CITY LIGHTS - Capitolo 3

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walkonthemoon
view post Posted on 1/4/2013, 00:07




CITY LIGHTS

Capitolo 3


Quando Jared tornò a casa dopo le tre, cadde sul suo letto e si rannicchiò. Era stanco ed infreddolito. Soltanto dieci minuti dopo la porta della sua stanza si aprì nuovamente ed un’ombra si infilò all’interno cautamente per non svegliarlo.
“Booh”disse nel buio ,e sentì un sospiro “pensavo che saresti rimasto con qualcuno stasera, Ry?”
Era troppo presto per accendere le luci così accese qualche candela sul comodino e baciò Jared sulla guancia.
“Sua moglie è venuta a casa” si strinse nelle spalle sorridendo e continuò ”lei era furiosa, ha iniziato a lanciarmi cose addosso e ad attaccare suo marito. Ed ho pensato che sarebbe stato meglio andar via. A dire il vero, volevo farti una sorpresa, ma tu eri già sveglio”.
Jared ridacchiò e si scoprì per spogliarsi, era scomodo dormire con i vestiti. Ryan in poco tempo gli passò la sua lunga camicia e i jeans, prima di scivolare sotto le coperte vicino all’amico, che frugò nelle sue tasche per controllare i guadagni.
Ryan viveva in quell’appartamento fatiscente insieme a lui, a due isolati di distanza dal punto in cui Jared era stato investito. Si erano incontrati per strada quando Jared aveva diciannove anni; lui aveva aiutato Ryan a sbarazzarsi di un vecchio cliente vigoroso che pretendeva cose che lui non voleva fare. Da allora si incontrarono sempre più spesso e divennero amici. Era bello sapere che c’era ancora qualcuno lì, e che non era solo quando ritornava a quell’ ora e voleva essere se stesso di nuovo; e non aveva bisogno di recitare un ruolo per qualcuno che non aveva mai visto prima. Jared non poteva restare solo a lungo, altrimenti iniziava a pensare se era giusto quello che faceva, e se invece avesse dovuto fare qualcos’altro. Non sarebbe voluto diventare – come li chiamavano – una puttana per il cazzo. Aveva smesso di pensare a cosa faceva, ed in realtà non importava a nessuno, lo stesso valeva per quella che era stata la sua vita precedente. Ad ogni modo era troppo tardi, e comunque non dormiva dovunque per strada.
”Hai almeno fatto un po’ di soldi?”
Ryan annuì, “Wolf starà sicuro per questa settimana, non preoccuparti”.
Strisciando di nuovo sotto le coperte sentì il corpo caldo di Ryan accanto a lui, e lasciò che le sue dita scorressero sul suo petto più volte mentre gli sorrideva. Non erano amanti, non andavano a letto insieme, era soltanto vicinanza, ed il fatto era reale e non una falsità organizzata. Ryan aveva due anni in più di lui ed aveva i suoi clienti abituali che incontrava nei loro appartamenti e dove qualche volta passava delle settimane. Sicuramente, anche tutti gli altri andavano a casa con i loro clienti, e non far sapere di te più di quello di cui avevano bisogno, era una delle regole.
In verità Ryan aveva una sua stanza ma quando entrambi erano a casa dormivano nello stesso letto. Jared allungò la mano per prendere un cucchiaio e si mise a sedere appoggiandosi contro la testiera del letto. Ryan alzò un sopracciglio quando Jared gli mostrò orgoglioso ciò che aveva guadagnato quella sera. Aveva guadagnato i soldi sufficienti per quella settimana e poteva usare il suo talento per ottenere ciò che avrebbe comprato comunque con i dollari restanti.
“Oh tesoro, sei il migliore!”, Ryan lo onorò e baciò prima di mettersi a sedere come lui, e prendere ciò che Jared aveva appena lasciato cadere sul suo grembo. Aprì il sacchetto, poi versò un po’ di polvere bianca nel cucchiaio e Ryan la riscaldò finché non si sciolse.
Jared prese le siringhe e le riempì del liquido. Ne passò una a Ryan, e dopo avvolse un laccio emostatico attorno al suo braccio sinistro, e aspettò che la vena si gonfiasse.
Certo, era necessario un po’ di tempo per trovarne una, ma una volta trovata introdusse l’ago e si iniettò la roba lentamente per non annientare il suo corpo. L’effetto era immediato, poteva sentire subito i suoi piedi intorpiditi, il miglior segno che assicurava che la dose sarebbe bastata almeno fino al mattino.
Riuscì soltanto a togliersi l’ago dal braccio e a posarlo sul comodino prima di sprofondare tra i cuscini e chiudere gli occhi. Si sentì ricoperto da svariati colori e avvolto dal loro calore, e vide qualche canguro saltare nella stanza che lo fece ridere in maniera assurda per un po’ di tempo. Fu allora che vide Colin di nuovo. Gli sorrise e lo salutò agitando una mano. Si incurvò come una palla abbracciando le sue ginocchia e godette della sensazione di essere voluto da qualcuno per la persona che era e non per il suo culo, come lui in fondo desiderava.
Il giorno dopo Cleo si presentò con la colazione- beh, erano le dodici- facendo venire a Colin la voglia di sbatterle la porta in faccia. Ma le fece un enorme sorriso che alla fine le permise di entrare. Mentre lei sistemava la tavola, Colin si vestì con un paio di jeans ed una camicia nella sua stanza da letto. Cleo era proprio fatta così, poteva essere la tua compagna di bevute e la volta successiva tirava fuori la sua seconda personalità divenendo la tua terapista. Qualche volta era terribile, ma Colin si era abituato, e doveva ammettere che comunque era molto brava ad ascoltare. Il problema era, che Cleo non poteva ascoltare quello che lui aveva da dire, e non voleva parlarne. Era ancora peggio quando gli dicevi che non c’era niente di cui parlare e lei ti guardava come se avesse visto un fantasma. O eri proprio sopraffatto dallo shock causato da un’esperienza orribile ed avevi realmente bisogno di parlare di tutto ciò oppure l’avresti mandata giù prima o poi. Sicuramente quella volta Cleo avrebbe perso il suo lavoro. Sospirando Colin tornò indietro per arrendersi a lei e alle domande su Jared, altrimenti per quale altro motivo si sarebbe precipitata a casa sua? Sedendosi di fronte a lei, prese la sua tazza di caffè e la odorò prima di iniziare a bere- l’ultima volta che Cleo aveva preparato il caffè gli era preso quasi un infarto, era troppo forte e amaro. Bene, quella volta sembrava essere a posto.
“Hai passato una piacevole serata?” gli chiese.
Lei prese un morso dal suo rotolo e si strinse nelle spalle.
“Niente di speciale. Quasi un’ora di preliminari ed una sola posizione…dio, era noioso”. Sospirò pesantemente “voglio dire , lui non voleva nemmeno farmi cavalcare…”
“Troppo, Cleo!” lui la fermò tenendo le mani avanti nella sua direzione.
Lei ridacchiò e gli diede un colpetto sulle braccia per fargliele riabbassare di nuovo.
“E’ solo naturale.”
“E frustrante.” Aggiunse Colin, e scoppiarono entrambi a ridere.
“Lo so, sono troppo esigente in fatto di uomini ma, voglio dire, guardali! Dio è assente ed avrà avuto una buona ragione per andare via.”
“Ci sono io” disse Cleo. E sospirò delusa “ potresti chiudere gli occhi allora visto che sei così disperato.”
“Io non sono disperato!”
Colin iniziò a discutere ” cosa c’è di strano nel volere una relazione piuttosto che una serie di scappatelle notturne?”
“Niente tesoro, calmati. Capisco che hai bisogno di tempo per recuperare, ma è passato più d un anno.” Cleo si morse le labbra, sapendo di aver toccato un tasto dolente ed era possibile che Colin iniziasse ad urlarle contro. Ingoiando il suo caffè, posò la tazza un po’ più rumorosamente del necessario e la guardò accigliato.
“Io non ho vissuto come un asceta, ok? La mia vita sentimentale non è assolutamente affar tuo, e per il resto dimenticheremo entrambi, va bene?”
Cleo annuì pesantemente, anche se la reazione di Colin non era nulla di nuovo per lei. Dimenticare tutto il male,e tenere vivi soltanto i bei ricordi, il peggiore dei modi di affrontare le cose…eppure il suo modo e lei dovette accettarlo.”Va bene”.
“Ok, adesso lasciami fare una doccia, e dopo usciamo per un cinema, che ne pensi?” Si alzò, lo salutò e le sorrise dolcemente. Avrebbero dovuto scegliere tra ‘Brokeback mountain’ ed ‘Harry Potter’, bene, una decisione facile.
Era sabato sera e fortunatamente non stava più nevicando. Per tutta la settimana il tempo si era alternato tra piogge gelide e nevicate. Quella sera era soltanto un po’ burrascoso. Jared era avvolto nel suo cappotto che in realtà non era molto caldo, acconciato come sempre, stava in piedi nel suo solito posto dove era l’unico uomo. Lui si era accordato con le altre due ragazze a mezzo miglio di distanza da lui; loro non avrebbero invaso la sua area e lui non sarebbe entrato nella loro. Ryan invece, stava trascorrendo il suo weekend con il miglior cliente in qualche hotel carino. Lui gli aveva lasciato il suo numero nel caso fosse successo qualcosa, a Jared piaceva che qualcuno si preoccupasse un po’ per lui, in tal modo si sentiva meno solo. La settimana era trascorsa come era sua abitudine, abbastanza sconosciuti , sufficienti per pagare l’affitto e le bollette. Jared era contento di essere ancora così bello per poter guadagnare soldi, qualche anno dopo sarebbe stato più difficile convincere i clienti soltanto con le sue abilità pratiche. Ma non voleva pensare a quelle cose, così si concentrò di nuovo sulla strada. Un giorno, in qualche modo, in qualche posto…sarebbe andato tutto bene.
“Ehi, dolcezza.”
Una grande Range Rover verde si fermò a poco distanza da lui,ed un uomo con la barba ben rasata ed una giacca lo guardò. Jared non poteva vederlo tanto bene, soltanto il busto ed il suo bel viso; non si trattava di uno dei vecchi uomini che giravano spesso da quelle parti .
“E’ un po’ tardi per parlare con la gente sconosciuta, eh?”
L’uomo aggrottò le sopracciglia ma gli sorrise, non lo conosceva per niente a quanto sembrava.
Jared fece due passi avanti e si mise le mani nelle tasche.
“Bene bellezza, la macchina è molto più calda, non pensi? Potrei pagare il tuo’spuntino della mezzanotte’, ti piace l’offerta?”. L’uomo sorrise e si tolse una ciocca bionda dal viso.
Tutto ciò suonava troppo bene per rifiutare l’offerta, quindi quell’uomo non era nuovo per gli affari, perciò meglio per lui. Jared annuì e si appoggiò sul finestrino dell’auto in una maniera abbastanza oscena per mostrare al suo nuovo cliente parte della mercanzia che aveva appena comprato per l’ora successiva.
“Ci vediamo lassù nella stradina, va bene?”
Jared si strinse nelle spalle per far capire che aveva accettato ed aprì poi il palmo della mano in direzione dell’uomo. In un primo momento l’uomo sembrò un po’ confuso, poi capì, mostrando a Jared la coca. Così, sicuro, Jared lasciò la macchina ed iniziò a camminare lungo la stradina.
Colin era seduto davanti alla TV, a guardare qualche serie poliziesca con una birra in mano. I suoi capelli erano ancora bagnati per la doccia ed indossava soltanto boxer ed una maglia per la notte. Il maltempo quella sera preannunciava molta pioggia, e lui sperava disperatamente che la sua tv non si rompesse ancora; non c’era davvero nient’altro da fare quella sera. Non che lui volesse qualcosa, era sabato e non era dell’umore giusto per lasciare il suo caldo posticino sul divano. Rilassarsi ed esser pigro suonava meravigliosamente. Cleo era uscita di nuovo con il suo argentino, sembrava essere soddisfatta alla fine.
Quando Jared arrivò in cima alla stradina la macchina era già lì, parcheggiata lungo il marciapiede, il posto sembrava vuoto e sperduto- come tutto il quartiere. Aguzzando la vista cercò di focalizzare qualcosa nell’oscurità della strada.
“Non essere timido.”Disse una voce dal nulla. Lui proseguì, provando una strana sensazione. Era il suo lavoro, e non c’era nulla a cui non fosse abituato. Era preparato per ogni desiderio espresso dal cliente. Quando si avvicinò poté finalmente vedere l’uomo. Tutto vestito in nero, con jeans e giacca, gli sorrise un po’ troppo diabolicamente e Jared si fermò. Così l’uomo si avvicinò ancora ed allungò una mano per toccare una sua guancia. La mano era calda ed esigente quando si mosse più in basso afferrando duramente la sua vita. Quando cercò di baciarlo, Jared voltò la testa dall’altro lato- regola numero due, mai lasciarli essere troppo intimi. L’uomo ci provò ancora,ma Jared continuò a rifiutarlo. Così il cliente s’infuriò spingendolo indietro sul muro gelido dietro di lui. Il dolore si precipitò lungo la schiena, ma non fu così male, era abituato a certi clienti. Non che lui permettesse qualsiasi tattica sadomasochistica, ma qualche schiaffo andava bene per tutti. L’uomo iniziò a sbottonare il cappotto di Jared,ed infilò le mani sotto la sua camicia, improvvisamente si fermò e guardò il ragazzo negli occhi.
“Implorami di andare avanti!”, gli ordinò.
Jared sospirò sommessamente e obbedì. Lui lo odiava, ma non era niente più che una fantasia sessuale per loro, tutto quello che non potevano ottenere in qualsiasi altro luogo.
“Ti prego, vai avanti”, disse Jared. Lo schiaffo che lo colpì lo colse talmente impreparato che urtò la testa al muro di pietra e sibilò.
“ Ti ho detto ‘implorarmi’, puttanella!” chiese l’uomo con voce scura e roca.
Jared chiuse gli occhi per creare un mondo colorato dove fuggire, ma un altro pugno lo colpì nello stomaco; ansimò ed aprì gli occhi in uno stato di shock , quando senti due uomini ridere.
“Te l’avevo detto che sarebbe stato divertente” disse l’altro uomo, che aveva l’aspetto di un muratore, con il suo torso muscoloso,”queste puttane sono tutte uguali. Lo fanno solo per la dose successiva.”
“Sì, è davvero il momento di dargli una lezione, per non andare con gli sconosciuti”, il biodo ridacchiò e si voltò di nuovo verso Jared “la mamma non te l’ha mai detto?”
Quando si avvicinò ancora, lo prese per le spalle, qualcosa gli balenò per la mente, e Jared sapeva che non lo avrebbero soltanto picchiato…
Era passata ancora una settimana dall’ultimo pugno , ma poteva cercare di respingere l’uomo e scappare. Purtroppo il muratore lo afferrò per un braccio e lo sbatté contro il muro inchiodandolo lì. Jared lottò per liberarsi, ma non riuscì, l’altro era troppo forte. Quando l’uomo si avvicinò per baciarlo, lui ne approfittò per sputare direttamente sulla sua faccia, guadagnandosi un atro schiaffo sulla guancia intorpidita.
“Non fare il ragazzo cattivo” lo avvertì. L’altro uomo che in un primo momento stava soltanto guardando, si avvicinò e lo accarezzò in volto, Jared scosse la testa per cercare di togliersi quelle mani di dosso e l’uomo rafforzò la sua presa sbattendo la sua testa contro le pietre. I suoi occhi si chiusero e poteva sentire il sangue caldo che gli colava sul collo. Quando il muratore lo circondò con un braccio stringendolo e lo girò in modo tale da metterlo faccia al muro, poté sentire le sue gambe aprirsi ed iniziò ad urlare- certo non sarebbe stato utile, erano completamente soli e tutti lo sapevano. Il biondo gli abbassò i pantaloni mentre il muratore teneva ferme le sue braccia sopra la testa rischiando quasi di rompergliele. Jared lottava e spingeva, cercando di morderli e tirava calci, ma inutilmente. Con un gemito di trionfo il primo lo penetrò facendolo urlare di dolore. La sua vista si appannò e per poco non svenne ma il muratore lo mantenne. Era come essere strappato in due e si morse le labbra così duramente da sentire il suo sangue. Continuò a spingere e scalciare anche se faceva male come l’inferno, ma ormai era troppo tardi per mettersi in salvo. A quel punto volva solo che non venisse dentro di lui, e tutto ciò sembrò impossibile quando il biondo gli mise le mani al collo e gli tolse il respiro per strangolarlo, nei suoi occhi scoppiarono i vasi sanguigni, e divennero rosso sangue. Senza fiato, Jared non poté più combattere contro l’uomo, e lo lasciò venire proprio dentro di lui.
Quando il biondo si tirò fuori ancora, Jared non fece in tempo nemmeno ad alzarsi i pantaloni che il muratore prese il posto dell’altro, per partecipare attivamente. Senza più la forza per cercare di fuggire, Jared si lasciò cadere per terra, quando l’uomo gli assestò un pugno duro nella schiena.
“Inginocchiati, stupido. Mostrami rispetto” gli ordinò l’uomo, costringendolo a guardarlo. Dai suoi occhi rossi non trapelava nulla, quei due uomini avrebbero potuto ucciderlo in quel momento e non se ne sarebbe accorto. La sua mente si rifugiò in un posto caldo e sicuro perciò non gli importava di nient’altro allora. Il suo rifugio lo rendeva invisibile per tutti i mali, e sarebbe rimasto lì per sempre, fino a quando tutto fosse finito, e non gli importava nemmeno in che modo.
Cadde con la faccia sulle pietre, e non combatté più, anche se agli uomini non importò molto. Mentre il muratore si spingeva ancora una volta dentro di lui non aveva neanche provato ad urlare. Era proprio quella la sensazione insopportabile, come se qualcosa fosse sepolta profondamente dentro di lui e volesse ucciderlo lentamente e dannosamente. Chiudendo gli occhi non si lamentò quando il sudore del corpo viscido del muratore gli cadde addosso ed il suo peso lo spinse ancora di più contro le pietre fredde.
Dietro ai suoi occhi chiusi poteva vedersi disteso di fronte alla raffinata credenza sorseggiando del tè , ed era caldo e confortevole lì. Sorrise nel buio. E non si accorse che i due uomini lo avevano lasciato lì disteso nel suo sangue che gli correva lungo la schiena e le gambe. Nel suo posto tutto era tranquillo e poteva restare lì per tutto il tempo che avrebbe voluto. Era molto familiare per essere ancora lì, era ciò che conosceva, dove poteva stare al sicuro almeno per un po’. Ma lui sapeva anche che doveva uscire da lì e ritornare nella realtà. Quando la sua mente devastata si risvegliò lui giaceva ancora in quel vicolo buio, il suo corpo era un disastro di sangue essiccato e brandelli di stoffa. Ogni centimetro del suo corpo era ferito, ma Jared si appoggiandosi al muro si mise in piedi. Si tirò su i jeans ancora una volta, era veramente difficile stare dritto poiché il dolore colpiva la sua schiena ad ogni movimento. Chiuse il suo cappotto, e si tirò indietro i capelli sentendo il sangue tra le mani. I suoi jeans erano ricoperti di sangue e così infilò le mani nelle tasche e si guardò intorno. Sospirando chiuse gli occhi per trattenere a stento le lacrime che reclamavano di uscire. Dove poteva andare in quel momento? Chiamare Ryan non era un’opzione, loro non potevano rischiare di perdere quel cliente da capogiro per rimediare alle sue azioni. Ed allo stesso modo non poteva tornare a casa, perché se Wolf l’avesse scoperto, si sarebbe incazzato nel vedere la sua merce danneggiata, ma sarebbe stato ancora peggio quello che avrebbe fatto se fosse venuto a sapere che Jared l’aveva fatto solo per la roba e non per i soldi. Allora sarebbe stato meglio fargli credere che entrambi loro, Ryan e Jared, erano via con alcuni clienti. E c’era soltanto un indirizzo che conosceva, dove si poteva credere che fosse rimasto con un cliente…
 
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