L'amore è un covo di Assassini., Capitoli XIII e XIV.

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~ Adamic
view post Posted on 5/7/2010, 20:40




Altri due capitoli così non andate in astinenza :-D Sono felice che vi piaccia, lo dirò subito alla Mery!

Capitolo n. 13

La visita alla cittá fu interrotta da un temporale improvviso.
Jared e Colin si rifugiarono in un bistrot per bere qualcosa; c’erano alcuni pescatori che giocavano a carte ed altri che bevevano birra.
Nessuno fece caso a loro.
“Ecco potremmo venire a vivere qui Jared, hai visto, per la prima volta non ci scattano foto con cellulari o chiedono autografi..”
“Sí, forse sarebbe la soluzione ideale, poi magari ai rudi marinai potremmo anche risultare simpatici..”
“Come in Querelle de Brest? Forse un po’ troppo simpatici..” – rise, ordinando due bicchieri di vino.
“Bevo soltanto questo, promesso.. Ne avevo voglia, ma ormai so controllarmi.”
“Ne sono sicuro Cole, non farti paranoie con me.. Se ti senti di fare qualcosa basta dirlo, io capiró.” – replicó sorridente.
“Una cosa me la sentirei di farla, ma non qui..”
“Vuoi giá tornare in albergo?”
“Tanto fuori piove.. Vogliamo visitare un’altra chiesa prima di cena?”
“Non necessariamente..” – disse Jared ridendo.
La stanza era buia, entrarono e Colin chiudendo la porta ci spinse Jared contro, baciandolo – “Non accendere.. ti prego..” – sussurró – “Sai di bordeaux Cole..” – “Anche tu..” – rise – “Jay sai una cosa?..Adoro sentirti parlare.. raccontare.. cantare.. Ma adesso.. non dire niente..”
I loro occhi si abituarono presto a quella semi oscuritá, ma a Colin piaceva guardare il proprio compagno mentre facevano l’amore, quindi accese la piccola lampada fissata sopra al davanzale, mentre a passi lenti raggiungevano il letto, spogliandosi a vicenda.
Nessuna foga, di tempo ce n’era per stare insieme, per volersi bene: l’approccio era stato sensuale, ma poi in Colin prevalse un impulso diverso, un desiderio di ricoprire Jared di attenzioni.
Si soffermó a guardarlo, mentre steso sulla trapunta dai colori provenzali, stava cadendo in quel volo di sensazioni piacevoli, pronte a fondere i suoi respiri alle mille espressioni di appagamento assoluto che Colin riusciva a infondergli possedendolo, ma lui era lí, quasi immobile, in contemplazione: Jared gli accarezzó il petto e Colin strinse i suoi polsi garbatamente, come se avesse paura di fargli del male.
Lo tiró a sé, baciandolo e stringendolo: la sua quiete sparí, simultaneamente all’intensificarsi dell’acquazzone oltre le finestre rimaste chiuse.
Fece scivolare la trapunta e Jared sul pavimento di moquette marrone scuro, trascinandoli insieme a lui.
Tra le sue mani, Jared si sentiva come un frammento di creta da plasmare, non opponeva alcuna resistenza, lo lasciava condurre quel gioco, amava l’energia di Colin, la sua fisicitá, il desiderio debordante e senza freni che investiva il suo corpo. Lo fissava, a tratti, mentre Colin lo girava su di un fianco, schiudendo le sue gambe, per quel poco necessario a tornare ad amarlo, un varco verso la gioia compiuta.
Colin chiuse gli occhi, tornando con la mente alle onde dell’oceano che aveva guardato a lungo; si muoveva dentro a Jared nello stesso modo, finché lui si sentí pervadere, un turbinio di acqua e sale, capace ogni volta di soggiogarlo.

Colin tornó a baciarlo, come a volerlo ringraziare.
A quel punto, in un punto qualsiasi di quel giorno, Jared decise di amarlo a propria volta, non accadeva da tempo, anche se Colin ambiva a quel momento, a quel contatto, ma era come se non volesse che Jared si stancasse, si indebolisse, era l’ennesima attenzione che lui metteva nel loro rapporto.
E non esisteva null’altro che il suo corpo che cercava qualcosa da stringere, mordere e poi strappare, perché Colin viveva la sottomissione al suo Jared come qualcosa di scabrosamente meraviglioso, provava piacere e dolore, solo in quel modo riusciva a consegnarsi a lui, per sempre.
In ginocchio ai piedi del letto, le mani di Jared che lo prendevano per le spalle, poi per i capelli, i graffi sulla sua schiena, un dolcissimo martirio, mentre l’orgasmo dilagava tra le sue membra.
Jared lo abbandonó, alzandosi piano, guardandolo, per poi riprenderlo per un braccio, affinché Colin non si accasciasse completamente ai suoi piedi, provato, quasi distrutto, ma inebriato da quell’amplesso: sollevó il viso, guardandolo, schiuse le labbra, come a volergli dire qualcosa, ma Jared bloccandolo per la nuca, gli venne ancora sul collo, in quel piccolo solco, pronto a raccogliere una scheggia di brutalitá da parte di quell’angelo ammaliatore.
Colin era in estasi.
Jared se ne andó: entro nel bagno e chiuse la porta a chiave.
Aprí i rubinetti della doccia, l’acqua bollente e poi gelida gli ridiedero un minimo vigore.
Provó a rilassarsi, ma l’inquietudine che lo accompagnava da qualche giorno si riaffacció tra i suoi pensieri.
Colin pensava volesse restare da solo. Andó sul balcone per lavarsi con la pioggia, che non aveva mai smesso di cadere copiosa.
Rientró, congelato, mentre Jared era tornato nella stanza: “Colin.. Ma che cazzo..?!” – prese una coperta e lo avvolse velocemente – “Ma vuoi prenderti una polmonite Cole?! Sei impazzito…?” – “No.. Ti sei chiuso dentro e non volevo disturbarti.. Non so perché lo hai fatto.. Se hai voglia di spiegarmelo, se no va bene lo stesso.. Cazzo che freddo..!” – rise, mentre Jared lo stringeva forte.
“L’ho fatto senza rendermene conto.. Scusami Colin…”
“Ok, non pensarci adesso, vieni andiamo a dormire, sono a pezzi..”

Saint Malo e Brest erano le tappe successive del loro breve viaggio.
“Come sei silenzioso Jared…”
“Guardavo il mare, c’è una gara di vela.. credo..”
“Sicuro?” – chiese Colin sorridendo, mentre accostava in un piazzale, sopra alla scogliera – “Allora fermiamoci qui, cosí la vedrai meglio.”
Jared aprí il finestrino e si tolse gli occhiali da sole.
Chinó la testa, pulendo le lenti con i lembi della camicia bianca, stropicciata e vissuta, con qualche strappo ed alcune scritte fatte da Colin, che abbassó di poco lo schienale, mettendosi di traverso, come a volerlo guardare meglio.
“Volevo.. Volevo solo cercare le parole giuste per chiederti scusa Cole..” – disse con voce quasi apprensiva.
“Scusa per cosa..?”
“Per ieri sera..”
“Ieri sera?.. Non capisco, è stata una serata fantastica, mi sono perso qualcosa?”
“Dai Cole, sai di cosa parlo..”
Farrell alzó gli occhi e con un’espressione bizzarra replicó ridendo – “Ahh adesso ricordo, forse ti riferisci al fatto che.. No aspetta, come devo spiegarti io una cosa che dovresti spiegarmi tu Jared?”
“Senti, visto che entrambi sappiamo di cosa stiamo parlando, ti chiedo scusa e basta..” – e si reinfiló i rayban a goccia, che Colin gli aveva regalato a Los Angeles.
Sbuffando glieli tolse con delicatezza: “Tu ed io, JJ Leto, dobbiamo fare un discorso, che forse non ti piacerá.”
“Ti ascolto..” – “E voglio guardarti negli occhi mentre ti parlo, ok?” – “Ok..” rispose Jared con aria smarrita.
“Ma cosa ti è successo? Hai paura di qualsiasi cosa, hai paura di noi. Hai paura di avere un bambino da accudire insieme a me, hai paura di avere una famiglia insieme a me, hai paura persino di fare del sesso un po’ spinto insieme a me, che sono il tuo compagno e che sai perfettamente che non ti giudicheró mai, che non avró mai imbarazzi, con il quale potrai dire e fare tutto ció che ti passa per la testa.. Io la vorrei aprire quella zucca per vedere dentro cosa ci trovo e magari ci faremmo entrambe un mare di risate Jared..!” – il suo tono era severo, ma il sorriso non aveva mai abbandonato il volto abbronzato e l’espressione serena e comprensiva.
“Sento il tuo disagio da quando Alicja si è dimostrata disponibile nei nostri confronti. So che all’inizio il primo a dubitarne sono stato io, ma ora ho fiducia e se sará disattesa, vorrei avere un porto dove tornare a leccarmi le ferite.. Sempre che non ti scandalizzi troppo il gesto, ovvio!”
Jared lo fissó, poi scese, dirigendosi verso la ringhiera in ferro bianco.
C’era uno di quei binocoli a gettoni, per guardare il panorama.
Il posto era stupendo, ma lui non stava vedendo niente di quello che li circondava.
Anche Colin scese ed allargando le braccia gli si avvicinó – “Avanti! Cosa vogliamo fare Jared? Devo pensare prima di agire o parlare ogni volta? Devo sentirmi come uno di quei mariti sempre sotto pressione?”
“Con una moglie isterica al fianco?” – gli chiese Jared.
“Tu non sarai mai una moglie isterica e forse.. Forse sbaglio a definirmi un marito, per te, sbaglio a dire che Hanry è nostro figlio e..” – “Questo è il punto cazzo! Cole il bambino.. il bambino non è nostro figlio..” – dicendolo scoppió a piangere, cadendo in ginocchio.
“Jared… Jared ti prego.. Andiamocene da qui, parleremo con piú calma altrove..”
“Nooo! Io voglio parlarne adesso Cole!”
Si rannicchió vicino al muretto in mattoni di colore giallo ocra, raccogliendo le gambe ed appoggiando la testa alle ginocchia per un istante, ad asciugare le lacrime, prima di continuare.
“Avrei.. avrei voluto parlarne a Shannon, forse anche a Tomo, una volta tornato a Los Angeles.. Ma poi ho capito che era con te e solo con te che dovevo parlarne e sfogarmi Colin..”
“Va bene..” – si mise a sedere davanti a lui – “Va bene Jared, parlami.. Non aspetto altro..” – gli sfioró il viso con la mano incerta, nel timore di ascoltarlo.
“Avevo.. avevo tanti sogni, tante aspirazioni proiettate sulla nostra relazione quattro anni fa.. Ormai sono quasi cinque a dire il vero, ma è come se fosse passata solo una notte dal momento in cui ti lasciai Colin.. E la decisione presa, fu il piú grande rimpianto della mia vita, fino al momento in cui ci siamo incontrati di nuovo.. Tutti i desideri e le esigenze, tutto era vanificato dai tuoi comportamenti poco ortodossi.. Certo, ne eri uscito, ma io non ho avuto fiducia in te ed in noi, me ne saró scusato un mare di volte.. Cosí arriviamo ad oggi, a questi anelli, al bambino, alla nostra casa, alla famiglia che tu ed io siamo diventati, nel nostro cuore, che è il posto migliore che io conosca.. Tu hai realizzato tutti i miei sogni.. Tu mi hai dato ció che volevo.. Purtroppo, peró.. Mi sono reso conto che tutto quanto io potessi agognare, non era ció che volevo.”
“Non era ció che volevi o è il modo in cui lo hai avuto ad essere sbagliato Jared?”- gli chiese con aria sconfortata.
Jared prese fiato – “Hai.. hai ragione.. il modo..” – ma inizió a respirare con difficoltá – “Jared?.. Cos’hai Jared?!” – le urla di Colin venivano assorbite dal canto stridulo dei gabbiani posatisi sulle rocce sotto di loro.
Lo caricó di corsa sull’auto e ripartí a forte velocitá verso Saint Malot, poco distante.
L’ospedale era fortunatamente all’ingresso della cittadina.
Colin entró con Jared in braccio chiedendo aiuto e venne subito soccorso.
Trascorsero un paio di ore, durante le quali i medici lo fecero accomodare in una saletta, prima che un’infermiera lo chiamasse.
“Venga pure, il suo amico sta molto meglio.”
Il dottore che aveva seguito Jared, lo fermó in corsia e con molta discrezione gli chiese di andare nel proprio studio.
“Buongiorno, sono Maurice Dessaix, volevo solo farle qualche domanda signor Farrell.”
“Mi chiami pure Colin, la ringrazio per l’assistenza, come sta Jared?”
“È tutto a posto, guardi.. “ – prese la cartella medica – “Era soltanto disidratato.. Ha avuto un lieve collasso, che lei sappia è la prima volta che succede?”
“Non ricordo.. Io non so.. No aspetti, era successo qualcosa di simile in Tailandia, qualche anno fa, giravamo un film..”
“Questo è in un certo senso rassicurante, ma vede, credo che abbia avuto una forte emozione, le risulta?”
“Era agitato, sí, era nervoso, preoccupato per una questione familiare, stamattina me ne stava parlando e poi si è sentito male..”
“Il signor Leto mi diceva di un’alimentazione vegana.. Come medico non sono molto a favore di questi estremismi, ma penso che non abbia mangiato e bevuto molto nelle ultime ore..”
“Sí, credo che non abbia mangiato e tanto meno bevuto a sufficienza dottore.. Mi preoccuperó che questo non accada in futuro.”
“Conosco il vostro lavoro, lo apprezzo molto, vi seguo, ma non sapevo che giraste un nuovo film insieme..”
“Un nuovo film..?”
“Mi pareva di avere inteso che lei ed il signor Leto vi vedrete per molto tempo.. Pensavo ad un nuovo impegno cinematografico..” – disse sorridendo.
“Sí, ma è un progetto di cui la stampa non è informata..”
“Nessuno saprá di voi e di questo ricovero, che per me termina qui. Ecco la lettera di dimissioni e la prescrizione per un integratore vitaminico. Se il suo amico si rifiuterá di prenderlo, l’autorizzo a lasciarlo sulla prossima scogliera..” disse ridendo ”Perché dovrebbe rifiutarsi dottore..?” – domandó incuriosito – “Perché contiene anche proteine animali, ma non glielo dica.. Stanza numero tre, buon viaggio.. Me lo fa un autografo Colin?” – “Sí.. sí certamente..”



Jared si stava rivestendo.
Aveva un bel colorito, merito delle flebo che gli erano state somministrate, oltre a tre fette di dolce ed un tè caldo preparato da due interniste molto premurose.
“Ciao campione.. Vogliamo andare?..”
“Sí, prima che mi portino un’altra porzione di dolce, mi hanno scambiato per un tacchino..” – replicó sorridendo.
Una volta risaliti in auto, Colin prese la mano sinistra di Jared e ne bació il palmo, sfiorando con le proprie dita la fede in oro bianco: “Mi dispiace Jared..” – “Ti dispiace per la mia stupiditá Colin?..”
“Avere paura di qualcosa non è certo stupido, è semplicemente umano.. Ho corso a testa bassa verso un’unica direzione, senza neppure chiederti se ti andava bene o meglio, senza capire che quando eri d’accordo non ne eri poi cosí convinto..”
“L’unica cosa che so da quando ti conosco Cole è che ti amo.. Vorrei partire da qui insieme a te, tenendoti per mano, senza né trascinarti e neppure essere trascinato.. So che riesci a capirmi.”
“Sí.. Siamo un’unica persona, un’unica anima Jared..” – lo bació, stringendolo con emozione e coinvolgimento.

Al loro risveglio all’alba, nell’albergo in Marocco, dopo quella prima notte insieme, fatta solo di un lungo abbraccio, di parole e segreti inconfessabili, Colin si era messo su di un fianco, guardando Jared che faticava a svegliarsi.
“Dobbiamo andare Jared.. Vuoi farti tu la doccia per primo..?”
“Ciao.. No, l’ho fatta ieri sera, ho un eritema sulle spalle, devo mettere una pomata.. Puoi aiutarmi?”
“Certo..” – rispose massaggiandosi gli occhi – “Dove l’hai messa?”
“È lí, nella tasca del mio giubbotto..”
“Ok, la prendo io.. Ecco, trovata, togliti la casacca..”
Jared la sfiló dalla testa, raccogliendo poi con la mano sinistra i capelli lunghi.
“Sí.. bello sfogo, come è successo?”
“Quelle zanzare.. o moschini.. Non lo so, mi danno il tormento da giorni..”
“Faccio male?”
“No.. anzi, hai due mani leggere, non l’avrei mai detto..” – disse ridendo.
“Non sono lo scaricatore di porto che credi, sai?” – rise anche lui – “A posto.. Aspetta, hai una bollicina anche qui, sul petto..”
“No cazzo, dobbiamo fare la scena della lettera di Olimpiade oggi.. Ho visto lo story board, devo entrare nella stanza a petto nudo..”
“È solo un foruncolo.. non preoccuparti..”
Era vicino al capezzolo destro, Colin ci mise un briciolo di quell’unguento profumato e Jared respiró per un attimo con piú intensitá.
“Vado a vestirmi Cole, è tardissimo.. Grazie.”
Colin stava guardando il faro di Saint Malo, a poche centinaia di metri dal loro albergo: Jared si era steso, dopo avere preso i farmaci ricostituenti.
Si voltó verso di lui, pensando ad alta voce, dopo che i ricordi africani gli erano balenati nella mente all’improvviso – “Dovevamo fare l’amore quel mattino Jared..” – “Quale mattino?” – “Quello della nostra prima notte.” – “La ricordo.. lo abbiamo fatto pochi giorni dopo, peró…” – “Sí, ma quel mattino sarebbe stato incredibile.. Ti eri eccitato quando ti sfiorai qui..” – ed indicó il punto, spostando la camicia che Jared indossava in quel momento, dopo essersi seduto sul bordo del letto. Lui gli prese la mano, spostandola dalla parte opposta – “È vero, hai ragione, tu mi eri giá entrato nel cuore.. Ero giá tuo e lo sapevi..” – “Sí, lo sapevo Jay.. Stai meglio ora?..” – “Sí sto bene amore.. Non stavo bene da Parigi.. da quella sera, ricordi?” – “Sí, quando hai dato da mangiare a..” – “Al nostro bambino..” – sorrise, prendendo anche l’altra mano di Colin, baciandole poi entrambe, strette tra le proprie, tremanti, ma solo per l’emozione – “Al nostro Hanry.. Tuo e mio.”
Colin lo abbracció felice – “Sí.. nostro figlio..” – ribadí guardandolo, prendendogli il viso tra le mani, baciando il suo sorriso, commosso dalla reciproca convinzione – “Nostro figlio Colin, hai ragione, l’hai sempre avuta.. Andiamo.. andiamo a prenderlo?” – “Va bene, Brest la vedremo un’altra volta, chiamo Alicja. Grazie, Jay, grazie..”

Il volo per Los Angeles fu movimentato da Hanry, dai suoi cambi, dai pianti, dalle risate e dalle attenzioni riservate dal personale femminile.
Colin non gradiva molto che altri toccassero il bambino.
Lo aveva sistemato tra Jared e lui, nel sedile centrale, mentre Talita sarebbe tornata solo alla domenica.
“Abbiamo tre giorni tutti per noi Jared..”
“Sí, lo portiamo a casa nostra? Alicja è d’accordo?”
“Sí, gliel’ho detto e siamo rimasti che lo porto a casa sua quando arriva la governante..”
“Bene.. Ci divertiremo Hanry..” – lo disse dandogli un pizzicotto affettuoso sul mento, guardando poi Colin, che assisteva sereno al nuovo atteggiamento di Jared.

“Annullare le date della settimana Jared? Ma cosa ti viene in mente?”
Shannon si arrabbió parecchio per quella novitá. Tomo, seduto in un angolo della sala di incisione, sbuffó e poi decise di intervenire nella discussione.
“Shan non farne un dramma, cerca di capire tuo fratello..”
“Ti ci metti anche tu adesso? Io capisco quanto siano legati, ma il lavoro è una cosa seria! Jared tu sai bene quanti sacrifici abbiamo fatto Tomo ed io!”
“Certo ragazzi.. Certo so bene di chiedervi molto, ma non posso rinunciare a questi giorni insieme a Colin ed al bambino.. Ti prego Shannon..”
“Pregarmi per cosa? Non posso mica obbligarti.. Rimanderemo, diró che tu stai male, ci inventeremo qualche balla, cerca almeno di non farti vedere in giro o al limite dico che hai un problema alla gola, ricordati almeno di mettere una sciarpa, anche se ci saranno quaranta gradi all’ombra cazzo..”
“Grazie Shan.. grazie Tomo..” – gli disse con gli occhi lucidi.
Loro lo abbracciarono, affondando i visi nelle sue spalle, dandogli due sonori baci sulle guance – “Vi voglio bene..” – “Anche noi.. ti amiamo tantissimo Jared..” – disse Shannon, aggiungendo poi una considerazione, che non poteva lasciare nel silenzio – “Jared.. Ma la storia del bimbo, mi avevi scritto che eri in difficoltá con quel modo di pensare di Colin..” – “È vero.. è vero, ma poi ho capito che dovevo almeno provarci.. Colin ne è cosí felice..” – “Ok, fai come vuoi, noi due ci saremo sempre per ascoltarti..” – “Adesso vado, Cole è a casa con Hanry ed avrá bisogno di una mano..”
Aprí la porta, ma fu fermato da un’ultima frase di Shannon – “Jared.. Il tuo Colin ha cercato la sua normalitá con Alicja ed è stato un disastro, ora a me sembra voglia provarci insieme a te: vi auguro che sia la volta buona..”
“Speriamo.. Ciao, vi telefono domani.”

Capitolo n. 14

Colin stava scattando delle foto con la digitale al piccolo Hanry, che si rotolava tra le coperte ed il tappeto musicale regalatogli da Jared, che entró proprio in quell’istante, trovandoli a ridere per delle pose irresistibili.
“Ciao amore, vedo che vi state divertendo alla grande..”
“Ciao cucciolo, vieni che ti immortalo con questo despota!”
“Ok.. prendo solo da bere, ne volete?”
“No grazie, io sono a posto, Hanry ha due bottigliette di succo di frutta ed acqua.. anche se non so che fine abbiano fatto, forse sono sotto al divano..”
Jared andó in cucina e si versó, per poi tracannarla a stomaco vuoto, una tequila, nonostante fossero solo le dieci di mattina. Poi si sciacquó la bocca con dell’acqua gelida e mangió delle patatine molto salate.
Riprese fiato e tornó da loro.
“Eccomi, allora queste foto..?”
“Sistemati come vuoi..”
“Qui va bene?..”
“Sí.. aspetta che.. hai gli occhi lucidi Jay, hai pianto?...”
“No, cioè sí, un po’ con mio fratello e Tomo.. Comunque non ho avuto problemi per il concerto, ma erano preoccupati per me, avevo detto a Shannon che non ero stato bene..”
“Capisco.. Ok, lo chiamo stasera cosí lo ringrazio e parlo un po’ con lui, se sei d’accordo..”
“Certo, ne sono felice .. Vieni Hanry, dobbiamo farci un bel ritratto..” – lo strinse ed il bimbo inizió a parlare a modo suo, ripetendo il suo nome – “Ti amo piccolino.. Non sai quanto ti amo piccola peste..”
Colin li guardava, ma avvertiva una nota stonata in quei momenti di complicitá.
“Quando eri fuori l’ho portato un po’ in spiaggia, ora fa caldo, ma potremmo uscire nel tardo pomeriggio quando si sveglierá, cosa ne pensi Jared?”
“Si, è una splendida idea.. Anzi, penso che anche noi due potremmo… è da quando siamo usciti da quell’ospedale che non abbiamo piú fatto l’amore ed è una tortura..”
“Anche tu mi manchi da morire Jared.. Ora stai meglio è questo che conta..”
“Non mi sono collassato per il sesso.. Anzi, per l’amore.. Noi non scopiamo, noi facciamo sempre l’amore.. a volte un po’ spinto..” – rise – “E meno male che Hanry non capisce ancora le mie parole…” – “Questo lo pensi tu ahahahhah … Forse la sa piú lunga di noi Jared..” – “E se fosse gay anche lui?” – chiese all’improvviso, ma Colin scrolló le spalle – “Non sarebbe un problema.. Spero che trovi un uomo in gamba, come è successo a me.” – sorrise, incontrando il viso e lo sguardo di Jared, come sospesi tra strani pensieri.
“Sono io quello fortunato Colin..” – disse alzandosi.
“Dove vai Jared?”
“Preparo qualcosa da mangiare, Hanry ha fame.. quando si morde le mani in quel modo mi dice che vuole uno spuntino.. Tieni, riprendilo..” – glielo passó sorridente, ma distratto.
Colin aveva preso un box dove lasciare Hanry tra giochi e giostrine musicali.
“Ok campione, vediamo se ti piace.. Papá deve andare a parlare un po’ con il nostro Jay.. torno subito..” – e lo mise a sedere tra rane di peluches e giochi in gomma, tutti da masticare e tirare in giro per la stanza.
Jared stava tagliando delle verdure da frullare per il piccolo Hanry.
Colin lo abbracció alle sue spalle, cingendolo all’altezza della vita.
Gli diede un bacio tra il collo e la spalla destra, sussurrandogli un “Ti amo..”, al quale Jared piegó all’indietro la testa, chiudendo gli occhi, poi voltandosi lo bació, stringendosi a lui completamente, dopo avere lasciato sul ripiano tutto ció che stava facendo.
“Portami via Cole.. via da me stesso..”
“Ovunque vorrai, pur di vederti felice.. Vieni.”
Entrarono in camera da letto, Colin lo baciava con gioia, Jared lo sentiva vicino, era al sicuro nella loro casa, con il bambino piú dolce dell’universo, tutto andava per il meglio, ma una sola domanda attanagliava la sua mente: “..Perché non sono felice?”

Il dottor Brandon Cody non poteva subito dargli le risposte che Jared desiderava per sentirsi meglio.
Era uno psicologo affermato, conosciuto alcuni anni prima, ad una cena di lavoro con i produttori di un film, che poi non fu mai realizzato.
Brandon Cody era il marito di una donna in carriera, che coordinava la raccolta dei fondi necessari per realizzare le riprese, un pesce fuor d’acqua a quella serata; Jared ne era incuriosito, poi, una volta saputa la sua professione, si tiró indietro. Detestava quando qualcuno frugava nella sua mente, quindi lo salutó frettolosamente, pur tenendo memorizzato il numero del suo studio.
“Mettiti comodo Jared.”
“Grazie dottore.”
“Puoi chiamarmi Brandon, se ti riesce piú facile parlare in questo modo dei tuoi problemi..”
Era gentile, un uomo dall’aria sicura e dolcissima, Jared l’aveva notato in tanti piccoli dettagli, ma decise di dargli comunque del lei, almeno per le prime sedute.
“Mi ricordo di quando ci siamo conosciuti, ero davvero fuori parte, come direste voi attori..”
“Sí, è vero.. Sua moglie come sta dottore?”
“Credo bene, ha un nuovo marito. Ogni tanto ci vediamo per gli alimenti a lei ed ai nostri figli.”
“Capisco.. Ne avete molti?”
“No solo due, sono abbastanza impegnativi.. Ma ormai sono grandi, quasi laureati..”
“Sí, sono impegnativi..”
“Hai dei figli anche tu Jared?”
“No.. Cioè sí.. Insomma, non proprio, è Colin ad averne due e mi rende partecipe di questa cosa..”
“Quale cosa Jared?”
“Mi ha trasformato in un papá improvvisato..”
“Trasformato, è un termine significativo, lo ha fatto anche in altre cose?”
“Farei qualunque cosa per lui, diversamente non ci sarei tornato insieme, dopo tutti i casini che sono successi.. Le sto parlando dell’uomo che amo, senza che lei mi chiedesse nulla in proposito..”
“Non avevo molto da chiedere, tu me ne hai parlato spontaneamente, poi siete abbastanza famosi, non credi?”
“Molti credono che stiamo insieme, hanno ragione..”
“Abbandoniamo le voci, vorrei ascoltare la tua veritá Jared ed il motivo per il quale sei qui o almeno aiutarti a trovarlo, cosa ne pensi?”
“È quello che voglio.. La ringrazio.”
“Parlami di Colin allora.”
“Della nostra storia..?”
“Vediamo, ti faccio qualche domanda piú mirata.. Mi parlavi di come ti trasforma: in che modo lo fa?”
Jared sembró riflettere prima di rispondere – “Non farlo.” – “Cosa dottore?” – “Non pensarci troppo, rispondi e basta, la prima cosa che ti viene è sempre la risposta giusta, credimi.”
“Ok… Lo fa nel modo piú dolce che si possa immaginare.. Forse è questo a deprimermi, visto che se anche la cosa mi ripugnasse, non potrei mai tirarmi indietro, perché non avrebbe senso..”
“Se tu ci stai male, un senso ce l’ha.”
“Colin è specializzato nel rendere felici gli altri, cosí da rendere felice sé stesso, almeno credo.. Ha rinunciato alla sua famiglia con Alicja, la sua ex, avevano appena avuto un figlio, ma lui ha scelto di stare con me..”
“Lui una scelta l’ha fatta, di te cosa mi dici?”
“Io.. io l’ho cercato, gli ho chiesto di rivederci ed abbiamo ricominciato da dove avevamo finito, anzi, dove io avevo deciso di farla finita, mandandolo via..”
“Bene, oggi abbiamo raggiunto due risultati Jared. È molto semplice: Colin ha preso delle decisioni e ne è stato soddisfatto, mentre tu, pur decidendo in momenti cruciali della vostra relazione, cioè in un punto di morte ed in uno di rinascita, non ne sei soddisfatto proprio per niente.”
“Morte e rinascita.. è come quando facciamo l’amore.. Siamo stati insieme per anni ed ora qualche mese è giá trascorso, il modo in cui viviamo il sesso è sempre entusiasmante..” – dicendolo guardó Cody, che lo stava fissando – “Se un giorno non sará piú cosí, cosa succederá?”
“Dipende da quando accadrá.. Se avrete ottant’anni, forse non vi importerá piú molto..” – replicó sorridendo.
Il cellulare di Jared vibró, era Colin.
“Rispondi pure, vado a prendere dell’acqua, ne vuoi anche tu?”
“Sí grazie.. Pronto Cole..”
“Ciao piccolo, dove sei?”
“Avevo un appuntamento.. Mi vieni a prendere?”
“Certo, ho appena portato Hanry a Talita, andiamo da qualche parte?”
“Sí, volentieri.. Ti do l’indirizzo.. aspetta..”

Colin accostó, guardando le targhe in ottone in bella mostra accanto al portone a vetri, attraverso il quale vide Jared arrivare.
Erano tutti medici, tranne una, che indicava uno studio legale.
Aprí lo sportello a Jared dall’interno – “Ehi ciao..” – lo bació con dolcezza.
“Ciao Cole.. Mi sei mancato..”
“Guardami Jared.. cosa ci fai qui? Tutti dottori.. o avevi bisogno di un avvocato?” – gli domandó sorridente, ma preoccupato – “No.. Sto bene e non ho bisogno di avvocati.. Ero salito dal dottor Cody per un appuntamento..”
“Cody.. Brandon Cody.. psicologo?” – replicó guardando la sua specializzazione, incisa sotto al suo nome – “Hai un analista Jay?” – “Sí, te ne avrei parlato stamattina, ma eri giá uscito per portare Hanry.. a proposito come sta? Passato il singhiozzo di questa notte?” – “Sí.. Non ci ha fatto dormire molto vero? E non ci ha lasciato un po’ di privacy.. Lo hai cullato per ore, piangeva sempre..”
“Lo faccio volentieri Colin, amo il nostro bambino..”
“Vi amo anch’io, piú della mia stessa vita tesoro.. Dai andiamo, torniamo a casa, mi racconterai di questo dottore strada facendo, ok?”
“Ok.. andiamo.” – Jared annuí anche con la testa, contravvenendo al consiglio di Brandon Cody, che gli aveva detto di rispondere di no, almeno in qualche occasione, al suo adorato Colin.
Le lenzuola arancione con cui Colin aveva rifatto il loro letto erano invitanti ed allegre. Jared provó un senso di serenitá, poi sentí il bisogno di confidarsi con il suo compagno: “Avevo.. avevo bisogno di un piccolo aiuto esterno, un punto di vista al di fuori di noi, per capire quello che non funziona in me..” – “Hai trovato le risposte che cercavi Jay?” – “Ho trovato una persona che mi ascolta senza giudicarmi, non lo fa per la parcella, è un professionista serio.” – “Avrei preferito fosse una donna, sono geloso..” – lo disse ridendo piano, mentre affondava il viso nel collo di Jared, per baciarlo e poi succhiare la sua pelle. Il suo respiro inizió a correre radioso per tutta la stanza, il profumo di Colin inebriava, salendo dalle narici, tutto il suo sembiante, che sembró distaccarsi da tutti i rammarichi terreni, le stupide bugie del cuore, i gesti del quotidiano, che a volte lo facevano sentire fuori posto, come accadde al suo analista, a quella cena, i suoi occhi azzurri, che lo fissavano, mentre gli raccontava dell’amore che consumava con il suo Cole, chissá cosa immaginava quel Brandon Cody. Cosa importava ora? Nulla. Proprio nulla.
Jared mescolava le sue dita ai capelli di Colin, che mescolava la sua bocca al sesso del suo compagno, era fantastico, lo sapeva fare cosí bene, glielo disse un attimo prima di venire.
Colin lo prese con cura, girandolo, baciando la sua schiena, mentre con la mano destra appoggiata sul ventre lo teneva leggermente sollevato, la mano sinistra gli massaggiava la nuca. Jared era deliziato da quelle continue attenzioni, sublimate poi dal rapporto che avrebbero avuto da lí a poco.
Colin incantó le sue percezioni piú intime, portandolo persino a godere insieme a lui, masturbando il suo sesso nuovamente eccitato.
Quella doveva essere la fine di ogni cosa, il posto dove trovare tutte le risposte, sulle ali di una dolce agonia, forse Jared poteva sentirsi finalmente libero di vivere il loro amore senza piú ombre, senza piú alcun dubbio.
“Ti amo.. mio dolce amante, amore, compagno.. mio bellissimo sposo..” – Colin lo disse con un’enfasi misurata.
Si infilarono sotto a quelle lenzuola gioiose come i loro sguardi – “Abbiamo fatto un disastro Cole..” – “Pazienza, tanto ci dormiamo noi, semmai le ricambio.. Vieni qui.. Non mi basti mai..” – lo strinse, baciandolo ed accarezzandolo di nuovo.
Jared pensó che stavano recuperando quei pochi giorni di astinenza sessuale, dovute agli spostamenti ed alla spossatezza che lo aveva accompagnato sino al ritorno a Los Angeles.
Le parole di Colin erano cariche di gratitudine ed affetto, aveva acceso in quel modo un interruttore che nella sua stanza buia forse Jared non riusciva piú a trovare.

“Sei pronto Jay?.. Hanry ci aspetta, andiamo?”
“Sí arrivo, dammi ancora tre secondi..” – disse rientrando nella cucina, aprí lo sportello del pensile bar, guardó le bottiglie, la tequila davanti a tutte le altre, poi lo chiuse, a chiave, come tutti i posti pericolosi per il bambino, ma non solo per lui, ormai.
Era felice di non essersi versato il bicchiere che al mattino buttava giú come acqua fresca ad orari indecenti, ormai da quando si erano riappacificati.
Hanry era in giardino nello spazio giochi che Alicja aveva predisposto con l’aiuto di Colin.
“Eccolo qui il nostro campione.. Buongiorno Talita.”
“Buongiorno, come state?”
“Noi bene e lei? Notizie di Alicja?”
“Tutto a posto, anche il bimbo è cambiato ed ha mangiato la colazione, quasi tutta.. È stato bravo.. La signora non ha ancora telefonato.”
“Ok, si prenda pure la giornata libera, noi andiamo al planetario con Hanry.. Giusto piccolo?”
Gli rispose scalpitando e tirandogli un po’ di sabbia, ovviamente tra mille risate.

“Quello.. quello è Saturno, è l’unico che conosco Cole…” – disse Jared ridendo, nel buio della sala semi deserta, indicando il cielo sopra di loro, illuminato da stelle, via lattea e pianeti.
“Le costellazioni non erano il mio forte a scuola Jared, non temere ahahhah..”
“Hanry fará l’astronomo, guarda come è preso..” – disse Jared - “Dici? Potrebbe fare l’astrologo, il santone..” – “Ma non dire cazzate Cole!” – replicó sorridendo.
Il trasportino era incastrato nella poltrona in mezzo alle loro, Hanry era ipnotizzato da quei punti luminosi, li indicava a secondo della loro intensitá.
“Ok andiamo Jay, dobbiamo cambiarlo e dargli da mangiare, ho visto un locale qui fuori..” – “Va bene.. Dai Hanry, il papá ci porta al bar..” – rise mentre il bimbo tiró un’occhiata poco benevola a chi gli stava guastando la festa.
Uscirono tenendo il trasportino insieme: “Accidenti è cresciuto ancora.. senti come pesa..” – “Se prende dai genitori sará bello magro.. non preoccuparti Cole..” – “Sí, ma io ogni tanto qualche chilo lo metto sú, non sono proprio filiforme..”- “Allora mangia un po’ vegan o almeno vegetariano aahhah..” – “Ci proveró, se me lo chiedi cosí.. o in qualche altro modo…” – “Cole.. per favore, guarda che Hanry capisce sempre di piú.. vero tesoro?” – mentre lo diceva, alzó lo sguardo e vide arrivare il dottor Cody, insieme ad una ragazza molto giovane, all’apparenza polinesiana, splendida.
“Brandon.. Anche lei qui?” – lo salutó abbastanza stupito.
“Buongiorno.. Salve sono il dottor Cody..” – allungó la mano verso Colin – “Salve, piacere di conoscerla, Jared mi ha parlato di lei.. Ciao, sono Colin Farrell, piacere..” – disse stringendo la mano anche alla ragazza – “Complimenti dottore, ha una figlia molto bella..” – “Non è mia figlia signor Farrell..” – disse senza alcun imbarazzo – “Ah.. scusi.. Questo invece è nostro figlio Hanry.” – “Vostro figlio, ma è meraviglioso, utero in affitto?” – intervenne la giovane con un bel sorriso – “Utero cosa..?” – disse Jared con voce sommessa ed incuriosita - “Come il cantante.. come si chiama Brandon?” – domandó a Cody, che perse l’iniziale sicurezza – “Credo sia.. Ricky Martin.. Senti Pamela..” – “Sí giusto! Ha avuto due gemelli, un maschietto ed una femminuccia, incredibile..Cioé subito due bimbi..” – il suo entusiasmo si spense guardando la fronte aggrottata di Colin – “Non abbiamo ancora pensato a questo signorina Pamela, Hanry è il figlio che ho avuto dalla mia ex compagna, ma è come se fosse di Jared e mio, ovviamente. Ora dobbiamo occuparci di lui, scusate.” – “Scusate voi…” – disse Brandon, fissando per un attimo Jared, che era rimasto in silenzio.

“Utero in affitto.. Ma guarda..” – disse Colin, dopo avere ordinato il pranzo e chiesto al barista di scaldare qualcosa anche per Hanry.
Jared non diceva niente, accarezzava i piedini di Hanry, guardandolo negli occhi sorridenti.
“Jay è tutto a posto..?”
“Sí Cole, non è niente, stavo giá meglio, è il colmo tornare al punto di partenza dopo avere incontrato il proprio analista..”
“Il punto di partenza.. Di cosa stai parlando?”
“Del punto dal quale mi ero distaccato, grazie a te, da ieri, un posto triste, dal quale tu mi hai portato via, ancora una volta, facendo l’amore con me, dicendomi cose a dire poco..” – il suo discorso si spezzó, gli occhi lucidi- “Possiamo.. Possiamo andare via Cole...?” – gli chiese disperato – “Certo. Prendo solo il pasto del bambino ed andiamo via subito.”
Colin si fermó in un parco pubblico, in un’area tranquilla, fresca, all’ombra di grandi palme, per fortuna deserta.
Si mise sul sedile posteriore per dare da mangiare ad Hanry, mentre Jared rimase rannicchiato sul proprio sedile, mordendosi le nocche delle mani nervosamente.
Gli occhiali scuri nascondevano le lacrime incastrate nel cielo che vestiva i suoi occhi. Il bambino mangió tutto in modo ordinato, quasi sapesse che Colin doveva prendersi cura anche del suo Jay.
Colin torno’ al posto di guida, accennando un sorriso: “Ora parliamo un po’ Jared.. Senti, ti chiedo una cosa, spero di non ferirti ancora di piú, ma è necessario chiarire un mio dubbio, forse per risolvere i tuoi di conseguenza.” – “Lo vorrei davvero, vorrei risolverli insieme a te Cole..” – replicó sommessamente.
“Jared vuoi un bambino? Un figlio tutto tuo?”
Lui non rispose subito. Le mani di Colin gli stavano accarezzando il viso.
“No Colin.. Non voglio un figlio, io.. io un figlio ce l’ho giá ed è Hanry..”
“Ok.. ok, te l’ho chiesto perché dopo le cose dette da quella ragazza, mi era sembrato di avere visto una tua espressione strana.. Non so spiegartelo Jay..”
“Ero solo perplesso.. Forse stupito, anche se quella storia la conoscevo bene, parlo di quel cantante.. Ma mi sembra un po’ egoistico.. in ogni caso, mi viene in mente una considerazione, un pensiero che vorrei dirti..” – “Certo amore.. Un pensiero su di noi?” – “Sí.. Quando fai l’amore con me.. quando tu.. tu vieni dentro di me.. Ti sento cosí tanto.. cosí tanto Colin, che anche se non..” – sorrise – “Cioè nemmeno un miracolo..” – Colin sgranó gli occhi, poi sorrise complice – “Ho.. ho capito Jay..” – “Lo so che hai capito.. Eppure il nostro amore si è materializzato sotto forma di Hanry, ma credo che anche senza di lui, accompagnandoci ogni giorno, il senso di ció che viviamo è ugualmente solido e concreto..” – “È un pensiero bellissimo ed è vero.. Diversamente non saremmo qui, vero Jared?” – “Sí è vero..” – sorrise – “Finalmente, un sorriso, ti amo Jared..” – lo bació con forza, provando una sensazione liberatoria, mentre Hanry dormiva.
Quando erano quasi arrivati, Colin prese la mano di Jared – “Ascolta, ho avuto un’idea Jay..” – “Un’idea? Di che genere..?” – chiese sorridente – “Tra un paio di settimane, dopo il lavoro, le prime riprese del nuovo film intendo e se hai dei concerti anche tu, insomma poi ci fermiamo per una decina di giorni ed andiamo in Marocco, ok?” – “In Marocco Colin…?” – “Sí, torniamo sul luogo del delitto..” – rise – “A parte gli scherzi amore.. Ho davvero voglia di rivedere i posti dove ci siamo innamorati..” – “Va bene Cole.. Ok va bene, torniamo in Marocco.. Sará.. sará incredibile.. Non vedo l’ora.”

TBC
 
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__Made__
view post Posted on 5/7/2010, 21:41




Aw desiderio realizzato *____* è una specie di droga. Attendo con ansia il seguito!
 
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fefi_92_LP
view post Posted on 6/7/2010, 14:21




*_* bellissimiiii!!!!Povero Jared,per fortuna non era niente di grave!!^_^ E si torna in Marocco,dove tutto è iniziato!!!Complimenti :)
 
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Bradley Speck
view post Posted on 25/10/2013, 01:30




Come ho ottenuto il mio marito .....

Il mio nome è Bradley Speck . Io vivo in Canada , e mi sono sposato quattro mesi fa . Io e mio marito hanno vissuto una vita molto felice e bella . Così col passare del tempo , ho cominciato a notare questo strano atteggiamento che mio marito stava possedendo . Ora stava uscendo con altre ragazze , al punto che non era più in ripresa le mie chiamate , e non era nemmeno dormendo nella casa più. Mi sono confusa e non sapevo cosa fare. Così sono diventato preoccupato e filamenti, che ha portato così tanti pensieri nella mia mente , perché non ho mai sperimentato una cosa simile in vita mia .

Così ho deciso di visitare un mago , per vedere se può aiutarmi. Così subito sono andato a internet, dove ho visto una sorprendente testimonianza di un mago che ha portato qualcuno ex amante indietro , così ho contattato subito e gli ho spiegato tutti i miei problemi e mi ha detto che sarà molto facile per lui per risolvere , confrontare a quelli che ha fatto prima. E lui mi ha anche dato qualche prova per essere veramente sicuri del suo lavoro , e lui mi ha assicurato che mio marito tornerà da me subito è finito con l'incantesimo . E anche lui mi ha detto di mettere tutta la mia fiducia in lui , e io davvero lui obbedì. Così è stato 8:00 del mattino seguente , quando stavo andando al lavoro, quando ho ricevuto la chiamata di mio marito , e lui mi ha detto che stava tornando a casa , e si è scusato con me , e mi ha detto che lui è molto dispiaciuto per il dolore che mi è costato . E dopo alcune ore più tardi , lui davvero è tornato a casa , e fu così abbiamo continuato il nostro matrimonio con un sacco di amore e di felicità , e il nostro amore era ormai forte di quanto fosse prima .

poi , anche lui mi ha detto che una volta che il mio cuore il desiderio è stato concesso a me che dovrei andare a testimoniare del suo lavoro proprio qui su internet. In questo momento io sono la donna più felice sulla terra oggi, mentre scrivo questa testimonianza , e voglio ringraziare davvero DR AZIM per riportare mio marito , e per portare la gioia e l'amore per la mia family.He inoltre possono lanciare altri incantesimi come ,

Incantesimi per denaro
incantesimi per ottenere posti di lavoro
cura per l'AIDS HIV
e molti altri incantesimi

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3 replies since 5/7/2010, 20:40   152 views
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