, personalità o le preferenze sessuali delle persone coinvolte.
TRADUZIONE: ssyn3


MAROCCO E MANGO

“Pensavo che fossimo qui per imparare le nostre battute!” gridò Colin al di sopra della confusione. “Non è per questo che avete tutti fatto irruzione in camera mia così dannatamente presto questa mattina?” Fece ondeggiare le pagine del copione senza speranza e fu ricompensato con un cuscino in faccia. “Figlio di puttana!” Ci fu uno scroscio di risate.
La spaziosa stanza di Colin nell’hotel più vecchio e grandioso in cui avesse mai soggiornato, situato sulla spiaggia del Mar Mediterraneo nell’incantevole Melilla, in Marocco, aveva anche il letto più grande in cui avesse mai dormito. Di notte gli sembrava talmente grande da farlo diventare paranoico, forzandolo a dormire da un lato con i cuscini ammonticchiati attorno al corpo. Alla mattina il letto era la sua rovina, come lo era la porta comunicante con la suite di fianco alla sua.
Jared era arrivato furtivamente con il sole che a malapena faceva capolino all’orizzonte, il che era prevedibile – Jared si divertiva a giocare tiri mancini e Colin era preparato. Quello che non si era aspettato era che si fosse portato dei rinforzi e vide tutto questo come un atto di guerra proprio come avrebbe fatto Alessandro. Una volta riuscito a liberarsi delle lenzuola in cui l’avevano intrappolato, inveì contro i traditori.
“Jonny!” gridò al suo amico irlandese, che era piegato in due dalle risate come anche Jared. “Ok, da te me lo sarei dovuto aspettare, ma Francisco?” Colin scosse la testa all’indirizzo della flessuosa bellezza spagnola che stava ridendo con gli altri. “Tu dovresti essere quello buono!”
Egli disse qualcosa in spagnolo che Colin non riuscì ad afferrare completamente, poi sorrise trionfante. “Jared mi ha pagato,” disse col suo accento melodico.
Il letto poteva contenere facilmente quattro, forse cinque persone se ci si stringeva – ma in qualche modo loro tre riuscivano ad occupare tutto lo spazio extra. Avevano portato i loro copioni in buona fede, ma solo Colin stava stringendo in mano il suo al momento. Jared aveva portato una radio e aveva trovato una stazione che trasmetteva musica pop americana. Aveva alzato il volume così tanto che Colin era contento che i muri fossero spessi. Oliver non sarebbe stato contento se si fossero fatti cacciare dall’hotel più chic del Marocco.
Jonathan si era piazzato comodamente sull’altro lato del letto, appoggiato ad una montagna di cuscini come fosse il Principe dell’Arroganza in persona. Indossava una canottiera bianca e aveva i capelli arruffati sciolti sulle spalle ed era momentaneamente intrattenuto da Jared che stava ballando sul letto. Jared indossava solo un paio di pantaloni cascanti del pigiama, blu scuro, che stavano quasi per scivolargli giù dai fianchi sottili, così tanto che Colin continuava ad avere visioni del suo pube quando si girava. Aveva i capelli sciolti e selvaggi che gli ricadevano sul viso e sulle spalle. Francisco, dalla sua prima cospirazione, ora era l’unico che si stava comportando bene. Sedeva a gambe incrociate vicino ai piedi di Jonathan, vestito di un bel paio di pantaloni di seta neri con le cuciture a vista. I capelli erano un casino ma lo rendevano affascinante più che trasandato.
“Dai!” Jared allungò una mano e tirò su Francisco prendendolo per un polso. “Sei tu il ballerino! Vieni qui con me!”
Francisco sorrise e si alzò. Fu chiaro solo dopo qualche minuto chi avesse più grazia. Nonostante la musica chiaramente inappropriata per qualcuno con le sue capacità, il corpo di Francisco sembrava liquido e si muoveva armoniosamente. Ma Colin non poteva dire quale vista preferiva di più. C’era qualcosa che andava detto sul modo in cui Jared stava muovendo i fianchi, in movimenti circolari e lenti che gli facevano scivolare i pantaloni. Francisco si muoveva meglio, ma era completamente vestito.
Jonathan cominciò ad incitarli e a dare loro suggerimenti osceni, mentre Colin cercava di studiare il suo copione di nuovo. Le parole scorrevano via tutte insieme, cosicché non riusciva a provare la sua parte. Era come un pigiama party infernale. Incoraggiato dalle risate, Jared montò la spessa testiera intagliata ai piedi del letto e la usò come un palo da strip. Colin aveva visto di peggio nei clubs, doveva ammetterlo. Jared fece un giro mortale con una gamba allacciata al palo e finì per atterrare sul letto, sulla schiena.
“Che cosa gli hai insegnato!” gridò Jonathan deliziato a Francisco.
Francisco stava ridendo. “Non quello!”
A Colin non sfuggì il modo in cui Jonathan guardava adorante Francisco, questa mattina o in qualsiasi altra occasione da quando si erano incontrati. Colin sorrise e cercò di trovare le sue battute sul copione.
Jared si rialzò e ricominciò a ballare. Francisco lo stava guardando e cominciò ad imitare i suoi movimenti logoranti. Era quasi troppo elegante per riuscirci. Jonathan si alzò a sedere e cominciò a schioccare le dita cantando “Dancing Queen” in un orribile falsetto.
Jared continuò a battere il piede contro la gamba di Colin e questi pensò che fosse accidentale finché non successe per la terza volta. Colin alzò lo sguardo su di lui, accigliato e Jared gli sorrise. Jonathan allungò una mano e spense la radio quando la canzone terminò.
“Bastardo!” gridò Jared all’improvviso. “Colin ha ancora bisogno di essere svegliato!”
Colin gridò e cercò di salvare il copione dall’imminente attacco di Jared. Jared gli ricadde addosso caldo e sudato, i capelli finirono sul viso di Colin, profumando intensamente di shampoo. Lottarono e miagolarono, intrappolandosi nelle lenzuola. Nessun altro si unì alla lotta, preferendo invece ridere. Jonathan si lamentò ad alta voce che Jared lo stava calciando in un fianco e lo colpì sulla schiena. Colin dovette ridere mentre veniva solleticato, pizzicato e colpito, infine riuscì a scrollarsi di dosso Jared con grande sforzo e questi finì sdraiato tra Colin e Jonathan con un sospiro trionfante. Aveva i capelli su tutto il viso.
Jonathan tornò a scivolare sul suo cuscino e si girò verso Jared. Cominciò a spostargli i capelli dal viso. “Aw, ti ha fatto male, bell’Efestione?” tubò Jonathan.
“Lui!” Colin ritrovò il copione, il segno ora irrimediabilmente perduto. “Lui mi ha attaccato!”
Francisco era di nuovo seduto graziosamente accanto ai piedi di Jonathan, sorridente. Forse, non era proprio abituato alla rudezza con cui si trattavano come lo erano loro. Ma era chiaro che era un bravo ragazzo e Colin desiderava che si integrasse.
Jared rimase nel suo posto, coccolato da Jonathan, così vicino a Colin che questi poteva sentire il suo calore. Profumava vagamente di sapone e sudore, con un tocco di deodorante come sottofondo.
“Ecco,” Colin fece ondeggiare il copione in faccia a Jared. “Dovremmo provare le nostre battute.” Jonathan aveva il mento appoggiato alla sommità del capo di Jared al momento, anche se i suoi occhi ed il suo lieve sorriso erano incentrati su Francisco. Jared stava quasi facendo le fusa.
“Conosco tutte le mie battute,” Jared colpì con uno schiaffo il copione.
“Oh davvero,” Colin fece scorrere le pagine. “Proviamone qualcuna allora, vuoi?” Trovò alcune battute che dovevano recitare assieme, quelle che avrebbero dovuto pronunciare su di un balcone a Babilonia. Era una scena che doveva mostrare la profondità della loro relazione. Colin lesse la sua battuta, poi guardò Jared con aspettativa.
Jared esitò e Jonathan ridacchiò. Poi Jared sciorinò tutta la sua battuta, completa di accento anche se senza troppa emozione.
“Fortuna,” Colin girò la pagina, ne lesse altre e aspettò di nuovo.
Jared andò bene all’inizio, poi andò scemando. “Non c’è amore... um... nella tua... uh... qualcosa, qualcosa, qualcosa.”
Jonathan irruppe in una risata e Francisco sorrise.
“Esatto,” Colin colpì il copione con le dita, “E’ esattamente così che dice. Qualcosa, qualcosa, qualcosa.” Jared stava ridacchiando. “E’ così poetico. Preso direttamente da Omero.”
Jared colpì di nuovo il copione di Colin, facendolo accigliare. Pizzicò un orecchio di Jared e questi sussultò. “Voi ragazzi formate una coppia così carina,” li informò Jonathan.
Colin lo ignorò e rivolse lo sguardo a Francisco. “Dì loro quanto è importante lo studio.”
Francisco allargò le sue mani eleganti e sorrise. “Io non ho battute.”
Jonathan e Jared risero ancor più fragorosamente dopo questa risposta. Jared allargò le braccia verso di lui. “Ti amo bambino! Vieni da me.”
Francisco sorrise e gattonò verso Jared, che lo attirò sopra di sé e fece un gran spettacolo, abbracciandolo e strapazzandolo. Colin si accigliò a tutto quel dimenarsi e saltellare ma sospettò che Jared lo stesse facendo per avvicinare Francisco a Jonathan – cosa che fece davvero rotolando su un fianco con le braccia strette attorno a Francisco, depositando quest’ultimo fra loro due. Colin annusò furtivamente Francisco mentre veniva fatto rotolare via. Sapeva di buono, residui di qualche colonia esotica o di shampoo o di qualcosa.
“Francisco deve lavorare più duramente di tutti noi!” Jonathan ora stava accarezzando i capelli di Francisco. Questi era intrappolato tra di lui e Jared e sembrava un po’ nervoso. Questo significava che Jared era buttato contro Colin. Colin non si mosse e fece finta di non averlo notato. “Deve danzare,” disse Jonathan.
“Per Alexander,” Jared voltò il capo, quasi sottosopra per guardare Colin, mettendo un accento esagerato sulle proprie parole.
“Per Alexander,” gli fece eco Jonathan.
Colin grugnì e si tirò le coperte sul viso. Ci furono delle risatine, poi qualcuno gli tirò improvvisamente i capelli. “Hey!”
“Possiamo ancora vederti,” disse Jared. “Possiamo indovinare che sei tu da quella pessima tinta.” Risate ancora più forti seguirono questa frase.
“Hey!” Colin tolse velocemente le lenzuola, accigliandosi. “Non me la sono fatta da solo! È per la parte!”
All’improvviso Jonathan si sedette e gli si mozzò il respiro. “Oh mio Dio, amo questa canzone.” Disse con malinconia. Alzò il volume, poi scalciò le coperte e si alzò in piedi sul materasso.
“Se la ami così tanto, perchè non te la sposi?” disse Jared.
Jonathan lo guardò con una smorfia, dondolandosi sui piedi. “Perchè tu e Alessandro non vi date da fare sotto le lenzuola?”
Jared ridacchiò e lanciò uno sguardo obliquo a Colin. Colin lo guardò a sua volta. Jonathan si abbassò verso Francisco e gli prese la mano, tirando. “Balli con me?” Disse dolcemente.
Colin studiò di nuovo il suo copione, ma scambiò un sorriso compiaciuto con Jared mentre gli altri due cominciarono una specie di danza dondolante alla fine del letto. Francisco sorrideva leggermente. Jonathan sembrava un adolescente terrorizzato al ballo della scuola che non sapeva dove mettere le mani.
“Dai,” Colin passò a Jared il copione. “Facciamo pratica.”
Jared prese il copione, gli lanciò un’occhiata e poi lo gettò a lato del letto sopra Colin. Questi emise un sospiro lungo e sofferente. Non aveva voglia di litigare però, ed era troppo distratto. Si sistemò su di un fianco, scivolando sui cuscini cosicché la sua bocca era vicina all’orecchio di Jared. Jared stava osservando gli altri due.
“Tu fallirai miseramente come attore,” mormorò Colin.
Jared ridacchiò e girò il viso verso di lui. “Non m’importa,” disse con sufficienza, “ho la mia carriera musicale.”
“Non sei forse il più fortunato di tutti?” sorrise Colin. Jared non distolse il viso. Colin lo stava fissando negli occhi mentre una sdolcinata canzone pop faceva da sottofondo. Era stranamente ironico, in questa grande stanza, in questo grande letto in un luogo immerso in millenni di storia. Colin sentì quasi come se dovesse dire qualcosa di poetico, come avrebbe fatto Alessandro.
Era comunque impossibile dire qualsiasi cosa. Jared aveva gli occhi incredibilmente blu e quando Colin li fissava per troppo tempo, dimenticava tutto – la stanza attorno a lui, le sue battute, il fatto che si supponeva che fosse etero. Beh, eccetto per quell’unica volta a scuola, ma quale ragazzino non fa degli esperimenti? E quella volta a New York certo, ma era una festa e lui era ubriaco. E a Londra, in quel pub – merda. Beh, era quasi sicuro che non si potesse considerare omosessualità se l’oggetto maschile in questione era più carino di qualsiasi donna.
Jared alla fine interruppe il contatto visivo, tornando ad osservare gli altri due. Anche Colin li osservò. Jonathan era rivolto verso di loro, il mento appoggiato alla spalla di Francisco. Lanciò loro un’occhiata del tipo “cosa faccio adesso?” Del tutto spontaneamente, Colin e Jared simultaneamente sorrisero e gli diedero un pollice alto.
Continuando a sorridere, Jared rotolò su di un fianco fronteggiando Colin. Stava al di sopra delle lenzuola e Colin sotto, ma questi riusciva a sentire il suo corpo attraverso la stoffa. Sperò che fossero abbastanza spesse da non permettere a Jared di sentirlo tra un momento.
“Ti piace il Marocco?” gli chiese Jared lievemente. Si stavano di nuovo guardando negli occhi, i visi così vicini che Colin poteva sentire il respiro di Jared sul mento. Il letto si muoveva leggermente vicino ai piedi di Colin, dove gli altri due stavano ballando.
“E’ bellissimo,” disse Colin, alla stessa maniera.
“Che cosa ti piace di più?” Jared si avvicinò ancora un po’.
“Um...” Colin cercò di pensare. Marocco. Si. Di che parlavano? “L’acqua.”
Jared rise. Aveva labbra che sembravano incredibilmente morbide. “La spiaggia qui a Melilla?”
“Si. È carina.” Colin si avvicinò pure, ancora più felice ora che Jared non si trovasse sotto le coperte con lui. “E’ così... blu. L’acqua. E i tuoi occhi.” Cercava di sembrare sciolto, anche se quando lo disse sembrava tutto tranne quello.
Jared rise di nuovo, le sue lunghe ciglia fluttuarono. Da qualche parte, in sottofondo, la canzone era finita. Il letto si abbassò quando Francisco ne scese.
“Torno subito,” disse con un sorriso mentre si dirigeva verso il bagno, i piedi nudi che producevano un suono ovattato sulle mattonelle nere e bianche. Jonathan si arrampicò verso Jared e Colin, appoggiandosi di traverso sulle loro gambe.
“Stiamo facendo le prove per la nostra scena d’amore?” Era chiaramente inebriato ed eccitato. “Aw, bacini, bacini! Bacini, bacini, avanti!” Cominciò a provare a far collidere i loro visi.
“Non abbiamo una scena d’amore!” rise Jared, dimenandosi e spingendo Jonathan. “Perchè non la smetti di fare progetti!”
“Cosa vorresti dire con questo?” Jonathan gattonò via da loro, assicurandosi di rifilare ad entrambi un calcio accidentale.
“Che cosa significa?” lo canzonò Colin. “Significa smettila di vivere i tuoi sogni erotici attraverso noi.” Fece allusivamente un cenno con la testa verso la porta del bagno.
Jonathan arrossì. Colin vide un punto in cui colpirlo, e nel profondo, difendendo la sua mascolinità. “Dovresti entrare a vedere se ha bisogno d’aiuto.”
“Si,” Jared prese la palla al balzo, avendo forse bisogno di difendere qualcosa a sua volta. “Entra dentro e scopatelo sul lavandino.” Jared cominciò a spingere i fianchi in maniera lasciva, il che fece trattenere il respiro a Colin. “Entra dentro e dacci dentro!”
“Shhh!” Jonathan sibilò verso di loro. “Dio, voi due siete dei fottuti pervertiti.”
“Tu sai che lo vuoi.” La voce di Colin era un po’ rauca per via del movimento di fianchi di prima, che accidentalmente aveva preso luogo contro di lui. “Vai a chiedergli se vuole un po’ d’Irlandese dentro di lui.” Colin gli fece l’occhiolino.
“Oh mio Dio,” Jonathan gattonò verso il bordo del letto e si alzò. “Non posso rimanere seduto qui e lasciare che le mie vergini orecchie vengano violentate.”
“Non dire cose del genere,” disse Jared. “Mi fanno venire voglia di infilarti l’uccello nell’orecchio.”
Jonthan alzò gli occhi al cielo. Trovò le ciabatte e se le infilò.
“Sono serio!” Jared emise un gemito finto, che ebbe un effetto anche maggiore sulle parti basse di Colin, più della faccenda della spinta di fianchi. “Dio, le tue orecchie mi eccitano così fottutamente tanto.”
Jonathan fece un gesto rude all’indirizzo di Jared e questi ridacchiò. Jonathan si voltò, esitò un momento e poi lanciò uno sguardo verso la porta del bagno. Poi ciabattò in quella direzione.
“Oh mio Dio,” sussultò Jared. “Ci vai davvero?”
Jonathan agitò una mano verso di loro distrattamente e inclinò la testa verso la porta. Colin fece una risata. “Che fai Jonny? Lo ascolti mentre fa la pipì?” Anche Jared cominciò a ridere e Jonathan si accigliò e agitò la mano rabbiosamente. “Hai delle perversioni peggiori di quelle di Jared.” Disse Colin. Lui e Jared presero a ridacchiare e ridacchiare.
“L’acqua sta scorrendo,” Jonathan rivolse loro uno sguardo scuro mentre tornava verso il letto. “Forse sta usando la tua doccia.”
“Il sesso sotto la doccia e così sexy,” disse Jared. “Voglio dire, con l’acqua e le piastrelle e il sapone, è tutto scivoloso, diventa più facile fare certe cose. Diventa tutto scivoloso e lubrificato...”
Colin fece scivolare più stoffa sul suo inguine, furtivamente.
“Forse è andato a farsi una sega,” suggerì Colin, pensando che era un’idea maledettamente buona, al momento. “Forse l’hai eccitato tutto con quella danza.”
Jonathan era in piedi alla fine del letto, le mani appoggiate alla testiera intagliata, osservandoli. “Voi ragazzi siete così divertenti, siete sicuri che questo film non diventi una commedia?”
Proprio allora la porta del bagno si aprì e tutti cercarono di sembrare innocenti e di non ridere. Jonathan si guardò attorno, sorridendo a Francisco mentre questi si avvicinava ai piedi del letto.
“Allora, andiamo a fare colazione?” Francisco spostò lo sguardo su tutti.
“Si,” Jonathan batté la mano sulla testiera. “Avanti arpie, fuori dal letto! È ora di cibo!”
Colin sentì un’ondata di panico. Lanciò un’occhiata di lato, verso Jared. Jared ridacchiò e rotolò un po’ verso Colin, nascondendo a metà il viso nel cuscino. Sussurrò. “Merda.”
“Cosa?” Colin deglutì, cercando di pensare a cose non sexy. Gattini, prati verdi, castelli di sabbia, Val Kilmer in infradito che mangia burro d’arachidi.
“Non posso alzarmi adesso,” sussurrò Jared. “Avrò bisogno di un minuto.”
Pensare che nemmeno Jared poteva alzarsi, non finì di certo nella colonna delle cose non sexy. In effetti, peggiorò solo le cose.
“Veniamo,” disse Colin. O ne avremmo bisogno. “Andate a vestirvi. Ci vediamo di sotto.”
Jonathan alzò un sopracciglio al loro indirizzo con un sogghigno. “Avete esattamente quindici minuti. Esattamente.”
Una volta che se ne furono andati, Colin guardò Jared esitante. Questi alzò il viso dal cuscino e sorrise. Sembrava a suo agio come sempre. Jared non si innervosiva mai.
“Ti senti imbarazzato?” gli chiese Jared.
“Un po’,” ammise Colin. Rotolò sulla schiena, dato che le coperte dissimulavano le sue condizioni. “Voglio dire, è fottutamente imbarazzante, no?”
“Non sentirti imbarazzato per quanto mi riguarda,” Jared fece spallucce, i capelli che gli scivolarono sulle spalle. “E’ un complimento. È lusinghiero.”
“Probabilmente è perchè eravamo sdraiati in quel modo. La vicinanza e tutto il resto.” Colin non riusciva a capire perchè sentisse il bisogno di spiegarsi.
Jared rise sommessamente. “Allora non sono sexy?”
“Non ho detto questo,” Colin lo guardò, la preoccupazione mutata in ansietà. “Mi dispiace, non intendevo quello.”
“Allora,” Jared lanciò un’occhiata attorno al letto, poi tornò a guardare Colin. “Ci alziamo e basta? Dico, sappiamo entrambi che l’altro ha un’erezione quindi, importa davvero così tanto?” Perchè non ci alziamo e io andrò nella mia stanza e mi vestirò e tu potrai vestirti è morta lì?”
Sembrava così ragionevole che Colin non poté far altro che concordare. “Va bene.” Annuì, poi dopo un momento si alzò a sedere. Lanciò un’occhiata all’orologio da tavolo, chiedendosi quanto in fretta poteva riuscire a vestirsi se prima si fosse fatto una sega veloce.
Jared si alzò a sedere e scese dal letto. Colin evitò di guardarlo mentre si toglieva le coperte di dosso e cercava le ciabatte oltre il bordo del letto. I suoi pantaloncini erano imbarazzantemente tesi. Continuò a rimanere piegato in avanti.
Jared lo sorprese arrivandogli davanti. Gli occhi di Colin corsero istantaneamente al gonfiore nei pantaloni del pigiama di Jared. Poi alzò lo sguardo sul suo viso, cercando di non arrossire troppo. Jared gli rivolse un sorriso leggero e poi si piegò in avanti, prendendo qualcosa dal comodino. “Il mio orologio,” disse sommessamente. Poi si voltò e si diresse verso la porta che connetteva le loro camere, non camminando affatto come uno che avesse un’erezione impressionante. Rivolse a Colin uno sguardo da sopra la spalla prima di scivolare attraverso la porta.
Gli servirono giusto tre minuti per venire. Colin ebbe un sacco di tempo per vestirsi.

Un paio di giorni dopo, Colin stava seduto sulla sua sedia sul set, sorseggiando tè al limone e osservando il copione. Faceva caldo, anche sotto alle tende impiantate apposta per gli attori e desiderava davvero che il tè fosse una birra, o un buon whisky. Era in costume, il che rendeva le cose ancora più bollenti. Jared sedeva di fianco a lui, strizzando gli occhi alla luce del sole mentre osservava la troupe lavorare. Anche lui era in costume.
“Quanto spesso pensi che i nostri personaggi facessero sesso?” chiese Jared.
Colin aveva la tazza a metà strada verso la sua bocca e si fermò, alzando gli occhi dal copione. Jared lo stava osservando abbastanza seriamente. Colin lo aveva stuzzicato prima per tutto quell’eyeliner, ma in verità pensava che facesse sembrare i suoi occhi ancora più grandi e belli. Anche Colin ne aveva, ma i suoi occhi erano scuri e non risaltavano così tanto.
“Concentrati sulla scena.”
“Sono serio,” disse Jared. “Quanto spesso pensi che facessero sesso? Penso sia una fatto importante da considerare se vogliamo interpretare i nostri personaggi a dovere.”
Colin ci pensò per un momento. Abbassò lo sguardo sul suo tè, poi lo appoggiò sul bracciolo della sedia. “Non so,” fece spallucce. “Sono stati insieme per lungo tempo. Sembra che il sesso venga deplorevolmente a mancare nelle relazioni a lungo termine.” Colin sogghignò. “Così mi hanno detto.”
Jared annuì. “Pensi sia per questo che Alessandro si prese un amante?” Jared lanciò un’occhiata a Francisco, fuori dalla tenda. Non doveva girare oggi, ma Jonathan si e sembrava che ultimamente fossero come gemelli siamesi. Erano uno spettacolo divertente, mentre se ne stavano in piedi a parlare. Jonathan era in costume e Francisco indossava jeans e una camicia bianca. Si era alzata un pochino, rivelando sprazzi di fianchi sottili.
“Forse,” Colin prese un sorso di tè. Gli piaceva tenere la bocca umida prima di girare scene in cui doveva parlare molto. “Forse era stufo di Efestione e aveva bisogno di sederi giovani e freschi.”
“Allora, pensi che forse lo facessero una volta al mese?”
“Non pensavo così spesso,” Colin non riusciva a credere a quanto seriamente stesse prendendo questa discussione. “Non si vedevano neanche tanto spesso, erano sempre in giro a fare cose separate e Alessandro aveva così tanti doveri. Efestione a volte partiva per condurre campagne separate, sono sicuro.”
“Scommetto che questo gli impediva di annoiarsi l’uno dell’altro, allora, come hai detto tu.” Jared scivolò più in basso nella sedia. Aveva le gambe accavallate e torse il piede che penzolava. “Scommetto che quando riuscivano infine ad avere una notte tutta per loro, strappavano le coperte dal letto.” Emise un grugnito profondo.
Colin ridacchiò. “Forse, c’era un sacco di sesso pronto per loro, ogni qual volta lo desideravano, però.”
“Ah, ma loro non lo volevano. Loro si amavano. E Alessandro era un modello di rettitudine.”
“Questo elimina la teoria dello strappo delle lenzuola, allora,” Colin sogghignò e cercò di concentrarsi nuovamente sulle sue battute.
“Immaginalo,” disse Jared, con la voce che sembrava quasi sognante. “Efestione torna da una lunga campagna – un mese, forse due. Si reca alla tenda del re, quella notte e Alessandro stava solo aspettando il momento in cui avrebbero potuto rimanere da soli. Sta bruciando per lui. Tutto quello a cui è riuscito a pensare è la bocca di Efestione sul suo uccello, all’affondare in quel dolce sedere. Si è negato ogni cosa in queste notti solitarie, così fottutamente eccitato che può a malapena respirare.”
Le dita di Colin si strinsero ai bordi del copione. Si schiarì la gola. “Dovresti scrivere libri. Forse, se non ti riesce nemmeno la carriera musicale.”
Jared ridacchiò. Guardava Colin maliziosamente. Continuò, abbassando la voce così da non attrarre pubblico. “Scommetto che è rude e sexy. Niente di carino quando si parla di questi due, non dopo che sono stati lontani per così tanto tempo. Scommetto che Alessandro doveva infilare uno straccio nella bocca di Efestione per impedirgli di svegliare tutto l’accampamento.”
Le dita dei piedi di Colin si strinsero nei suoi stivali. Nelle calze, tecnicamente. I macedoni non indossavano calze, ma il cuoio sfregava e loro non si vedevano. Colin alzò lo sguardo su di lui.
“E’ un tipo di masturbazione mentale per te?”
“Sto solo speculando,” Jared sorrise dolcemente, ma c’era qualcosa nei suoi occhi, affilati e lucenti. “Vuoi che ti racconti di come Alessandro gli viene su tutta la schiena?”
“Dovremmo prepararci,” Colin raccolse in fretta il suo copione.
Il giorno fu lungo e caldo. Stavano girando la scena del matrimonio di Alessandro e Colin si sentì anche peggio per Rosario, che doveva rimanere avvolta in uno spesso velo per tutto il giorno. Erano tutti irrequieti e nessuna delle riprese sembrò riuscire bene. Inoltre, Colin era incredibilmente distratto. Ogni volta che aspettava che chiamassero l’inizio della ripresa, lanciava un’occhiata furtiva a Jared. Il quale gliela restituiva sempre, offrendogli anche un lieve sorriso. Faceva molto Alessandro ed Efestione.
La cena venne accolta con gioia da tutti quella sera ed erano così felici di essere fuori dal set, in un grazioso patio ventilato con bevande tutt’attorno, che gli animi erano alti. Durante il dessert, Colin e Jared si avvicinarono l’uno all’altro, osservando entrambi Jonathan e Francisco attraverso il tavolo. Durante gli scorsi venti minuti se n’erano rimasti seduti quasi uno sull’altro, chiacchierando sommessamente ed ignorando qualsiasi altra persona. Le occhiate di fuoco erano abbastanza per trasformare la tavolata in una sauna.
“Lo faranno stanotte,” disse Jared lentamente, vicino alla spalla di Colin.
“Nah, non stanotte,” disse Colin. “Jonny non si muove così velocemente.”
“Ti dico di si,” disse Jared sommessamente e canticchiando. Prese un sorso dal suo bicchiere. Colin esaminò gli altri due con attenzione. Erano completamenti persi l’uno nell’altro, ma questo non significava necessariamente che il sesso fosse all’orizzonte.
“Non penso che lo faranno.” Ripeté Colin.
“Scoperanno,” Jared mise una speciale e lasciva enfasi sulla parola. Era sporto in avanti, mentre sussurrava nell’orecchio di Colin. “Caldo, sudato, sesso duro per tutta la notte, su ogni pezzo di mobilio della camera. Anche sul pavimento.”
“Hai mai cercato aiuto per i tuoi problemi di dipendenza sessuale?”
Jared si raddrizzò e guardò Colin dritto negli occhi. “Venti verdoni dicono che lo faranno.”
Colin sbuffò. “Come farai a sapere se l’hanno fatto o meno?”
“Lo chiederemo a Jonny domani mattina,” Jared sorrise diabolicamente. “Anche se non vorrà dircelo, sapremo se sta mentendo dal modo in cui lo negherà.”
Colin alzò gli occhi al cielo, ma si strinsero la mano per suggellare la scommessa. “Ma non ti vergogni mai di te stesso?” gli chiese Colin.
Jared sogghignò. “Come fai a sapere che non hanno la stessa scommessa su di noi?”
Colin non seppe cosa dire dopo questa frase. In realtà, non era sicuro di cosa dire per il resto del pasto, così non disse nulla. Più tardi, dopo che tutti si furono augurati la buona notte e dopo che Jared gli ebbe offerto un ghigno quando Jonathan e Francisco uscirono insieme, Jared lo prese per la manica.
“Vieni. Facciamo una passeggiata sul patio.”
Così fecero, col rimanente dei loro drinks. Era quasi buio fuori al momento, le stelle che brillavano sull’acqua che si rotolava sulla spiaggia. Camminarono fino alla fine del patio, dove non c’era nessuno. Colin aveva il presentimento di sapere cosa stesse per succedere e non cercò esattamente di evitarlo.
“Com’è che non mi hai mai baciato?” chiese Jared. Stavano appoggiati alla ringhiera, spalla a spalla.
“Cosa ti fa pensare che voglia farlo?”
“Non vuoi?”
“E’ possibile.”
Rimasero in silenzio per un po’. Colin finì il suo drink.
“Penso che tu abbia sentito che di solito rovino tutto con le mie co-protagoniste,” disse Colin.
“E’ questo quello che sono?” Jared lo guardò. “La tua co-protagonista?” spinse il fianco contro quello di Colin e gli fece l’occhiolino. Colin sogghignò.
“Beh, sono sicurissimo che tu non sia la parte femminile della relazione.”
“Certo che no.”
Rimasero in silenzio di nuovo, poi Colin sospirò. “I baci conducono ad altre cose.”
“Tipo?”
“A quello che Jonny e Francisco staranno probabilmente facendo in questo momento.”
Jared ridacchiò e si spostò dalla ringhiera. Anche Colin si mosse e si ritrovarono l’uno di fronte all’altro.
“Se dici così allora perderai,” disse Jared.
Colin non si sentì proprio un perdente, comunque. Le labbra di Jared erano davvero morbide come sembravano. Ma baciava con forza, il che a Colin piacque e includeva anche un sacco di lingua, il che a Colin piacque anche di più. Il corpo di Jared era caldo nel vento freddo della spiaggia.
“Sono rimasto lontano per mesi,” sussurrò Jared contro il suo mento, dove le sue labbra lasciarono tracce umide che si raffreddarono in fretta. “Hai bruciato per me?” Le sue mani stavano scivolando lungo i fianchi di Colin, rendendolo cosciente delle sue costole, cosciente delle sue ossa pelviche dove le mani si fermarono e lo strinsero.
“Non posso aspettare di averti tutto per me,” sospirò Colin di rimando.
Sembrarono metterci un’eternità per tornare nella camera di Colin, anche se erano solo ad un piano dall’hotel e la sua camera si trovava nelle vicinanze del patio. Jared gli saltò sopra sul letto. Indossavano ancora tutto a parte le scarpe, ma Jared si stava muovendo, strofinando.
“Sei venuto l’altra mattina dopo che me ne sono andato?” Jared lo osservava dall’alto, con un sorriso sulle labbra.
“Forse,” rispose Colin. Poteva ancora rimanere freddo. Anche con la frizione sul suo uccello e il peso di Jared sui fianchi.
“L’hai fatto,” Jared gli tirò su la camicia, le dita che si arrampicavano sulla sua pelle. “A cosa pensavi mentre lo facevi?”
“Non te lo dico,” Colin lo guardò. I capelli di Jared gli circondavano il viso, liberi e selvaggi a causa del vento di prima.
“Dai, anch’io ti dirò a cosa pensavo.”
“L’hai fatto?”
“Nell’istante esatto in cui sono passato dalla porta.” Jared sogghignò. “L’ho fatto contro la porta, a dir il vero. Ho pensato che forse potevo sentirti attraverso la porta.”
“Un tale pervertito.”
“Pensavo di succhiarti l’uccello.”
Colin prese un respiro veloce, l’uccello che gli si contraeva al pensiero, intrappolato tra i movimenti ritmici dei fianchi di Jared. “Dio, dovremmo farci psicanalizzare,” disse Colin con voce roca.
“Dovremmo,” Jared smise di muoversi, poi scivolò in basso.
Nonostante stesse quasi vibrando per l’eccitazione, Colin in qualche modo aiutò Jared che gli stava togliendo i jeans e i boxer, il suo uccello esteticamente felice di essere libero e che si erse volenteroso quando tutto fu tolto. Jared disse con approvazione, “Vedo che le chiacchiere sono vere.”
Colin fece una smorfia. “Dio, non parlarne proprio adesso.” Poi chiuse la bocca perchè Jared cominciò ad usare la sua.
Non era come con una donna. Non lo stuzzicò, non giocò e non scelse la direzione migliore in cui avvicinarsi. Ci si dedicò senza pretese. Era efficiente e diretto. Colin si eccitò moltissimo per questo fatto. Non era sicuro di cosa fosse più eccitante, guardare quelle morbide labbra scivolare su e giù per il suo membro o il fatto che Jared aveva raccolto i capelli e li stava trattenendo con una mano alla base del suo collo cosicché Colin potesse guardare.
Dopo un po’ Jared cominciò ad usare l’altra mano per stringere, circondarlo con le dita e accarezzarlo in su e in giù vicino alla base del suo uccello seguendo il movimento della sua bocca. Il suo mento coperto di corta barba solleticava e strofinava i testicoli di Colin. Alcune ciocche di capelli accarezzarono lo stomaco e le cosce di Colin, specialmente quando il braccio di Jared cominciò a stancarsi e la mano che tratteneva i capelli si rilassò. Le dita di Colin erano strette alle lenzuola, il resto del corpo rigido. Poteva respirare a malapena.
“Vuoi farmi venire?” sussurrò Colin tremante.
Jared rallentò, poi smise. Non aveva mai fatto una pausa. Ora fece scivolare la bocca lungo tutto il suo membro e leccò parzialmente la punta. Non avevano acceso la luce, ma la luce proveniente dal patio filtrava attraverso la finestra, donando ad ogni cosa un chiarore mutevole. Jared alzò lo sguardo su Colin e lui poté vedere che i suoi occhi erano accesi, le guance arrossate, le labbra scure.
“Vuoi venire?”
“Cazzo, si,” Colin, quasi contro il suo volere, stava muovendo i fianchi, cercando di nuovo quella stimolazione.
“Vuoi fottermi?”
Colin ci pensò per un momento. Jared si succhiò il gonfio labbro inferiore, guardandolo con quei suoi occhi grandi e pieni di aspettativa. Le sue dita erano ancora allacciate mollemente attorno alla base dell’uccello di Colin.
“Si,” disse finalmente Colin. “Se vuoi.”
“Hai un preservativo?”
“Si, ne prendo uno.”
Jared spostò la mano e si fece da parte sul letto. Colin si alzò a sedere, cercando di schiarirsi la mente. Jared rimase sdraiato di fianco a lui, con la camicia tirata in su. Cominciò a slacciarsi i jeans.
“Prendi anche qualcosa per lubrificare.” Disse Jared quando Colin si alzò dal letto.
Colin con un calcio si liberò di jeans e biancheria e con ancora la camicia addosso e l’uccello che ballonzolava, si diresse in bagno. Un’ispezione veloce dell’armadietto e delle mensole, strizzando dolorosamente gli occhi a causa della luce, e trovò una bottiglia di doccia gel. I preservativi erano nella sua borsa da viaggio. Ne prese uno e tornò indietro con il necessario.
“Dove hai imparato a succhiare uccelli in quella maniera?” chiese Colin. Jared si era tolto la camicia e si stava liberando dei jeans.
“Nello stesso posto di chiunque altro.”
Colin ridacchiò, osservandolo togliersi con un calcio il resto dei vestiti. Anche con poca illuminazione, Colin poteva vedere che aveva un corpo molto bello. Era anche molto eccitato, anche se era piuttosto ombroso in quell’area. Colin usò il suo senso del tatto per accertarsene meglio.
“Mmmm,” i fianchi di Jared si mossero mentre Colin lo accarezzava. “Dove hai imparato a farlo?”
“Nello stesso posto di chiunque altro.”
Jared voltò il viso verso il suo. Colin poté sentire l’odore muschiato sulle sue labbra ed esitò un momento. Ma dopo il sapore iniziale, sentì solo la bocca di Jared e la sua lingua, calde e umide.
Calde e umide erano anche altre cose all’interno della mano di Colin. Fece rollare il palmo sulla punta, raccogliendo liquido – Jared era circonciso, notò – poi lo spalmò lungo tutta la lunghezza, la carezza scivolosa grazie ad esso.
“Dio,” mormorò Jared contro le sue labbra. Colin sentì la mano passargli sulla coscia ed allargò le gambe per lui.
“Dovrò ficcarti in bocca uno straccio?” mormorò Colin.
“Dio, ti prego, fallo pure. Legami anche se vuoi.”
Colin non era sicuro se stesse scherzando, ma aveva la sensazione che non fosse interamente uno scherzo. Colin ridacchiò, poi ansimò quando la mano di Jared trovò il suo uccello e cominciò ad imitare i suoi movimenti.
Colin gli baciò il collo, che si stava bagnando di sudore e strofinò il naso nella massa dei suoi capelli selvaggi. Sapevano di sale a causa dell’aria del mare. Gli baciò la clavicola, poi la spalla, mordendolo appena. Jared sibilò leggermente dopo questo.
“Non ricevo,” disse Colin, cercando di sembrare fermo nonostante le ondate di piacere che emanava il suo basso ventre. “Mi dispiace, proprio non ci riesco.”
“Oh io si,” Jared gli lasciò andare l’uccello e si spostò. Si allontanò e si rotolò sullo stomaco, il contorno della sua schiena e del suo sedere evidenziati dalla luce. “Lo adoro. Non riceverai lamentele da parte mia.”
Colin cercò a tastoni il necessario per tutto il letto. “L’hai già fatto prima?”
“Come tu non l’hai mai fatto. Avanti.” Tirò leggermente il braccio di Colin – gentilmente ma impazientemente.
Colin si ritrovò dopo un minuto pressato contro la sensuale curva della sua schiena e del suo sedere, la pelle di Jared calda, sudata e che profumava leggermente di sapone e muschio. Colin gli leccò la spalla, salata. “Allora lo adori, uh?”
“Si,” Jared spinse il sedere contro l’inguine di Colin, cosicché il suo uccello si ritrovò appoggiato lungo la fessura. “Dio, certo che si.”
Premette la fronte nel cuscino. Colin aveva la sensazione di stare per perderlo a causa della sua mancanza di pudore.
Il gel doccia aveva un vago odore fruttato. Jared ridacchiò, la voce roca per il desiderio. “Non hai un olio o qualcosa del genere?”
“Non me ne vado in giro progettando di fottermi dei maschi,” disse Colin. Non si preoccupò di riscaldarlo, lo strizzò direttamente lungo il taglio del sedere di Jared e questi sussultò.
“Beh io ne ho un po’! Non lo uso per questo scopo. Va bene anche per prendere in mano certe situazioni, se cogli la mia allusione.”
“Troppo tardi.” Colin stava già premendo un dito coperto di gel dentro di lui.
Era stretto, caldo e gemette deliziosamente. L’uccello di Colin si tese nell’anticipazione di infilarcisi. Jared mosse i fianchi in maniera tale che Colin quasi non dovette fare assolutamente niente.
“Dammi il preservativo,” disse ansimando Jared, alzando la testa. “Lo aprirò mentre tu ti occupi di questo.”
Colin raccolse il piccolo pacchetto di alluminio dal letto e lo premette nel palmo di Jared.
“Sai,” disse Colin. “Scommetto che scopavano come animali dopo essere rimasti lontano l’uno dall’altro.” Aggiunse ancora gel e fece scivolare dentro un secondo dito. L’odore di mango era quasi spaventoso eppure divertente.
“Si,” la voce di Jared era soffocata. Colin sentì un lieve rumore di strappo. “Scommetto che cavalcava l’uccello di Alessandro fino allo sfinimento.”
“Scommetto che Alessandro lo montava come un cavallo.”
“Scommetto che scopavano così tanto che Efestione non riusciva a camminare il giorno dopo.”
“Scopriamolo,” Colin fece scivolare fuori le dita e Jared grugnì leggermente. Colin non aveva pensato di portare un asciugamano e dopo un momento di indecisione, pulì le dita sporche di gel al mango sul copriletto, spendendo un pensiero all’indirizzo del povero proprietario ignaro. Il preservativo gli venne restituito, con la sommità del pacchetto strappata.
Colin non credeva di aver abbastanza sangue freddo da riuscire ad infilarsi quel maledetto affare. Non aiutava certo il fatto che le cosce di Jared fossero premute contro le sue ginocchia, o che la sua schiena ora fosse umida e catturasse la luce. Poi c’erano i suoi capelli arruffati, sparsi sul cuscino, che sussurravano a Colin di tirarli. Leggeri sospiri d’impazienza e sospiri veloci si aggiungevano al ronzio nella testa di Colin.
Una volta indossato però, fu all’interno di Jared abbastanza velocemente, il suo calore smorzato solo minimamente dalla sottile membrana. Jared gemette e si aggrappò disperatamente al cuscino. Gli piaceva.
“Che bello,” Jared ansimò in estasi. “Oh, scopami.”
A Colin piaceva che parlasse, gli piaceva sapere di star facendo un buon lavoro. Jared non aveva nessun problema al riguardo. Emetteva un veloce gemito ad ogni spinta e un ansito stridulo ad ogni ritirata. Non seppellì il viso nel cuscino né divenne passivo, spingeva indietro e chiedeva di più con il suo intero corpo, invece. Aveva appena i fianchi sollevati all’inizio, ma con un po’ di mosse era riuscito ad alzarsi sulle mani e le ginocchia. Colin voleva dirgli che era fottutamente squisito, ma non riusciva a parlare.
Guardando la luce muoversi sulla schiena di Jared, guardandolo gettare le lunghe ciocche di capelli di qua e di la, le dita di Colin pizzicavano e si flettevano sui fianchi di Jared. Alla fine, incapace di resistere un secondo di più, ne afferrò una manciata. Jared gridò come un demone e si sbatté contro di lui in maniera così violenta che Colin sentì il colpo vibrargli persino nelle cosce.
“Si!” grugnì Jared. “Così. Così!”
Il letto era grande e grosso, ma loro riuscirono a farlo muovere. Fedeli ai loro alter ego, Jared strappò facilmente le lenzuola dal letto. Colin afferrò saldamente i suoi capelli, gli tirò indietro la testa e lo condusse nell’estasi più infinita, completamente incapace di fare qualsiasi altra cosa. Nel momento in cui venne dentro al preservativo, credette di morire per l’intensità del suo orgasmo.
Si accorse a malapena quando Jared scivolò via dal suo uccello. Era vagamente consapevole di avergli lasciato andare i capelli, di Jared che si girava verso di lui e di venire trascinato contro il suo caldo corpo tremante.
Jared tirò la sua mano tra di loro, sul suo uccello, che era ancora eretto.
“Finiscimi,” ordinò e pregò Jared allo stesso tempo.
Colin lo afferrò e lo accarezzò con tutta la forza rimastagli, il viso premuto contro il collo sudato di Jared e respirandolo aspramente. Jared si contorse, si aggrappò e gli piantò le unghie e in ultima allacciò le gambe alla vita di Colin e si immobilizzò con un grido soffocato. Venne, caldo e umido su pelle altrettanto calda e umida. Colin ansimava, il suo corpo esausto che rispondeva con desiderio nonostante tutto, al rilascio di Jared. Era stato probabilmente il sesso più rozzo che avesse mai sperimentato, e si sentiva euforico.
Dopo, mentre si calmavano e rinfrescavano, sdraiati l’uno di fianco all’altro sul letto, Colin chiuse gli occhi e sorrise pigramente. “Mmm, cazzo. Questo si che è un “dopo sesso” come si deve.”
“Endorfine,” disse Jared, suonando come perso in un altro mondo. “Più duramente lo fai, più intenso è e più a lungo dura.”
Colin rimase sdraiato, godendoselo. L’aria sapeva di mango e sperma e si ritrovò a ridacchiare dell’assurdità della situazione. Poteva sentire la bottiglia del gel contro il piede sinistro.
Quando il “dopo effetto” si esaurì, Colin accese la lampada sul comodino e cercò il cestino. Vi depositò il preservativo, prese degli asciugamani con cui poterono ripulirsi poi si sdraiò di nuovo e condivisero una sigaretta.
“Dio, il culo mi farà un male terribile domani,” si lamentò Jared. “Senza menzionare la testa.” Si toccò gentilmente lo scalpo, sussultando.
Colin prese un lungo respiro dalla sigaretta, osservando il fumo arricciarsi e muoversi sopra di loro. “Mi dispiace per quella. Al momento mi era sembrata una buona idea.”
“E’ stata un’idea fottutamente buona,” Jared gli prese la sigaretta dalla mano.
Quando la sigaretta fu terminata, rimasero sdraiati a fissare il soffitto. Jared rotolò verso di lui e gli appoggiò il mento alla spalla. “Scommetto che lo stanno facendo in questo momento.”
“Dovremmo andare ad accertarcene.”
“Nah, non risponderebbero alla porta. Attenderemo fino alla colazione.”
Jared rimase nella sua stanza quella notte, non che il letto non fosse grande abbastanza. Eppure, prima di mattina Colin si risvegliò trovandosi Jared schiacciato contro, entrambi da un solo lato del letto. Colin sorrise e seppellì il viso tra i suoi capelli e tornò a dormire. Avrebbero potuto rimanere svegli l’intera notte a giocare, ma erano entrambi esausti per le riprese del giorno prima.
Il giorno dopo a colazione, Jonathan e Francisco sembravano stanchi ma felici, come se condividessero qualche sorta di segreto. Colin poteva già sentire il suo portafogli che si alleggeriva. Jared li guardò mentre mangiava, sogghignando. Almeno ebbe la decenza di aspettare finché Francisco si alzò da tavola per un momento.
“L’avete fatto la scorsa notte?” Jared era sporto attraverso il tavolo, con fare cospiratorio, mentre masticava, con la forchetta in mano. Jonathan alzò lo sguardo sbalordito e fece una smorfia.
“Dio! Questi non sono proprio affari tuoi!”
Jared sogghignò e continuò a masticare. Colpì Colin con la forchetta. “Noi si.”
“Jared!” Colin lo colpì al fianco ed egli rise, perdendo quasi ciò che stava mangiando. Jonathan scosse la testa disgustato.
“Non sono malato nemmeno la metà di voi due,” disse Jonathan. “Fatti i dannatissimi fatti tuoi.”
Jared porse la mano a Colin. Colin sospirò e ficcò la sua nella tasca.
Francisco tornò e Jonathan dichiarò che si sarebbero diretti verso il set. Colin alzò lo sguardo su di loro. Non appena si furono girati, udì Jonathan mormorare, “ho vinto, paga.”
Come risvegliatisi, lui e Jared si guardarono.
“Quei due bastardi complottatori!” Jared sbatté la forchetta sul tavolo. “Oh, adesso se la sono voluta. Se la sono voluta.”
Colin sorrise. “Avanti, meglio che andiamo sul set. La parrucchiera dovrà essere gentile con la tua testa oggi.”
Si alzarono e seguirono gli altri. Ad una certa distanza da loro, Jonathan li guardò da sopra la spalla e fece un sogghigno.
“Pensi che Alessandro ed Efestione avrebbero tollerato un tale comportamento insolente?” chiese Jared.
“No,” Colin sorrise, poi si mise a correre. “Prendi quel piccolo bastardo.”
Cominciarono a correre verso di loro e con un grido deliziato gli altri cominciarono a correre a loro volta. La loro rovina fu che Francisco aveva gambe forti e poteva correre come il vento e si tirò dietro pure Jonathan. Alla fine, i due più grandi amanti della storia dovettero ammettere la sconfitta perchè ad Efestione era venuto un dolore al fianco.
 
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*Perpetua*
view post Posted on 13/10/2006, 22:40




Sempre sia lodata questa Fic: *____________________________________________*
Vorrei ringraziare dal + profondo del cuore la creatrice di questa meravigliosa fic ed elogiare la sua fantasia.
Poi: Vorrei ringraziare Barbara x averla tradotta in modo esemplare e farle i complimenti image Grazie *__*

In questa Fic adoro com'è caratterizzato Jared..Fortissimo..e adoro..@#§@#..... :shifty: eh? si dicevo...
No davvero...sto diventando dipendente da questa fic.. attendo il 6° capitolo!! :ph34r:



 
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Bliss
view post Posted on 13/10/2006, 22:45




Ringrazio anche io sia la creatrice che la benedetta traduttrice,
senza di lei non avrei capito molto o almeno non la parte dove ....hem sì quella..

La fic mi ha comportato strane emozione.. Alessia ne sa qualcosa.
che dire cmq.. bellissima!

xD
 
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irishvale
view post Posted on 14/10/2006, 20:20




non ho parole per esprimere la gratitudine nei confronti di barbara per aver tradotto questa fic che volevo leggere da tempi immemori e poi vorrei dire grazie all'autrice per questo capolavro *ç*
 
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*elisapuchu*
view post Posted on 16/10/2006, 17:17




Grazie a Lady e a Barbara **

Ed ora in preda ad una crisi post lettura dico solo:
Li voglio qui, adesso, sul mio letto!!
 
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VampireBlood
view post Posted on 16/10/2006, 20:40




Ho la tastiera piena di bava.
Adesso cito per danni morali la creatrice di questo delirio **
 
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ssyn3
view post Posted on 18/10/2006, 00:18




Grazie a tutti per i complimenti, sono stati già passati alla creatrice!
E Vampy: ambasciator non porta pena, eh?! ^^
 
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merrik
view post Posted on 17/1/2007, 09:46




Volevo ringraziare ufficialmente le traduttrici di questa splendida fic per il lavoro. E' una fic stupenda probabilmente la più bella che sia mai girata in rete e io l'avevo già tutta letta e stampata e fatto un raccoglitore (con tanto di foto che ladyjackyl allegava ai capitoli) ma averla in italiano e tutt'altra cosa. Ora mi sto stampando tutto per poi rifare un contenitore e rileggerla da capo!
Grazie davvero perchè è sicuramente un lavoro lungo!
 
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Zoee
view post Posted on 14/11/2007, 01:29




Santo cielo è superba. Stupenda, davvero, alterna momenti di puro delirio (in cui ammetto di essermi piegata in due dalle risate) ad altri decisamente più u_ù coff! (in cui sbavavo e basta, niente piegamenti)

Complimenti alle traduttrici, a chi la scritta e *__* che dire, fantastica.
 
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Blu Eyes ^^
view post Posted on 30/3/2008, 22:26




Che bella fic!!...grazie a chi l'ha scritta e a chi l'ha tradotta :D
 
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view post Posted on 5/5/2008, 01:26
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{ .Enduring Lover. }

Group:
Slash Fan
Posts:
29,928
Location:
il pozzo delle trame perdute

Status:
I'M A GHOST


E' semplicemente un capolavoro!!! *_______________________________*
Sono in estasi!!! *________________________*
Mi inchino all'autrice e accendo un cero alla traduttrice!! :notwo:
I due pucci sono di un sexy che fa spavento, in quella scena la temperatura qui è andata oltre il rovente, e la bava non si è contenuta...

Per contro, questi pezzi:
CITAZIONE
“Forse è andato a farsi una sega,” suggerì Colin, pensando che era un’idea maledettamente buona, al momento.

Colin deglutì, cercando di pensare a cose non sexy. Gattini, prati verdi, castelli di sabbia, Val Kilmer in infradito che mangia burro d’arachidi.

“Veniamo,” disse Colin. O ne avremmo bisogno.

“Non sono malato nemmeno la metà di voi due,” disse Jonathan. “Fatti i dannatissimi fatti tuoi.”
[...]
“ho vinto, paga.”

mi hanno fatta piegare dal ridere! XD

E a parte il modo superbo in cui sono caratterizzati Colin e Jared (Jay soprattutto :P), adoro letteralmente Francisco! Tanto odio il suo personaggio quanto adoro lui! Puccio! *_*

E' una fanfic divertente, appassionante e iper-sexy, in una parola: PERFETTA!! *___*
 
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*Crazy Diamond*
view post Posted on 14/5/2008, 21:27




Ok,mi devo ancora riprendere *fa moooooooooooolto caldo :shifty: *
questa fic e' divina,complimenti a LadyJackyl che l'ha ideata e soprattutto a ssyn3 che ha tradotto questa meraviglia :wub: :wub: :wub:

 
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Karupin
view post Posted on 8/7/2008, 14:25




CITAZIONE
“...Il sesso sotto la doccia e così sexy,” disse Jared. “Voglio dire, con l’acqua e le piastrelle e il sapone, è tutto scivoloso, diventa più facile fare certe cose. Diventa tutto scivoloso e lubrificato...”

Aw...sante parole *ç*

Premetto che queste bellissime ff le avevo lette in english e che certi passaggi non mi erano chiari...grazie alla bravissima traduttrice (ti adoro <3) ora è tutto un casino xD
Già il mio piccolo cervellino è da rottamare, adesso è da buttare del tutto.
Ho divorato i capitoli a velocità super e mi sono sembrati ancora più belli **

CITAZIONE
...Jared indossava solo un paio di pantaloni cascanti del pigiama, blu scuro, che stavano quasi per scivolargli giù dai fianchi sottili...Jared aveva gli occhi incredibilmente blu e quando Colin li fissava per troppo tempo, dimenticava tutto...

OMG...quanto amo quest' uomo e i suoi indescrivibili occhi *ç*


 
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*Selvy*
view post Posted on 8/7/2008, 15:14




che caldo! ho bisogno di una secchiata di ghiaccio :drool: :drool: è a dir poco fantastica...
e ora facciamo santa la nostra traduttrice! d'ora in avanti farai parte delle mie dee personali... grazie
 
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fidia2
view post Posted on 18/7/2011, 02:11




wow!!!
finalmente ho iniziato a leggere ATOM, quoto tutto ciò che avete detto, dai ringraziamenti "all'entusiasmo" che Jared e Colin suscitano
Jared è veramente circonciso?! :huh:
Jay e Colin si sono condivisi una sigaretta?! Penso che sia molto più verosimile la parte precedente, cioè che Colin si sia fatto Jared ;)
 
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19 replies since 13/10/2006, 22:12   1853 views
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