CITY LIGHTS - Capitolo 2

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walkonthemoon
view post Posted on 29/3/2013, 17:45




CITY LIGHTS

Capitolo 2
Passò una settimana o poco più da quella notte e Colin si sforzò di non pensare più a quel ragazzo; ogni sera sulla strada di ritorno verso casa cercava di non guardare da nessuna parte se non dritto. Sarebbero passati soltanto ancora due o tre giorni prima che quella ferita sanguinosa si fosse del tutto rimarginata, ed era contento di questo, in quanto lo faceva lavorare più duramente per finire prima il tutto.
Non faceva particolarmente caldo nella grande sala dove stava lavorando con altri tre uomini, così indossò i suoi guanti da lavoro, mentre intagliava i primi ornamenti nel fresco legno di ciliegio- oh come lo odiava, questo si bruciava velocemente perciò bisognava essere gentili come una lampada, per non rovinare l’intero lavoro. E in quel momento, da quando il suo capo onnipotente si era rifiutato di pagare l’idraulico per riparare la caldaia, sarebbe stato ancora più difficile ottenere la giusta temperatura per lavorare con quel tipo di legno. Sospirando Colin, si asciugò la fronte sudata e prese uno scalpello sottile per martellare le linee più delicate sulla porta dell’armadio.
“Sembra che tu sappia maneggiare il legno, almeno” una voce lo distolse dal suo lavoro, e trattenne un’imprecazione. ‘Come diavolo…quella puttanella era proprio di fronte a lui sul suo posto di lavoro!’
Vestito con un lungo cappotto di pelle nera , e con una sciarpa color rosso sangue intorno al collo, guardò l’armadio e sorrise leggermente. Questo cappotto- che era anche aperto – non avrebbe sicuramente protetto i suoi reni da un’infiammazione, i jeans che indossava avevano di nuovo una vita così bassa da far intravedere alcuni dei suoi peli pubici.
“Cosa vuoi da me, e come cazzo sei riuscito a trovarmi?!” era più un rimprovero che una domanda.
Il ragazzo fece spallucce. “Ci siamo visti la settimana scorsa, e ci sono soltanto tre falegnamerie. Allora sono un ragazzo fortunato”. Colin fece una smorfia ma il ragazzo continuò a parlare “Volevo soltanto dirti che mi dispiace per quel piccolo attacco. Immagino che tu davvero non lo sapessi. “
Le sopracciglia di Colin sobbalzarono e lui annuì, ma non poteva credere che quel ragazzo avesse percorso l’intera strada soltanto per porgergli delle scuse. Quando avrebbe pensato che Colin potesse essere un potenziale cliente, gli avrebbe mostrato cosa aspettarsi da lui. Colin aveva bisogno di un vero uomo e non di uno di quei polli spennati arrosto che si strusciano con i loro fianchi addosso. Lui doveva ammettere che questo ragazzo aveva un aspetto diverso…ma quelle bambole in realtà erano tutte uguali!
La porta dell’ufficio del capo si aprì e Colin sospirò massaggiandosi il collo. ‘ Destino, come sarebbe carino se tu fossi dalla mia parte oggi!’, pensò quando vide il signor Hoffman seguito dal proprietario dell’armadio venire verso di loro. Quando il signor Hoffman si fermò vicino ai due uomini, guardò il ragazzo con aria d’attesa, ma il manager non mostrò molto interesse verso di lui, né verso Colin. Di certo il suo capo avrebbe voluto una spiegazione del perché un estraneo fosse lì durante le sue ore di lavoro. Ma prima che potesse dire qualcosa, il ragazzo strinse la mano al suo capo.
“Ciao, sono Jared, il suo vicino” disse indicando Colin che si morse le labbra , inspirando l’aria legnosa.
“Ha dimenticato le chiavi così mi ha chiamato per portagli la chiave di riserva che una volta mi ha dato per casi come questo.” Il signor Hoffmann aggrottò le sopracciglia dopo quell’affermazione, ma non disse nulla, invece il suo sguardo si posò sul giovane manager, che fissava Jared con un’espressione fortemente scioccata.
“Si sente bene signore? Sta diventando un po’ pallido”, Colin chiese, sperando che non sarebbe svenuto e che avesse bisogno soltanto di un po’ d’acqua.
Il manager scosse la testa e si scusò, dicendo che aveva un incontro importante. Con un ultimo sguardo rivolto a Jared si affrettò verso l’uscita e sparì, lasciando Colin ed il suo capo stupiti. Soltanto Jared ridacchiò tranquillamente, accarezzando il suo cappotto. “Ti aspetterò in quello snack bar con uno stupido scudo in cima al rimorchio”disse con voce dolce, e si girò seguendo il manager. Colin scosse la testa e si passò una mano tra i capelli con i guanti ancora su- non che gli importasse dopo tutto questo scenario! Il capo gli chiese di quanto tempo avrebbe avuto bisogno per finire quel lavoro, perché c’erano anche altri ordini da rispettare. Coli borbottò qualcosa sulla schiavitù e l’aldilà prima di tornare ad in incidere i piccoli ornamenti nella porta dell’armadio. Tornare a casa, serrare la porta e chiudere le tende, era tutto quello che desiderava in quel momento ed attese per la fine di quella maledetta giornata.
Mentre benediva l’orologio che aveva mostrato che era ora di tornare a casa, si tolse i guanti, ricoprì l’armadio con un grande foglio e mise i suoi attrezzi nel ripostiglio. Non voleva perdere un minuto per guidare verso casa e portare la sua mente a concentrarsi su qualcosa di diverso da quel dannato ragazzo.
Jared, dio solo sapeva se quello era il suo vero nome, doveva toglierselo dalla mente e farlo velocemente. Guidò partendo dal parcheggio, e girò a destra per prendere l’autostrada. Quando passò lo snack bar di cui Jared gli aveva parlato, al suo cuore mancò un battito, e frenò improvvisamente per far rallentare la macchina e parcheggiarla lungo il marciapiede. Scese dall’auto ed andò verso Jared, che si trovava seduto in uno dei tavoli rotondi, con cinque grandi passi ed un’aria arrabbiata che stravolgeva le sue fattezze. Lanciò il bicchiere di plastica che era ai suoi piedi, e Jared saltò indietreggiando per evitare di essere ricoperto di caffè.
“Ehi!”
“Che cazzo vuoi da me?” disse urlando il proprietario del rimorchio che lo guardò scosso.
Jared era calmo come un ippopotamo, e nel frattempo ordinò un altro caffè e sorrise a Colin.
“Lasciami parlare un po’ ” disse, evitando di guardarlo direttamente negli occhi, che diventavano sempre più scuri dalla rabbia.
“Cosa fai domani?”
Scuotendo la testa da un lato all’altro Colin sbatté un pugno sul tavolo, che vibrò violentemente, ma Jared non sembrò esserne impressionato.
“Vai a farti fottere!Io non voglio avere niente a che fare con te!Lasciami in pace, vai e fatti scopare o salta giù da un ponte. Non mi interessa, non hai sentito?A me. Non. Interessa! Come una furia si girò, tornò verso la sua auto e corse via. Jared continuò ad osservarlo senza battere ciglio, strofinandosi gli occhi, si maledisse e si strinse nelle spalle con una sensazione di tristezza.
Colin si era calmato durante il tragitto verso casa; mentre armeggiava con le chiavi pensò che una birra lo stava aspettando in frigo e che era venerdì- nessun Hoffman, nessun armadio, e nessun giovane manager per due giorni benedetti!
“Ciao bellezza!” una voce che conosceva fin troppo bene lo fece voltare.
“Ehi Cleo” disse guardandola nella sua più recente creazione. Un mix di stili: un abito rosa da cocktail con un jeans blu da svenimento ed un’enorme farfalla dipinta proprio sul seno sinistro. Lei era la sua vicina di casa da almeno tre anni; era una stilista, e lavorava in una boutique in città con altre due ragazze che non aveva mai incontrato. I suoi lunghi capelli erano in parte tirati in una coda di cavallo ed alcuni le coprivano il volto, quando gli disse “In realtà dovevo uscire con le mie signore, ma mi hanno dato buca, così io sono tutta vestita e pronta ora, ti piacerebbe venire con me?”
Sorridendo per scusarsi, Colin alzò le mani e rispose”Mi dispiace dolcezza, ma oggi è stata una giornata strana”.
Cleo si strinse nelle spalle ed alzò gli occhi “La vita stessa è strana, dimentichiamolo per un paio d’ore ed esci con me!”
La luce si spense e Colin la riaccese. Sospirando, si strofinò gli occhi e disse “Sono stanco.”
Certamente questa non era la scusa migliore per lei, che non volendo farsi sentire dall’intero pianerottolo , gli si avvicinò “ Beh, potresti trovare un ragazzo carino”.
Colin chiuse gli occhi e le accarezzò la fronte e lei disse ”Va bene, almeno qualcuno da portare a casa per la notte. Fottere senza senso è un buon modo per dimenticare il resto della tua sudicia vita.”
“Sai che non sono interessato a quei ragazzi che camminano senza difficoltà quando li porti a casa. Non più”. Baciandogli la guancia Cleo lo guardò con un’aria di commiserazione. Lui odiava la pietà, ma non si lamentava, non aveva semplicemente voglia di andare in un club quella sera.
Nemmeno quaranta minuti dopo si ritrovò in un angolo di un night club spagnolo su alcune poltrone in pelle coordinate con tavoli di bambù e stupidi ombrelloni sopra di essi. Beh, la musica era decente, anche se non la capiva più di tanto. Cleo ballava estasiata con ritmo passionale, i suoi fianchi si scontravano contro un ragazzo che lei sembrava conoscere- Colin non sarebbe stato sorpreso se fosse stato così.
Non era come se Colin non fosse voluto uscire, ma lei era stata molto convincente con quello che gli aveva detto e che lui aveva bisogno di allontanare i suoi pensieri da tutto per un po’ era più che evidente.
Cleo agitò le sue mani ad un certo punto, per invitarlo a ballare, ma lui scosse la testa. Facendole una linguaccia, ci pensò ancora ‘ma perché no?’. In fondo lui era lì per divertirsi. Si alzò ed iniziò a muoversi, e nell’istante in cui fu sulla pista da ballo iniziò a provare belle sensazioni, a sentire attraverso il suo corpo le vibrazioni della chitarra spagnola, infine prese Cleo per le mani cercando di fare qualche passo con lei. Sembravano ridicoli e lo sapevano, ma si stavano divertendo. Lei era brava a ballare e sapeva ipnotizzare gli uomini con il suo corpo. Quando scoprì che Colin non era assolutamente interessato a lei, smise di provarci e decise di dare inizio ad un’amicizia.
Dopo un po’ Colin si congedò e lei continuò a ballare da sola. Colin le sorrise e le fece segno che andava a prendere qualcosa da bere al bar; Cleo annuì.
Quando si guardò intorno, Colin trattene il respiro per un momento, chiuse i suoi occhi e gli riaprì per accertarsi che quello che aveva viso fosse vero, e sì, era fottutamente reale! ‘Dannazione, quel ragazzo lo stava seguendo?’
C’era Jared oscenamente appoggiato ad un tavolo in un altro angolo, che parlava con alcuni uomini e faceva qualcosa con i suoi occhi che provocava in Colin una sensazione di calore allo stomaco. Il suo culo sporgeva come se il cameriere dovesse mettere un drink su di esso ed uno degli uomini aveva una mano posata sul suo fianco. Respirò profondamente e si morse le labbra ‘come qualcuno potrebbe consentire di farsi trattare così o farsi guardare come se fosse una specie di trofeo o qualcosa del genere? Bene, a Jared sembrava piacesse e tra l’altro, non erano cazzi suoi quello che faceva o non faceva una puttana’.
“Due birre!” ordinò quando arrivò al bar, “e un whisky”. Dopo il cameriere gli consegnò le bevande e Colin tornò al suo posto a sedere nell’angolo e trangugiò velocemente il suo whisky. ‘Oh sì Cleo, era sta una meravigliosa idea andare lì!’ Ad ogni modo, allora lui non si sarebbe preoccupato minimamente del ragazzo…sarebbe stato quello che avrebbe voluto lui.
Quando Cleo si sedette di fronte a lui perché in pista stava suonando una ballata lenta e triste, lei lo guardò e gli chiese sospettosamente”Il ragazzo che volevi sta con qualcun altro?”
Colin aggrottò la fronte e bevve un sorso di birra. “ Non si riduce sempre tutto a una scopata, Cleo.”
“No.” Lei concordò e si strinse nelle spalle. “Però piace a tutti, non pensi?Ma cos’hai?”
“Niente. Sono soltanto stanco.”Mentì cercando Jared che improvvisamente era scomparso dalla sua vista. Doveva essere una buona cosa per lui, ma allora perché si sentiva così curioso?
“Non guardarmi come una pecora allora, vieni a ballare con noi.”
“Noi, chi?” chiese Colin , alzando un sopracciglio. Cleo girò la testa e guardò il bel ragazzo argentino che muoveva il suo corpo seguendo il ritmo e lui annuì roteando gli occhi “Tu fallo, e io andrò a pisciare.”
Cleo si strinse nelle spalle e lo baciò prima di tornare in pista da ballo.
Mentre apriva la porta, sentì uno strano rumore che proveniva dai bagni separati e diede un’occhiata intorno. Non c’era nessuno davanti al lavandino o fuori i servizi igienici, così si inoltrò e fece due passi avanti. Un gemito soffocato colpì le sue orecchie, e notò quattro scarpe invece di due, che si intravedevano dall’interno di un bagno chiuso. Si trattava indubbiamente di due uomini che stavano scopando, e lui era lì ad ascoltare!Dei, la fortuna era veramente gentile nei suoi confronti, e quando pensò che non poteva esserci situazione peggiore, guardò l’orologio e si accorse che non era giunta ancora la mezzanotte!
“Oh, sì!” sentì una voce rauca di nuovo, e deglutì a fatica, aveva bisogno di uscire da lì. Ma il suono successivo lo fece rabbrividire”Sei un bravo ragazzo, Jared.”
Per favore! Ora era chiaro dove era andato a finire il ragazzo, ed in effetti quello era proprio il posto adatto per una puttana, pensò in quel momento. Allora cazzo, perché voleva andare lì e fermare quell’uomo che toccava Jared? Scuotendo la testa, se ne andò e torno nel suo angolo dopo aver ordinato un altro whisky e qualcosa di più forte che mando giù d’un fiato, strofinandosi poi il collo. Lui non voleva, ma i suoi occhi erano puntati sulla porta del bagno ad aspettare che Jared ed il lurido uomo uscissero.
Cleo ballava ancora come se non fosse dovuta ritornare a casa quella sera- probabilmente sarebbe andata a casa con l’argentino. Jared era un fottuto sconosciuto per lui, quindi se puttana o no, non era assolutamente affar suo preoccuparsene. Il ragazzo era in grado di occuparsi di sè, e quando aveva deciso di vender il suo culo allora era stato un suo problema e non di Colin.
Quando Jared uscì, sembrava un po’ sbattuto, ma sorrise più o meno felicemente. Divenne subito pallido quando incontrò lo sguardo cupo di Colin; il ragazzo rimase scioccato quando lo vide. Si mise qualcosa in tasca, si guardò intorno ed andò verso il bar, per comprare sicuramente qualcosa da bere per i suoi clienti.
Mentre stava ancora guardando Cleo non si accorse che Jared si stava dirigendo proprio verso di lui, ma si sentiva come se qualcuno lo stava guardando, così si girò verso il ragazzo, con il volto corrucciato.
I suoi occhi brillavano per un po’ di trucco, e le sue guance erano leggermente arrossate. “Sembra che tu stia facendo la stessa cosa con me stasera, eh?”
Colin rise cupo. “ Non credo, io non ho bisogno di diffondere le mie natiche per guadagnare soldi.”
“Cos è che ti rende così arrabbiato con noi?”, Jared chiese guardandolo seriamente.
Colin non gli rispose, e non lo guardò, facendo finta di nulla, ignorandolo. Il ragazzo chiuse gli occhi, sbuffò bruscamente e mise un bicchiere di champagne di fronte a Colin “cin cin”, e tornò al suo tavolo con la bottiglia e i bicchieri.
Cleo cadde sul posto di fronte a lui proprio dopo che Jared se ne era andato e guardò Colin perplessa “Lo conoscevi?”
“Qualcosa del genere…”
“Cosa?”
“Niente.”
Cleo sapeva quando doveva smettere di chiedere, e quello era senz’altro uno di quegli argomenti. Lei non conosceva il perché, ma Colin era di cattivo umore in quel momento e quel ragazzo ne era la ragione. Se avesse chiesto sarebbe esploso e si doveva sempre evitare un irlandese incazzato dopo che aveva bevuto qualsiasi cosa. Sarebbero potuti finire entrambi in ospedale come quella volta che ebbe una discussione col fratello di Danny, che rischiò di perdere un occhio. Danny forse non era il problema, ma fu totalmente falsa nel chiedergli in quel momento”Vuoi andare a casa?”
“Resta, me ne andrò da solo.” Lei scosse la testa, ma Colin le assicurò che era ciò che voleva e le disse che non doveva farsi sfuggire la possibilità di sedurre l’argentino. Cleo sorrise ma con una brutta sensazione nello stomaco, e dopo averla abbracciata e baciata, Colin la spinse a tornare sulla pista da ballo.
 
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ralertine
view post Posted on 29/3/2013, 18:42




Sono felicissima che tu abbia postato questa fic. E' molto bella, io l'ho letta tempo fa su Lj, ma ora in italiano mi è molto più facile. Aspetto il tuo prossimo aggiornamento. Buona Pasqua!
 
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walkonthemoon
view post Posted on 1/4/2013, 10:20




Questa è una delle mie fic preferite sul fandom: mi è piaciuta talmente tanto che alla fine ho deciso di tradurla.Spero soltanto di riuscire bene nell'intento ;)
Buona pasquetta anche a te!ciaoo
 
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2 replies since 29/3/2013, 17:45   168 views
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