L’Arte Della Lubrificazione - Marocco, 2° Capitolo

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ssyn3
view post Posted on 15/10/2006, 02:07




L’ARTE DELLA LUBRIFICAZIONE

RATING: NC-17
PERSONAGGI: Colin Farrell, Jared Leto, Jonathan Rhys-Meyers, Francisco Bosch, Gary Stretch, Angelina Jolie, Val Kilmer, Rory McCaan, Rosario Dawson, Oliver Stone
ACCOPPIATE: Colin/Jared, Jonathan/Francisco
CONTENUTI: m/m, sesso/gioco, rimming
DESCRIZIONE: durante le riprese di Alexander, Jared porta Colin in una selvaggia cavalcata sessuale da Marrakech al deserto del Sahara e oltre.
DICHIARAZIONE: tutti gli eventi sono interamente finzione e non sono intesi a riflettere la vera natura, personalità o le preferenze sessuali delle persone coinvolte.
TRADUZIONE: ssyn3

NOTA DELLA TRADUTTRICE: ho incontrato non poche difficoltà a tradurre una parola riferita ad una pratica sessuale molto particolare, tale “rimming”. Il mio vocabolario porta: “to rim – fare lavori di contorno” e nessun riferimento al sesso. Quindi ho lasciato entrambe nella traduzione. Se qualcuno ha idea di come si chiami tale “pratica” mi farebbe piacere saperlo! Grazie!
Altro problema è rappresentato dalla parola “manky” che a quanto pare è una parola in slang (cioè dialetto), che ho tradotto con “schifido”. Come prima, se qualcuno sa qual è la giusta traduzione, si faccia pure avanti!

“Cosa supponi che usassero Alessandro ed Efestione come lubrificante?”
Questa discussione continuava da quattro giorni, Jared la tirava fuori come se non avessero mai smesso di parlarne, ad ogni occasione – tra una scena e l’altra, mentre erano al trucco, anche durante la cena. Ogni volta che apriva bocca, le sue frasi cominciavano con “Pensi che Alessandro ed Efestione...?” oppure “Cosa pensi che Alessandro ed Efestione...?” Colin si chiedeva se stesse davvero cercando di entrare nel suo personaggio o se fosse solo annoiato.
“Sono certo che avessero oli o altro,” Colin stava sorseggiando una birra. C’era un falò sulla spiaggia stanotte, ma al momento, loro due erano i soli seduti vicino al fuoco. L’attenzione era tutta rivolta in giù verso la spiaggia, dove alcuni membri della crew e del cast avevano iniziato una partita di football americano, uno sport che Colin non riusciva a capire bene. Certo, anche gli americani pensavano che il calcio vero e proprio fosse complicato e Jared aveva insistito, “quello non è football, è calcio.” Colin l’aveva sfidato a fare una partita solo per mostrargli chi avesse ragione, ma Jared aveva detto che non faceva sport.
“Allora perchè t’interessa?” gli aveva chiesto Colin .
“Perchè sei carino quando sei indignato.”
Il sole stava tramontando sull’oceano e l’acqua era diventata blu scuro e rosa, venata d’oro. Non contava dove si ritrovasse a viaggiare, Colin non mancava mai di apprezzare la bellezza della natura. Era stato in alcuni dei più bei luoghi naturalistici del mondo.
“Allora,” Jared teneva la sua birra in grembo. Indossava un paio di jeans e una maglietta bianca, che gli s’increspava sul petto a causa del vento. “Oli, dici?”
“Sicuro come l’oro che battano il gel da doccia alla frutta.”
Jared ridacchiò e prese un sorso di birra. Arrivò Jonathan e si sedette assieme a loro, di fianco a Colin. Aveva i pantaloni arrotolati alle ginocchia e un braccialetto di conchiglie molto seducente, attorno alla caviglia sinistra. Stava mangiando una fetta di mela. Avevano un tavolo apparecchiato con stuzzichini e bibite nelle vicinanze.
“Come vanno le cose?” chiese Jared a Jonathan, mettendo particolare enfasi nella parola ‘cose’. Jonathan gli lanciò un’occhiata.
“Le cose vanno bene. Come vanno le vostre di cose?”
“Appese come grappoli d’uva,” Jared fece un grugnito mascolino e prese un altro sorso di birra. Jonathan alzò gli occhi al cielo.
“Stavamo discutendo la lubrificazione nei tempi antichi.” Disse Colin. Si appoggiò all’indietro sulla braccia, affondando le dita nella sabbia soffice.
“Avrei dovuto saperlo,” disse Jonathan a bocca piena.
“Beh devono pur aver usato qualcosa,” disse Jared. “Probabilmente sono stati loro a perfezionare l’arte della lubrificazione. Cioè, facevano un sacco di sesso anale a quei tempi.”
“C’è un sacco di sesso anale anche oggi,” disse Jonathan a denti stretti, masticando.
“Sei mai stato ad Amsterdam?”
“Tu dovresti saperne qualcosa di sesso anale.” Jared sogghignò. “Risponderesti ad una nostra domanda? Stiamo morendo dalla voglia di saperlo.”
“No.”
“Non dire ‘nostra’,” disse Colin accigliandosi.
Jared continuò, imperterrito. “Francisco è così grazioso.” Lanciò uno sguardo alla sinistra del falò. Francisco stava chiacchierando con alcuni membri dello staff che erano spagnoli come lui. Era vestito tutto di bianco, pantaloni bianchi arrotolati così da rivelare polpacci muscolosi, una camicia bianca sbottonata con una canottiera anch’essa bianca al di sotto. Nella maniera in cui stava ritto in piedi, coi piedi nudi nella sabbia, i fianchi spinti in avanti, il suo sedere era una curva visibile e sensuale. Colin prese un lungo sorso di birra.
“E’ vero,” Jonathan guardò verso Francisco, con un piccolo sorriso che gli incurvava gli angoli della bocca. “E’ bellissimo.”
“Si,” Jared sorrise. “Scommetto che è anche molto flessibile ed elastico.”
Jonathan alzò gli occhi al cielo. “No, non è questo che intendevo!” lo derise Jared. “Davvero. Essendo un ballerino dev’essere flessibile ed elastico. Deve esserlo.”
Jonathan si accigliò in maniera pensierosa. “Si, immagino di si.” Colin poteva vedere Jared che lo stava facendo abboccare ad un miglio di distanza.
“Posso chiederti una cosa seria?” Jared sembrava serio davvero.
Jonathan rimase in silenzio per un attimo, poi annuì esitante. “Certo.”
“Riesce a mettersi le gambe dietro la testa?”
Colin grugnì. Jared rise mentre Jonathan sbottava, “Perchè devi sempre fare l’idiota!”
“Voglio davvero saperlo!” protestò Jared. “Ce la fa? Intendo – proprio, dietro alla testa?”
“Cosa diavolo vuol dire!” Jonathan si alzò in piedi. Colin alzò lo sguardo su di lui, cercando di non ridere.
“Tutti possono mettersi le gambe dietro la testa! Tutto quel che devi fare è stenderti sulla schiena e...” si sdraiò, cercando di dare una dimostrazione. “Lo sai! Tirar su le gambe!”
Jared affondò la base della sua bottiglia nella sabbia così da farla rimanere in piedi, poi si sdraiò sulla schiena e alzò le gambe. Con un po’ di sforzo, riuscì a portare le ginocchia dietro la testa in una specie di salto mortale a metà, col sedere in aria. “Così?” La sua voce soffocata arrivò da in mezzo alle sue gambe.
“Spero che rimanga bloccato,” biascicò Jonathan. Colin stava ridacchiando.
Proprio in quel momento, Francisco si girò e venne verso il fuoco. Si accigliò curiosamente all’indirizzo di Jared.
“Jared sta facendo un’offerta speciale Francisco,” disse Colin. “Lo puoi prendere a calci nel sedere gratis per i prossimi dieci minuti.”
Jonathan si mosse immediatamente nella sua direzione. Jared lanciò un gridolino e si ricompose.
Arrivò la notte, il cielo sopra l’acqua divenne scuro punteggiato di stelle. La spiaggia sembrò rimpicciolirsi finché non rimasero visibili solo gli oggetti vicino al fuoco, le persone che si trovavano al di fuori solo ombre scure. Jared era steso su di un fianco, con la testa appoggiata ad una mano, vicino al ginocchio di Colin. La luce donava riflessi biondi ai suoi capelli, che teneva raccolti in una morbida coda sul suo collo. Colin aveva un asciugamano sulle spalle per difendersi dall’aria fredda.
“Pensi ci fosse niente che non facevano a quei tempi che invece noi adesso facciamo?” Jared stava passando un dito sul bordo della bocca della bottiglia, osservando il fuoco. “Intendo sessualmente. Pensi che qualcosa fosse taboo?”
“Perchè non ti compri un libro o roba del genere?” Anche Colin stava fissando il fuoco, si sentiva pesante e assonnato a causa del caldo e della birra.
“Non inseriscono dettagli del genere nei libri,” sbuffò Jared. “Le cose che alla gente piacerebbe sapere non le mettono.” Allungò il braccio e vi appoggiò la testa. La sua mano si strofinava contro il piede di Colin.
“Non so,” disse quest'utlimo. “Quando penso ad Alessandro il Grande, il mio primo desiderio non è quello di sapere se faceva lavori di contorno o no.”
“Mmmm,” mormorò Jared. “Questo mi suona bene.”
Colin abbassò lo sguardo su di lui, alzando un sopracciglio. La sua birra era finita e piuttosto che alzarsi aveva una mezza idea di rubare quella di Jared, il quale vi teneva appoggiata mollemente una mano . “Cosa ti suona bene?”
“Un piacevole, sdolcinato lavoro di contorno/rimming.”
Colin scosse la testa. “Non credo di averla messa giù in questo modo.” Guardò oltre il fuoco. Jonathan e Francisco stavano seduti sullo stesso asciugamano, vicini-vicini e parlavano tranquillamente, con le teste inclinate l’una verso l’altra. Colin aspettava che si baciassero, ma c’erano ancora un sacco di persone in giro. Non che non fossero abbastanza ovvi anche senza farlo.
Pizzicò l’orecchio di Jared, facendolo sussultare e lanciare un gridolino, così da avere l’opportunità di fregargli la birra.
“Hey!” Jared rotolò sulla schiena, accigliandosi al suo indirizzo. Colin prese un sorso. “Ci ho sputato dentro.”
L'irlandese bbassò la bottiglia, leccandosi le labbra. “E allora? Ti ho baciato.”
“Ci ho pisciato dentro.”
“Davvero, e quando? Sei rimasto seduto qui tutto il tempo.”
Jared sospirò, poi si alzò in modo da appoggiare la testa sulla coscia di Colin. “Ci sono venuto dentro, effettivamente.”
“Anche questo è abbastanza improbabile.”
Jared sogghignò, intrecciando le mani sullo stomaco. Colin tenne la birra e gli spinse la testa, biascicando. “Non farlo.”
“Perchè?” Jared si voltò per guardarlo, gli occhi che riflettevano il chiarore del fuoco.
“C’è un sacco di gente qui introno,” biascicò nervosamente Colin.
“Allora?”
“Allora, sembriamo gay.”
Jared scosse la testa, abbassando le ciglia. “No, quando mi infili l’uccello nel culo sembriamo gay. Adesso stiamo sembriamo solo amichevoli e rilassati.”
Colin scosse la testa, ma non tentò più di spostarlo. Non era sicuro di cosa lo facesse preoccupare così, ma la paura nascosta rimase. Nessuno li stava guardando e Jonathan e Francisco sembravano molto più accoppiati di loro due – eppure, non sembrava che a loro importasse e Francisco era gay dichiarato – ma Colin era ancora nervoso.
“Penso si facciano delle maledette differenze,” disse Jared. “Le ragazze possono farsi le coccole e fare scherzare e nessuno ci vede niente di male. Gli uomini sono troppo nervosi.”
“Forse. Ma nell’antichità era diverso, non è così?”
“Alessandro ed Efestione dovrebbero dire di si,” Jared si tirò la maglietta abbassando lo sguardo per darci un’occhiata. “Ma una volta che mi hai infilato dentro l’uccello Colin, non ti è più permesso usare la scusa dell’eterosessualità con me.”
“Debitamente notato.”
Colin finì la birra. Francisco e Jonathan stavano ridendo di qualcosa. Dopo alcuni minuti, Jared si tirò su a sedere e si girò così da fronteggiarlo. Lo guardò dritto negli occhi. I capelli cominciavano ad uscirgli dalla coda.
“Vuoi?” chiese Jared.
Colin lo fissò. Le lunghe e scure ciglia di Jared gli proiettavano delle ombre sulle guance nella luce fioca.
“Voglio... cosa?”
“Quello di cui abbiamo parlato prima.”
Colin s’accigliò, confuso. Si chiese se avesse a che fare con la storia della lubrificazione.
Jared alzò gli occhi al cielo. “Lavoro di contorno/rimming? Infilare la tua lingua nel mio sedere? Adesso che ne hai parlato, mi hai fatto venire voglia.”
Colin fu lieto di non star più bevendo birra. Sputò fuori sorpreso, “Huh?”
“Vuoi che te lo dica in greco?”
La bocca di Colin si aprì, poi si richiuse. Avrebbe potuto trattare la faccenda in molti modi – con indignazione, disgusto o scherzando. Decise di essere onesto invece. “Non l’ho mai fatto prima d’ora,” ammise. “Non è un po’... sai...” fece una smorfia. “Schifido?”
Jared lo colpì forte sul braccio e Colin lanciò un gridolino. Si accigliò, massaggiandosi dove era stato colpito. “E che cavolo!”
“Per aver detto che il mio sedere è schifido,” gli disse in faccia. “Qualunque cosa voglia dire. So che non è niente di carino.”
“Non ho detto che tu sei schifido!” Jonathan e Francisco stavano guardando verso di loro, e Colin abbassò la voce. “Solo l’atto, capisci.”
“Mi farò una doccia.” Disse Jared. “Mi assicurerò di essere pulito e piacevole. Userò persino il gel doccia al mango se ti eccita.”
Colin stava ancora massaggiandosi il braccio. Guardò Jared dubbioso. “Ma te l’ho detto, non ho mai - ”
“Oh per l’amor di Dio,” Jared si mise in ginocchio, spingendo indietro i capelli. “Non è così difficile. Lecchi. Tiri fuori la lingua e lecchi. Davvero, non è scienza missilistica.”
“Belligeranza e derisione non sono le vie giuste per ottenere quello che vuoi sessualmente.”
Jared sospirò. Dopo un momento, si protese in avanti. Il suo respiro era caldo e umido contro l’orecchio di Colin mentre sussurrava: “Se farai questo per me, ti succhierò l’uccello così forte che non vorrai più che te lo faccia nessun altro. Ingoierò persino, se mi assicuri che sei pulito. Oppure puoi venirmi in faccia, o tra i capelli. O entrambi.”
Colin emise solo un suono, alzando le ginocchia. Il suo uccello concordava che fosse ora d’imparare cose nuove.
Jared si tirò indietro, umettandosi le labbra con la lingua così che brillarono alla luce del fuoco. Aveva le palpebre pesanti e lo sguardo appassionato. “E’ così che ottieni quello che vuoi sessualmente?” chiese.
“Torniamo all’hotel.”


Mentre Jared era nella doccia, Colin si sdraiò sul letto. Il letto di Jared perchè erano in camera sua. La stanza era quasi grande come la sua, così come il letto. Fissò il soffitto, aspettando che l’acqua si fermasse. L’ultima volta che si era sentito così sessualmente imbarazzato si era trovato sui sedili posteriori di un’auto con la sorella del suo miglior amico.
Quando Jared uscì dal bagno indossava un accappatoio, i capelli umidi sulle spalle. Mentre si avvicinava al letto, Colin annusò un alito di shampoo e sapone e quell’odore fresco di appena lavato, di pulito.
“Dio, odio le spiagge,” disse Jared. “La sabbia ti si infila in posti che neanche sai di avere.”
Jared s’arrampicò sul letto e gattonò verso di lui. Sedendosi sulle ginocchia, guardò fisso Colin. “Sei sicuro di volerlo fare?”
“Si.”
Jared spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e sorrise. “Non siamo costretti, sai. C’è quel tipo della crew delle luci. David credo si chiami. Mi lancia certe occhiate. Lui probabilmente lo farebbe.”
“Togliti l’accappatoio,” disse Colin, incerto. “Prima che cambi idea.”
Jared sogghignò e slacciò l’accappatoio. La luce sul comodino era accesa, e la sua pelle era ancora umida, così riflesse la luce. Aveva un corpo bellissimo – fianchi magri, uno stomaco piacevolmente piatto, un petto muscoloso ma non troppo. Aveva anche cosce stupende, forti ma morbide. L’uccello era rilassato al momento, ma lo era anche quello di Colin per il nervosismo.
“Allora, come vuoi farlo?” chiese Colin. “C’è qualche posizione da preferire?”
“Beh,” Jared lasciò che l’accappatoio gli scivolasse giù dalle spalle, poi lo strattonò per toglierselo dalle braccia. Era completamente a suo agio con la sua nudità. “Posso sempre vedere se riesco a mettermi le gambe dietro la testa.” Sorrise. “Ma non voglio traumatizzarti durante la tua prima esperienza. Mi sdraierò sullo stomaco.”
Colin si tirò su la maglietta e poi se la tolse, semplicemente perchè gli sembrava strano rimanere completamente vestito mentre Jared era nudo. Quest'ultimo gettò da parte l’accappatoio, poi si sdraiò sullo stomaco. Emise un sospiro deliziato, stiracchiandosi come un gatto, poi si rilassò.
Colin gli osservò il sedere, che era una curva piena e meravigliosamente tonda. Si chiese se ci si aspettava che ci si tuffasse dentro.
Jared girò il viso e gli sorrise. “Toccami un po’ se ti fa sentire più a tuo agio. Prendila con calma.”
Colin si mosse verso di lui. Quello poteva e voleva farlo. Passò una mano sul retro di una coscia, la pelle morbida sotto le sue dita. Jared gemette. Colin mosse la mano più in alto, palpandogli un po’ il sedere. Anche quello era morbido.
“Pensi che Alessandro facesse lavori di contorno/rimming ad Efestione?” chiese Jared pigramente.
“Come facevo a sapere che questa domanda stava arrivando?”
“Mmm, scommetto di si.” Colin aveva imparato che molto più che fare sesso, Jared amava parlare di sesso. “Scommetto che era l’attività perfetta per pomeriggi indolenti,” disse Jared. “Spingendo le ginocchia di Efestione indietro mentre se ne sta seduto sul suo bel triclinio e offrendogli una lezione di sesso orale.”
“Non credo che Alessandro avesse pomeriggi indolenti,” Colin fece scivolare la mano alla base della schiena di Jared, dov’era ancora così umido da risultare bagnato. Il giovane arcuò i fianchi.
“Scommetto che se Efestione voleva un po’ di sesso caldo, avrebbe trovato un sacco di tempo da dedicargli,” disse Jared, con la voce che si affievoliva.
Colin si sporse in avanti e lo baciò alla base della schiena. La sua pelle sapeva pungentemente di sapone. Leccò l’acqua che ancora si trovava in quel punto e Jared emise un gemito soffocato. Colin seguì con la lingua la linea della sua spina dorsale fino all’inizio del sedere. Poteva farcela.
“Sei lesto a capire,” mormorò Jared. “Adesso devi solo scendere più in basso.” Mosse le cosce, allargandole ancora di più cosicché Colin vi ci si potesse posizionare in mezzo. L'irlandese si sistemò contro il letto e gli diede un piccolo schiaffo sul sedere.
“Smettila di essere così dannatamente assillante.”
Jared gemette in maniera deliziosa. “Smettila di essere così dannatamente lento. Sentiti libero di colpirmi di nuovo comunque.”
Colin immaginò che la maniera migliore per provare qualcosa di nuovo fosse farlo a basta. Se non gli fosse piaciuto, beh, avrebbe smesso. “Bene. La smetto di essere lento.” Allargò le natiche di Jared e diede una lunga e decisa leccata lungo tutto il suo sedere. Non assaggiò niente che non fosse pelle pulita e data la reazione che ricevette da Jared, ne valse la pena.
Il giovane emise un lamento come se fosse stato pugnalato e per poco non cadde dal letto, le sue cosce si strinsero contro i fianchi di Colin. Gemette e lasciò cadere il capo contro i cuscini. “Oh si.”
“Si?” Colin si chinò in avanti e lo solleticò con la lingua, più specificatamente questa volta, stuzzicando la stretta piccola apertura che gli si presentò davanti.
“Si!” Le dita di Jared si stavano stringendo nelle lenzuola.
“Implora,” ordinò Colin. Non era poi così difficile, e le reazioni di Jared gli stavano ingrossando l’uccello.
“Prego?” si dimenò Jared. Le mani di Colin lo stavano tenendo aperto con decisione.
“Ho detto implora.”
“Per favore!” quasi gridò Jared. Colin soffiò sulla pelle bagnata, sperimentando, e Jared quasi artigliò il materasso.
“Per favore cosa?”
“Per favore scopami con la lingua,” disse Jared senza fiato. Gemette implorante. “Ficcamela dentro.”
“Continua con il linguaggio sconcio.” Colin si avvicinò e applicò la sua lingua, sulle prime in tentativi ma poi si trovò sempre più a suo agio. Jared era perfettamente pulito e a parte il suo continuo dimenarsi, era abbastanza facile. Leccò, solleticò, mosse la lingua in circolo e riuscì persino ad avere il sangue freddo di spingerla un po’ dentro. Jared continuò a gemere, gridare e a commentare il suo piacere.
“Si, scopami il sedere con la lingua, scopami, scopami, scopami,” la sua voce era un pesante, roco bisbiglio di domanda. “Di più. Scopami di più, per favore. Più lingua.”
Fermandosi per un momento, Colin vide che ora Jared teneva una mano sotto di lui, muovendo i fianchi. I suoi capelli erano sparsi sul cuscino e aggrovigliati sulle spalle, il viso girato di lato, le guance arrossate, gli occhi chiusi.
“Ti devo far venire in questo modo?” mormorò Colin. Il suo uccello stava premendogli contro i jeans, contro il letto.
“Cazzo, si,” rispose Jared senza fiato. “Continua così e non ci vorrà molto.”
Con la promessa di quel pompino futuro, Colin tornò al suo lavoro con zelo. Si sorprese di quanto in là potesse spingere la lingua dentro di lui. Jared stava spingendo contro il suo viso, schiacciandolo ad un certo punto, minacciando di staccargli il naso. Colin gli fece riappoggiare i fianchi sul letto e lo tenne in posizione mentre lo leccava lentamente e piacevolmente.
Fu tutto finito, approssimativamente, in cinque minuti. La pelle di Jared era ora umida e calda di sudore invece che dell’acqua della doccia. Fece un casino della malora quando venne e Colin fece scivolare una mano sotto di lui per assisterlo durante il processo. Era contento che fosse il letto di Jared e non il suo.
Quando ebbe finito, Colin si alzò a sedere sulle ginocchia. Si pulì la bocca col braccio, poi si aprì i jeans per alleviare un po’ il disagio. Jared rotolò sulla schiena, ansimando. Il suo basso ventre riluceva di sperma, anche se la maggior parte era finita sulle lenzuola.
“Grazie,” ansimò Jared, spostandosi i capelli aggrovigliati dal viso. “Dammi un minuto per riprendermi, poi ti restituirò il favore.”
“Prenditi il tempo che ti serve.” Colin scese dal letto e, più discretamente che poté, andò al bagno e trovò del colluttorio con cui sciacquarsi la bocca. Non che avesse un sapore cattivo sulla lingua, era solo l’idea. Germi e tutto il resto.
Quando ritornò, Jared si alzò su di un braccio e ridacchiò. “Sto cercando di non farmi complessi. È stato schifido dopo tutto?”
Colin finì di slacciarsi i jeans e se li tolse, assieme ai boxer. Il suo uccello si era rilassato ed era semi eretto. “No. Mi spiace.” Fece una smorfia. “E’ solo che...”
“Non c’è bisogno che ti spieghi,” ridacchiò Jared. “Se avessi ficcato la lingua nel tuo sedere, anch’io mi sarei risciacquato la bocca dopo.”
“Seriamente?”
“Seriamente.” Lo assicurò Jared. “E’ davvero una buona idea, saggezza igienista. Solo ricordati che hai un sacco di germi anche nella tua bocca. Non è solo colpa mia.”
“In quel caso, forse avrei dovuto farlo anche prima.”
Jared sussultò. “Probabilmente avrebbe bruciato. Sono contento che tu non l’abbia fatto.”
Colin risalì sul letto. Jared guardò l’uccello di Colin, poi si leccò le labbra. “Devo occuparmi di una ricompensa.”
Jared lo fece sedere sulle ginocchia di fronte a lui mentre s’inginocchiava a sua volta. Ci volle veramente poco perchè gli ridiventasse duro di nuovo, questa volta all’interno della calda, soffice nicchia della bocca di Jared. Ansimò e spostò i capelli di Jared dal suo viso così da poterlo guardare.
Fedele alle sue parole, il ragazzo lo succhiò forte, mantenendo uno stretto risucchio con le labbra e prendendolo dentro profondamente. Colin afferrò i suoi capelli umidi, spingendo minimamente i fianchi. Le mani di Jared scivolarono sulle sue cosce, poi gli presero a coppa i testicoli. La punta del suo naso continuava a strofinarsi sullo stomaco di Colin, le sue lunghe ciglia battevano velocemente mentre lavorava. Colin gli accarezzò la guancia e la sentì gonfiarsi a causa della punta del suo uccello.
Neanche lui poteva durare molto. Mentre si stava avvicinando al limite, Jared smise e alzò lo sguardo su di lui, spostandosi i capelli dal viso. I suoi occhi brillarono alla luce. “Come vuoi venire?” L’uccello di Colin tremava e doleva di desiderio, con la punta che continuava ad accarezzare il labbro inferiore di Jared. Voleva solo tornare dentro.
“Io... Come vuoi che venga?”
“Beh, sei nello stato d’animo di vederlo sprizzare sul mio viso? O preferisci qualcosa di più semplice?”
“Sorprendimi,” disse Colin, completamente incapace di pensare.
Jared ridacchiò, poi gli rivolse uno sguardo serio. “Sei sano?”
“Si.”
“Me lo giuri?”
“Lo giuro sulla vita di mia madre.”
Jared annuì, poi fece riscivolare la sua bocca su di lui. Colin boccheggiò e quasi venne solo per il ritorno della stimolazione.
Riuscì a resistere per un altro minuto, poi emise un grido strozzato quando il suo uccello si contorse e sentì una cascata di calore. Jared fece scivolare via la bocca e lo tenne in mano, accarezzandolo con decisione. Colin rabbrividì mentre cominciava a venire.
Jared combinò vari metodi, lasciando che alcuni getti gli finissero in bocca, altri gli colpissero la guancia e poi altri sul naso. Altri gli colpirono pure i capelli, anche se sembrò accidentale. Colin collassò sul letto quand'ebbe finito, ansimando. Jared si tirò su a sedere, pulendosi la guancia e il naso e poi succhiandosi le dita per pulirle. Colin lo osservò, pensando che quando se ne fosse accorto, forse l'avrebbe ucciso.
Dopo un minuto, Jared si arrampicò sul suo corpo prono e abbassò lo sguardo su di lui. Aveva tolto tutto, ma c’erano ancora tracce lucenti sul suo viso. Si leccò le labbra. “Peccato tu abbia già finito, o mi sarei seduto sul tuo uccello.”
“Beh, questo ci darà qualcosa da fare più tardi.”
Jared sorrise e rotolò via da lui. Colin chiuse gli occhi, godendosi il ronzio nelle sue vene.
“Ugh! I miei capelli!” Sentì Jared esclamare dal bagno un minuto dopo. Colin ridacchiò.
Mantenendo la tradizione, dopo che Jared fu uscito dal bagno, si stesero assieme sul letto e divisero una sigaretta. Nessuno dei due si preoccupò di rivestirsi. Jared aveva aperto una finestra cosicché la fresca brezza dell’oceano soffiava ora sulla loro pelle. Colin osservò il fumo venire spinto via dall’aria sopra il letto.
“Pensi che Alessandro ed Efestione fumassero dopo?” chiese Colin.
Jared gli prese la sigaretta. “Efestione fumava sempre.”
Colin sorrise pigramente e osservò il soffitto. “Sai, dobbiamo fare un po’ di esperimenti e cercare di capire cosa usavano come lubrificante. Per il bene dei nostri personaggi, certo.”
Jared si girò verso di lui sorridendo maliziosamente. “Cominciamo con lo sputo.”

Edited by ssyn3 - 15/12/2008, 01:18
 
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irishvale
view post Posted on 15/10/2006, 15:44




*ç* continua ti prego!!!complimenti davvero per l'ottima traduzione
 
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*Perpetua*
view post Posted on 15/10/2006, 16:26




Concordo ottima traduzione!! E grazie ancora x tutto questo...
Cmq Vale..tieniti pronta xkè il terzo capitolo è fenomenale!!
 
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Bliss
view post Posted on 15/10/2006, 17:37




i capelli xD xD

Ottimo! Grazie :**
 
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irishvale
view post Posted on 15/10/2006, 19:02




bene allora allacciamo le cinture di sicurezza!!!
 
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*elisapuchu*
view post Posted on 16/10/2006, 17:46




Ecco, leggendo queste cose credo ancor più fermamente che dovevo nascere uomo.

Grazie mille Barbara, se continuiamo così ...:shifty:
*________________________*
 
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VampireBlood
view post Posted on 16/10/2006, 20:57




Volgio nascere uomo **
 
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LoSlasher.
view post Posted on 3/11/2006, 00:35




bello..la mia prima fic...non sono della sponda giusta per voler provate certe cose..non ora..vabbè però apprezz oun sacco lee traduzioni..sono spettacolari, scirtte molto molto bene.
a cmq il rimming è la traduione inglese di "anilingus".
da anis = ano
e lingere =leccare

e presumo (grazie al potere dello slash!!!) che il vocabolario indichi "lavori di contorno"perchè oltre ad infilarsi la lingua nello sfintere credo che si leccassero le parti esterne dell'ano perchè è pieno di terminazoni nervose..come gran parte dei genitali.

è una pratica che può essere praticata sia da donne con uomini che donne con donne (mmmhhh.. XQ___) che uomini con uomini!
 
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+demon+ [Sucker_Blood]
view post Posted on 3/11/2006, 16:59




grazie della spiegazione! pensavo fosse qualcosa di simile anche perchè poi è spiegato nei minimi dettagli!
 
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ssyn3
view post Posted on 3/11/2006, 23:34




Grazie tantissimo per la traduzione esatta in italiano! Quante cose s'imparano... XD
 
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VampireBlood
view post Posted on 10/11/2006, 22:14




Dovete capire che Thommy è uno die tanti Dei del sesso.

AHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!!
 
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Blu Eyes ^^
view post Posted on 31/3/2008, 09:21




Certo che la lezione di rimming :drool: ..eh me ne ha ricordata un'altra quella di Brian e Justin :drool:
 
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view post Posted on 5/5/2008, 02:21
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Rimming... mmm... più chiaro e sbavoso di così, si muore... e di questo passo, io sul serio non ci arrivo viva, alla fine di questa fanfic... :drool: :drool: :drool: :drool: :drool: :drool: :drool:
 
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*Crazy Diamond*
view post Posted on 3/6/2008, 01:01




:drool: :drool: :drool: :drool: :drool: :drool: :drool: :drool: me in questo momento :drool: :drool: :drool: :drool:
waaaaao,grazie per l'ottima traduzione image
 
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Karupin
view post Posted on 8/7/2008, 14:36




CITAZIONE
“...Si, scopami il sedere con la lingua, scopami, scopami, scopami,” la voce di Jared era un pesante, roco bisbiglio di domanda. “Di più. Scopami di più, per favore. Più lingua...”

Quà sono letteralmente morta O.O
Jared è terribile xD

Bellissima traduzione ^^
 
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19 replies since 15/10/2006, 02:07   1218 views
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