Gesti Romantici - Thailandia, 6° Capitolo

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ssyn3
view post Posted on 15/11/2006, 02:45




GESTI ROMANTICI

Rating: NC-17
Personaggi: Colin Farrell, Jared Leto, Jonathan Rhys-Meyers, Francisco Bosch, Gary Stretch, Angelina Jolie, Val Kilmer, Eamon Farrell, Rosario Dawson, Oliver Stone
Coppie): Colin/Jared, Jonathan/Francisco
Contenuto: linguaggio colorito, violenza
Descrizione: adesso, in Tailandia per continuare il film, i sentimenti si sviluppano dove prima il sesso era la parte centrale e il conflitto interiore comincia.
Dichiarazione: tutti gli eventi sono interamente finzione e non sono intesi a riflettere la vera natura, personalità o le preferenze sessuali delle persone coinvolte.
TRADUZIONE: ssyn3
BETA: Perpetua

“Non riesco a credere che tu non mi abbia mai detto che ti piacciono i ragazzi.”
Stavano guidando attraverso l’oscurità da Bangkok a Saraburi, la strada che serpeggiava davanti a loro attraverso terre ampie e piatte. In lontananza, verso l’orizzonte oscuro, Colin poteva intravedere le vaghe forme delle montagne contro l’ampio cielo terso punteggiato di stelle. Il vento era fresco e umido e trasportava l’odore di terra e alberi mentre entrava dai finestrini. Colin preferiva tenerli abbassati piuttosto che l’aria condizionata, specialmente in luoghi come questo dove l’aria era così vitale e fresca.
“Non mi piacciono i ragazzi,” disse Colin. Era accucciato nel suo sedile con un piede appoggiato contro il cruscotto. “Mi piace un ragazzo. E amo le donne, quindi non sono gay!”
Eamon gli lanciò un’occhiata, la luce verde-blu del cruscotto che gli metteva in ombra il viso. “Stiamo percorrendo un centinaio di chilometri così che tu possa parlare con l’uomo con cui hai fatto sesso per gli scorsi due mesi. Questo non fa gay?”
“No.” Colin si passò le mani fra i capelli, che venivano scompigliati violentemente dal vento. “Non m’importa se tu sei l’esperto. Perchè tutti hanno bisogno di etichettare le cose?”
“Ti aiuta ad identificarle.”
“Porta anche alla condanna.” Colin gli lanciò un’occhiata. “Cristo, ho vissuto tutta la mia vita etichettato. Tutte queste piccole parole carine che la gente mi affibbia. Combina guai, ragazzo cattivo, rissoso. Tu sei gay, ma gay non è quello che sei. Sei anche un ballerino e – e un insegnante, un fratello, un figlio, un amico! Sono tutte queste cose che fanno di te ciò che sei. Perchè venire identificati solo con una?” Era nervoso. Aveva la capacità di parlare più di Eamon quando era nervoso.
“La società è più a suo agio quando dà un nome alle cose,” sbadigliò Eamon, spingendo verso il volante e indietro verso il sedile per stiracchiarsi le braccia e le gambe. “Devi fabbricarti le tue proprie definizioni.”
“Beh, è perchè la società si preoccupa così tanto di mettere precisi, confortevoli piccoli adesivi su ogni cosa che si è venuto a creare tutto questo casino,” Colin appoggiò la testa alle mani, i gomiti sulla portiera, guardando fuori dal finestrino. “E questo mi rende come un cestino dei rifiuti.”
“Si, diamo la colpa alla società. Credo che quel capitombolo che facesti giù per le scale quando avevi dieci anni abbia qualcosa a che fare col tuo essere un cestino della spazzatura.” Eamon sbuffò col naso. “Forse un po’ di cervello ti è gocciolato fuori assieme al sangue che ti usciva dalla testa.”
Colin lo guardò in cagnesco, anche se probabilmente si perse nell’oscurità. Eamon gli lanciò un’occhiata e gli sorrise. “Sto scherzando Colin. Rilassati, vuoi?”
“Non posso rilassarmi,” Colin tornò a guardare fuori dal finestrino. “Ho i nervi fottutamente a pezzi. Non riesco a credere che tu mi stia facendo fare questa cosa.”
“Di cosa hai paura Colin?” Eamon abbassò la voce. “Che forse funzioni?”
“Perchè dovrei avere paura di questo?”
“Perchè poi sarai costretto ad agire di conseguenza.”
Cadde il silenzio, rotto solo dal rumore costante del motore, la strada che scorreva sotto di loro. Era così vasto e scuro fuori dal finestrino, come se stessero fluttuando nello spazio.
“Quando ti sei reso conto che ti piacciono i ragazzi?” chiese infine Eamon.
“Due mesi fa.” Fu il turno di Colin di stiracchiarsi e sbadigliare. Si supponeva che stesse pensando a cosa dire a Jared quando fossero arrivati, ma la sua mente rifiutava l’entrata a questo pensiero, paralizzata dall’ansia. Era come se una parte di lui fosse ancora convinta che Eamon avrebbe fatto marcia indietro.
“Giusto. Credimi Colin, non è una cosa che succede in un giorno,” disse Eamon criticamente. “Non importa quanto il ragazzo sia bello. Il seme dev’essere stato piantato molto tempo fa.”
“Allora non lo so proprio, cazzo.” Colin si strofinò gli occhi con i polsi. Continuavano a bruciargli. Non riusciva a credere di aver pianto in quel modo, anche se gli aveva schiarito la mente in modo stupefacente – adesso sentiva un vuoto dentro di lui dove prima avevano preso possesso le voci. Erano silenziose, almeno per il momento.
“Avanti, devi saperlo,” disse Eamon.
Colin non aveva raccontato ad Eamon delle sue sperimentazioni ai tempi della scuola, o di nessun’altra delle altre occasioni in cui era finito con un uomo nel suo letto. Quegl’incidenti erano isolati, per lo meno nella mente di Colin, al punto da sfiorare la non-esistenza. Si chiese se Eamon potesse indovinarle comunque.
“Forse Jared è davvero una donna travestita,” offrì Colin.
“Con un culo del genere?” lo schernì Eamon. “No, non penso proprio.” Fece una piccola pausa, poi lanciò un’occhiata a Colin. “Dovrei stare attento a quel che dico, no? Non era proprio la cosa giusta da dirti, quella.”
“La aggiungerò alla lista di cose sbagliata che mi hai detto durante tutta la mia vita,” Colin si strofinò di nuovo un occhio. “Assieme a quella volta in cui mi dicesti che mi avresti tagliato la testa e l’avresti messa nel freezer se avessi detto a papà che gli fregavi il whisky.”
Eamon ridacchiò. “Pensavo che fosse divertente, sai. L’idea della tua testa nel freezer mentre la gente apre e chiude per prendersi la roba.”
“Devo aggiungere serial killer alle tue etichette?”
Arrivarono nella provincia di Saraburi poco dopo mezzanotte e a Muaklek circa venti minuti dopo. Lì era dove si trovava il resort dove gli attori principali avrebbero soggiornato durante le riprese nei giardini Phu Kae. Colin aveva avuto le indicazioni da Oliver, che li guidarono verso una lussureggiante, piatta area piena di alberi e su una lunga strada dove si trovavano gruppi di cabine e capanne. All’entrata della parte più ampia del resort, li fermò una guardia della sicurezza.
“Non abbiamo un pass,” disse Eamon, sporgendosi fuori dal finestrino. La guardia parlava Inglese, ma aveva un accento molto forte. “Stiamo cercando un nostro amico che soggiorna qui. Può portarci all’ufficio principale?”
“L’ufficio principale è chiuso fino al mattino,” li informò la guardia di sicurezza. “Se non avete un pass per i visitatori, non potete entrare nel resort.”
Colin avvertì un misto di disappunto e sollievo. “Dobbiamo fermarci in un hotel per stanotte e tornare qui domani mattina,” disse Colin. “Andiamo.”
“Non possiamo entrare e guardarci in giro per vedere se lo troviamo?” Eamon stava ancora dibattendo con la guardia.
“Deve tornare domani mattina signore,” disse la guardia fermamente. “Non entra nessuno dopo le dieci di sera senza un pass per gli ospiti.”
Tornando alla strada, Colin vide l’espressione sul volto di Eamon.
“Non c’intrufoleremo là dentro,” disse Colin.
“Non ci sono cancelli o muri o qualsiasi altra cosa. Non è come intrufolarsi o introdursi furtivamente!”
Eamon parcheggiò la macchina lungo la strada e tornarono indietro camminando, tagliando per l’oscurità degli alberi.
“Giuro su Dio che si ci arrestano Oliver mi ucciderà,” sussurrò Colin. era nervoso, per un sacco di ragioni. Soprattutto perchè a quest’ora della notte era fottutamente esausto, non avendo dormito molto la notte scorsa e ciò rendeva ogni cosa surreale, la testa gli sembrava pesante e la visuale annebbiata.
“Calmati,” gli disse Eamon. Si stavano avvicinando al resort e potevano vedere le capanne attraverso gli alberi. “Nessuno saprà che siamo qui.”
“Non è come giocare a nascondino come quando eravamo bambini!” gli sibilò dietro Colin. “Se ci arrestano possono deportarci!”
“Dio, spero davvero di riuscire a trovare Jared. Gli chiederò se può restituirti le palle.”
Saltò fuori che c’era uno steccato attorno alla proprietà, ma era bassa e si poteva scavalcarla facilmente, era più di rappresentanza che non di sicurezza. Colin si guardò intorno mentre toccavano terra dall’altro lato della staccionata. Ogni cosa era silenziosa ed immobile, le luci che provenivano dalle capanne e dai marciapiedi si riflettevano nell’acqua di una piscina di fronte a loro. si chiese se Jared fosse veramente lì.
Baan Suan Sai Pan Resort era raffinato, privato e di classe gli aveva detto Oliver. Di certo aveva un bell’aspetto – il posto perfetto per insediare un gruppo di attori che pensavano di essere raffinati e di classe a loro volta, nonostante prove evidenti del contrario.
“Come facciamo a trovarlo?” sussurrò Colin. Eamon stava guardando su e giù lungo la stretta stradina che si correva lungo i fianchi degli alberi e tornava indietro verso le capanne. Non c’era nessuno in giro.
“Sai che aspetto ha la sua macchina a noleggio?”
“Penso di si.”
Cominciarono a camminare, muovendosi nelle ombre tra le capanne e sgattaiolando tra gli alberi e i cespugli. Una volta udirono delle voci, alcune persone erano fuori su un patio a chiacchierare, ma a parte questo sembrava non ci fosse pericolo di venire scoperti a quell’ora della notte.
Colin si fermava ogni tanto vicino alle macchine parcheggiate fuori dalle capanne, osservandole, sbirciandone l’interno, ma pensava che nessuna di loro fosse quella di Jared. Ad un certo punto videro dei fari e saltarono dietro un cespuglio finché non si furono allontanati. Era una macchina della ronda della sicurezza e Colin cominciò a sentirsi profondamente nervoso.
“Ci prenderanno. Faremmo meglio a levarci da qui,” sussurrò ad Eamon. “Ci prendiamo un hotel e torniamo domani mattina. Davvero, è l’idea migliore.”
Eamon lo derise. La macchina stava sparendo in fondo alla stretta strada in mezzo alle capanne. “Questo è quello che l’amore significa, Colin. Fare stronzate* pazze ed illegali all’una di notte.”
“E io che pensavo significasse felicità e via discorrendo,” Colin sbirciò da dietro un fianco della capanna. Erano accucciati vicino ad un cespuglio ed Eamon si alzò in piedi, sbirciando da una finestra sopra di loro.
“Smettila!” gli sibilò Colin.
“Ascolta,” Eamon si accucciò di nuovo, toccandogli un braccio. Si avvicinò a lui bisbigliando. “Tutti fanno qualcosa di stronzo per qualcuno di cui sono innamorati, ad un certo punto delle loro vite. È romantico e tutto il resto. Gli fa capire che t’importa.”
Colin alzò gli occhi al cielo e sbirciò di nuovo di fianco alla capanna. Ogni cosa era di nuovo silenziosa e tranquilla.
“Quando avevo ventitre anni – ti ricordi Ricky O’Faelly?”
Colin s’accigliò. Il nome gli suonava famigliare. Dopo averci pensato un minuto gli diede un volto e rivolse ad Eamon uno sguardo perplesso. “Intendi quel ragazzino che andava alla chiesa di mamma? Quello che faceva parte del coro?”
“Divenne grande.” Eamon ridacchiò. “Dio se sapeva succhiare un uccello.”
A Colin cadde la mascella.
“Comunque, ero pazzo di lui. L’ho portato fuori un sacco di volte, la sua famiglia non aveva idea di cosa stesse succedendo. Mi ero totalmente infatuato di lui, poi lui decise che non potevano piacergli i ragazzi, c’erano troppe scocciature.”
Colin stava ancora cercando di far accettare alla sua mente che Eamon si era scopato un membro della chiesa della loro madre.
“Così una notte,” Eamon allungò le mani, ovviamente compiaciuto della sua storia e pronto per sferrare il colpo finale. “Ho scalato il fianco di casa sua, su per il tubo del canale di scolo. Volevo entrare dalla sua finestra e avere con lui un’appassionata seduta di sesso. Una bella stronzata* alla Giulietta e Romeo. Volevo convincerlo del contrario.”
“Quanti anni aveva?” Colin scordò di tenere bassa la voce, poi l’abbassò immediatamente. “Aveva alcuni anni meno di noi, no?”
“Aveva diciannove anni all’epoca, pronto per andare all’università. Non potevo lasciarlo andare senza avergli proclamato il mio eterno amore.” Sbuffò col naso come se la cosa appena detta fosse ovvia, come se chiunque altro nelle stesse circostanze si sarebbe arrampicato su un tubo e introdotto nella camera da letto del loro amante.
“E allora cos’è successo?” Colin era ancora sbalordito. “Ha funzionato?”
Eamon fece un sospiro. “Mi ruppi la caviglia. Quel maledetto tubo non resse. Sono solo riuscito a zoppicare via prima che i suoi parenti mi prendessero.”
“La tua caviglia!” la voce di Colin si stava di nuovo alzando. “Dicesti che era successo cadendo dalle scale!”
“Erano coinvolti degli scalini,” disse Eamon col tono del dato di fatto. “Gli scalini del portico, proprio sotto il tubo. Fa un male cane caderci sopra dal secondo piano.”
“Oh mio Dio,” Colin guardò dietro la capanna. “Deciso, ce ne andiamo di qui.”
“C’è una lezione da imparare in questa storia, Colin.” Toccò la spalla di Colin, facendolo girare verso di lui.
“Già,” gli sussurrò di rimando Colin. “Non arrampicarti su per un fottuto tubo nel cuore della notte per farti una scopata o ti romperai una caviglia!” si alzò e scivolò lungo il fianco della capanna.
Eamon lo seguì e Colin cominciò a tornare indietro verso la staccionata. Era difficile nell’oscurità con tutte queste capanne, che si somigliavano più o meno tutte ed egli perse in fretta l’orientamento. Non era più sicuro da che parte fossero venuti. Eamon gli rimase alle calcagna, cercando di convincerlo a non demordere ancora.
Colin si fermò di botto quando aggirarono una delle capanne più piccole, fissando la macchina parcheggiata di fronte ad essa.
“Cosa?” sussurrò Eamon, “E’ quella la macchina?”
Colin socchiuse gli occhi, incerto. Il cuore gli batteva all’impazzata per il nervosismo e lo sforzo. “Non so.” Sussurrò di rimando.
La capanna aveva un piccolo portico con degli scalini per raggiungerlo, le luci spente, le tende tirate a tutte le finestre. Ai piedi del portico crescevano dei fiori che profumavano l’aria della notte. Si avvicinarono furtivamente alla macchina e Colin sbirciò all’interno, dal finestrino del guidatore.
Gli occhiali da sole di Jared erano appoggiati al sedile.
“E’ la sua.” Sussurrò Colin. si girò e guardò la capanna, il cuore che gli stava salendo in gola, un nuovo tipo di paura che lo afferrava.
“Bene.” Eamon gli afferrò le spalle da dietro e cominciò a massaggiarlo con decisione. “Sai cosa dire?”
“No!” La voce gli uscì piena di panico.
“Non ci hai pensato?”
“No! ero troppo occupato ad intrufolarmi in un resort!” Cercò di rallentare il respiro e pensare. “Allora... pensi che dovrei andare alla porta e bussare?”
Le mani di Eamon si fermarono, poi lo strinsero. “Diavolo no. Vieni.”
Guidò Colin sul retro della capanna. La mente di Colin stava lavorando così freneticamente che non riuscì ad afferrare cosa Eamon stava progettando finché non lo vide esaminare le finestre.
“Non ho intenzione di strisciare attraverso una fottuta finestra!” gli sussurrò furiosamente Colin.
“Sarò fottutamente romantico!” Eamon si fermò presso una finestra, che era aperta. A Jared piaceva avere sempre una finestra aperta. Eamon la indicò gioiosamente e freneticamente. Colin si voltò e cercò di scappare. Eamon lo afferrò, bloccandogli le braccia con le sue e Colin si divincolò cercando di non causare scompiglio.
“Lasciami!” ringhiò.
“Torna qui ed entra dalla finestra!” Eamon lo stava trascinando indietro. “Arrampicati sulla sua finestra, scivolagli nel letto e sveglialo con i baci. Digli cosa provi per lui e che sei fottutamente dispiaciuto per esserti comportato da stronzo. Lo scioglierai sul posto. Fidati di me.”
Colin non era proprio convinto che quello fosse il giusto corso delle azioni. Eamon però fu adamantino e fermo sotto la finestra aperta, Colin aveva troppa paura di mettersi a discutere con lui, Jared avrebbe potuto sentirli.
“Avanti,” sussurrò Eamon. Cominciò ad alzare il vetro. “Non è come se fosse la prima volta che ti arrampichi attraverso una finestra.”
Colin era fottutamente terrorizzato – più perchè stava quasi per affrontare Jared che non perchè si stava per intrufolare in una capanna – ma fu incapace di resistere al potere di persuasione di Eamon. Eamon aprì la finestra, poi lo spinse in su. Colin trattenne il respiro poi si spinse all’interno, scostando le tende, sperando non ci fosse niente a bloccargli il passaggio.
Il pavimento sotto la finestra era sgombro ed egli vi appoggiò i piedi gentilmente, ringraziando chiunque lo stesse ascoltando per il fatto di essersi allenato per il suo ruolo nel film e che il suo corpo era diventato in questo modo, abbastanza agile. Alzandosi in piedi e sbirciando in giro nell’oscurità, vide che si trovava in una camera da letto.
Le tende erano tirate, ma vi penetrava attraverso un piccolo filo di luce. Non poteva dire quanto fosse ben arredata la stanza, ma era spaziosa e c’era un letto abbastanza grande alla sua sinistra. C’era una forma scura, un’indistinta, rozza forma umana. Colin ebbe l’improvviso terrore di essersi sbagliato. E se si fosse appena introdotto nella stanza di una povera vecchietta e lei fosse morta a causa di un attacco di cuore quando lui l’avesse svegliata?
Colin guardò di nuovo fuori dalla finestra e Eamon gli fece un invitante ‘pollice su’. Guardò di nuovo il letto.
Avvicinandoglisi, le paure di Colin si alleviarono. Quello era di sicuro il profumo di Jared.
Colin rimase fermo vicino al letto e vi si crogiolò per un momento, osservando la scura figura. Dava la schiena a Colin, un braccio appoggiato sopra le lenzuola, la luce della finestra che si rifletteva sulle sue unghie. I capelli erano sparsi sul cuscino chiaro in scure ciocche. Colin lanciò un’occhiata alla finestra, pensando che forse, dopo tutto, Eamon aveva avuto l’idea giusta. Non si era aspettato di venire assalito da un’emozione simile quando l’avesse visto.
Alla fine, con un respiro profondo, si abbassò e mise una mano sulla spalla di Jared.
Ci furono dei movimenti, così improvvisi che colsero Colin di sorpresa. La cosa che successe subito dopo fu completamente inaspettata e fu che qualcosa di molto duro e metallico colpì in viso Colin. Lo colpì così forte alla base del naso che gli andò via la vista per un secondo. Barcollò all’indietro, confuso, il dolore che gli si propagava in bianche e calde pugnalate attraverso le guance e la fronte.
“Merda!” gridò e cadde sulle ginocchia, afferrandosi il volto. Qualcosa di umido gli zampillò nelle mani.
“Che cazzo!”
Ci furono dei movimenti, un rumore di scalpiccio poi si accese una luce. Colin era piegato in due, in agonia.
“Ma che cazzo!” gridò Jared. “Colin! Fottuto idiota!”
Colin udì la voce di Eamon provenire da qualche parte dietro di lui, fuori dalla finestra e poi Jared stava di nuovo gridando. Attraverso la sua vista annebbiata, Colin vide l’arma, stesa benignamente sul pavimento vicino al letto, scintillante nelle luce della lampada. Un vassoio di metallo, del tipo che portavano con il servizio in camera.
Offrono un servizio del genere in un posto come questo? la sua mente in qualche maniera, trovò il modo di chiedersi.
“Per l’amor di Dio! Che cazzo stavi facendo, arrampicandoti come un fottuto psicopatico attraverso la mia finestra!”
Jared stava ancora gridando con tutta la potenza della sua voce. Si chinò su Colin, spostandogli le mani dalla faccia. Le mani di Colin erano rosse e le labbra gli stavano diventando insensibili. “Oliver mi ucciderà!” si infuriò Jared. Sembrava assolutamente livido, i capelli scompigliati attorno al viso.
Eamon doveva essersi arrampicato attraverso la finestra, perchè un momento dopo si trovava nella stanza, toccandogli le spalle e cercando di guardarlo in viso. Colin si sentiva male.
“Ti ucciderò.” Riuscì a biascicare Colin.


NOTA DELLA TRADUTTRICE: Spiacente di deludervi, ma come potete vedere il numero 13 non porta fortuna! XD (la mia vena sadica sta cominciando a prendere il sopravvento, non va bene...)
 
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*elisapuchu*
view post Posted on 15/11/2006, 16:33




Ohhh ma fantastico **!
(magari Colin si intrufolasse in camera mia...altro che svassoiata :shifty:! Beh sicuramente gli effetti sarebbero più devastanti XD)
Ed Eamon è un genioXD!

Che dire, anche se il numero 13 non porta fortuna il capitolo mi è piaciuto tantissimo!
Grazie, come sempre <3
 
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irishvale
view post Posted on 15/11/2006, 16:42




uno a zero per jared XDXD
cristo che stringa che a preso colin!! poverino
cmq gran bel capitolo io spero sempre che facciano pace presto,tipo nel prox cap vero?ihih
complimentoni barbara per l'ottima traduzione e complimenti all'autrice
 
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VampireBlood
view post Posted on 15/11/2006, 17:33




ç_ç
Ma perchè piango ancora?!
 
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ssyn3
view post Posted on 16/11/2006, 00:36




Su, su! Non disperate! XD
 
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VampireBlood
view post Posted on 16/11/2006, 16:07




ç_ç
 
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Ver@nica
view post Posted on 3/8/2007, 15:58




mi piace sempre di più :rolleyes: e comincio ad innamorarmi anche di Eamon!
 
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Zoee
view post Posted on 14/11/2007, 07:38




HAHAAHAHAAH EAMON DOLCE FINOCCHIA ç_ç (*lo rivaluta*)

La reazione di Jared con la vassoiata XD la ragazza che l'ha scritta è un genio XD (e la traduttrice una santa <3)

CODICE
“Dio, spero davvero di riuscire a trovare Jared. Gli chiederò se può restituirti le palle.”


Stupenda XD
 
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Blu Eyes ^^
view post Posted on 5/4/2008, 08:43




Bello questo cap!!! :D
 
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Ce_nere
view post Posted on 23/4/2008, 23:06




Ahahah....fantastico!!! Divertentissimo questo capitolo.
 
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view post Posted on 7/5/2008, 00:15
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{ .Enduring Lover. }

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il pozzo delle trame perdute

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I'M A GHOST


Povero Col!!!! XD
Dio che botta!!! XD
Mi sento piuttosto bastarda, ma ho trovato la scena divertentissima. XD
E l'immagine di Colin innamorato che smadonna ma intanto accetta di intrufolarsi di notte nel resort e poi si emoziona di fronte al suo amato addormentato, è troppo dolce!!! :wub: Poverino, si meritava decisamente più fortuna in quest'impresa. XD
 
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ralertine
view post Posted on 16/4/2012, 22:17




Oddio! La vassoiata in faccia ! Sto morendo dal ridere
CITAZIONE
:lol:

 
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11 replies since 15/11/2006, 02:45   741 views
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