CITY LIGHTS - Capitolo 5

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walkonthemoon
view post Posted on 5/4/2013, 12:11




CITY LIGHTS


Capitolo 5





Non erano nemmeno le otto quando Colin spinse via la coperta e butto giù il cuscino. Quel fottuto divano poteva rompergli la schiena. Non aveva dormito molto; comunque era in piedi e poteva fare qualcosa di utile. Sforzandosi di non pensare a qualsiasi cosa che poteva riguardare Jared, andò in bagno per fare una pisciata. Mentre si lavava le mani e la faccia si guardò nello specchio e si strofinò gli occhi. ‘Dio, questa puttana è nel mio letto proprio ora…come cazzo è potuto accadere?!’ pensò cadendo sul bordo della vasca. Di solito non si negava aiuto ad un ragazzo che ne avesse avuto bisogno, e chi era lui per negarglielo? Va bene, Jared era uno di quelli che lui disprezzava e lo avrebbe lasciato morire ovunque per strada…come poi avevano fatto. Ma quando l’aveva visto sulla sua porta, per come lo aveva praticamente supplicato,lui non era riuscito ad essere crudele. No, i suoi sentimenti non si erano intorpiditi, e neanche il suo cuore lo era, esso stava semplicemente dormendo in quel momento.
Passandosi una mano tra i capelli, afferrò l’asciugamano lasciato accanto al suo e lo gettò subito nel cestello della biancheria sporca; non voleva vederlo.
‘Bene, lui lo aveva sistemato per la notte, ma cosa sarebbe successo poi? Avrebbe dovuto lasciare andare via Jared in quelle condizioni? Il ragazzo era un disastro e chi se ne sarebbe occupato? Questi non sono cazzi tuoi, Farrell’. Tu non hai bisogno di prendertene cura’ la sua mente gli ricordava, e si lasciò scivolare nella vasca da bagno. Ma si sbagliava perché da l momento in cui aveva preso Jared per le spalle per evitare di farlo cadere, si era preoccupato,e gli aveva permesso di entrare nella sua vita con tutti i bagagli che si trascinava dietro. Oh sì, era fottutamente tardi per mandarlo via; da allora Jared era affare suo, indipendentemente dalla sua volontà. Il problema era che non aveva idea di come doveva gestire Jared, e ciò che allora Colin avrebbe ammesso, dopo le nuove conoscenze acquisite, era che la colpa dell’accaduto non era stata di Jared. Sebbene Colin non avrebbe fatto tutto ciò per nessun’altra puttana nella sua vita, nemmeno se a loro fosse accaduto qualcosa di simile a quello che era successo a Jared. Per lui era diverso, una specie di trattamento speciale. E Colin era tutt’altro che sicuro su quale sarebbe stata la giusta cosa da fare, ma aveva bisogno di provare.
Jared si svegliò diverse ore dopo, e quando aprì gli occhi lentamente, trattenne il respiro per un momento e i suoi occhi brillarono di meraviglia. Quando la sua mente confusa realizzò dove si trovava, si distese sui cuscini e si concentrò sul dolore, che attraversava quasi tutte le vene del suo corpo. Stava male, era come se si fosse schiantato contro qualcosa di molto duro. Bene, doveva affrontarlo, doveva. Lentamente le immagini della notte precedente strisciarono nel suo cervello di nuovo, e rabbrividì, quando poté sentire quelle mani sudate che lo toccavano dappertutto. Fu diverso però, sembrò più reale allora, e si strinse le labbra per evitare di urlare. Nessuno lo avrebbe aiutato, come in quella notte. Nessuno lo aveva sentito, e nessuno avrebbe voluto sentirlo. Solo Colin… Colin lo aveva ascoltato e aveva fatto qualcosa. Non riusciva a immaginare perché, eppure Colin lo aveva trattato come una qualsiasi persona che avesse avuto bisogno di aiuto in quel momento. Bene, non era giunto ad una soluzione durante la notte.
La mattina dopo sentì che Colin era in piedi e in giro per la casa. Ed era in qualche modo rassicurante.
Scese dal letto cautamente e cercò di stiracchiarsi un po’, ma finì con un’imprecazione e qualche lacrima negli angoli dei suoi occhi. Quando aprì la porta, cercando di non fare rumore, si sporse con la testa e guardò verso il soggiorno. Colin era nella parte della cucina e lo guardò sollevando un sopracciglio.
“Buongiorno” disse.
Jared uscì completamente e camminò verso Colin che scrutò la sua faccia come se fosse stato un medico, “Come ti senti?”
“Quell’unguento mi ha aiutato” rispose Jared sorridendo debolmente.
“Per il resto, mi sento ancora un po’ violentato.” Continuò, e lasciò scivolare la sua lingua sopra ai denti dell’arcata superiore dietro la bocca chiusa. Colin zitto e serio, gli porse uno yogurt ed un cucchiaio.
“Colazione.”
Jared scosse la testa, ma Colin rimase su quella posizione.
“Di solito non mangio la mattina.”
Colin lo mise accanto a lui sulla credenza e gli prese la mano per dargli il cucchiaio, guardandolo con occhi scuri. Sapendo che sarebbe stato meglio per lui, Jared prese lo yogurt e mangiò.
Rimasero in silenzio per un po’, Colin era impegnato nel lavare piatti e bicchieri, Jared a mangiare cucchiaiate dello yogurt, non osando sedersi.
Qualche volta Colin lo guardava ma senza essere notato- almeno così pensava- e Jared sembrava un’altra persona. Bene lui era sempre lo stesso, ma non era quella puttana disposta a trasformarsi in base alle richieste del cliente. Lui era soltanto un essere umano come Colin, e doveva ricordare a se stesso che non sarebbe stato l’ultimo a ricadere nell’abitudine di fingere di essere qualcun altro. Così faceva a parole, come quando aveva cercato di essere ironico sullo stupro.
Ad un certo punto, Colin si voltò verso Jared che lo stava guardando.
“Buono” commentò il ragazzo.
“Al supermercato a due vie di distanza” disse a Jared sorridendo, ma poi divenne serio.
“Ieri quando sei venuto hai detto, che non avevi nessun posto dove andare, oggi c’è qualcosa?”
Jared aggrottò la fronte e si grattò il braccio, così era giunto il momento di andare via. Si strinse nelle spalle e si leccò le labbra “Troverò qualcosa, è stato molto carino da parte tua avermi ospitato questa notte. Non so perché tu l’abbia fatto, ma devo ringraziarti, sebbene penso che non ti interessi davvero…”
“Chi ha detto questo?”, Colin lo interruppe.
Jared trattenne il respiro un secondo e guardò Colin con aria interrogativa.
“Io ho pensato, voglio dire…noi non ti piacciamo, o quello che facciamo, e che perciò solitamente lasciarmi dormire qui non sarebbe la migliore condizione, o nemmeno aprirmi la porta.”
“Ti ho detto che non è niente di personale, non potevo mandarti via dopo che avevo saputo ciò che ti avevano fatto. Il fatto che non mi piaceva quella parte di te non implicava lasciarti morire dovunque” spiegò Colin sapendo che era solo Jared che avrebbe aiutato e nessun altro. Ciò che non sapeva Jared era che avrebbe potuto aiutarlo a dimenticare e a non sentirsi più usato come prima.
“Ho pensato a qualcosa” iniziò e fece sentire Jared a disagio e disorientato. “Basta dire di no, se non ti piace l’idea, ma penso che sarebbe meglio se tu restassi fino a quando non sarai guarito. “
Jared spalancò gli occhi e la bocca poco dopo aver sentito quelle parole e scosse la testa non riuscendo a crederci.
“Io non posso, voglio dire…io” Jared balbettò e Colin si senti in imbarazzo.
“Jared, tu non riesci a stare in piedi. Resta qui qualche giorno fino a quando non ti sentirai meglio”, si sentì stupido, mentre in un certo senso, implorava una puttana a rimanere, ma ciò che aveva reso in passato Jared ripugnante, in quel momento era svanito.
I suoi occhi si colorarono di un blu così intenso che era impossibile leggerli come si poteva fare di solito, ma lui non era disposto ad essere preso soltanto per un motivo. Infatti lo guardò spaventato.
“Questa è una bella offerta, davvero” rispose con la sua voce studiata seducente “Ma non porterebbe a nulla di buono.”
Colin si arrabbiò e quando arrivò al nocciolo della questione non riuscì a controllare tutto quello che fuoriuscì dalla sua bocca ”Dio, Jared, guardati ma quale cliente vorrebbe pagare per la merce guasta!” sbottò, chiuse gli occhi e si maledisse.
Il respiro di Jared si bloccò nei polmoni per un momento, rimase profondamente scioccato.
“Bene, devo andare, stare con te senza essere pagato è inutile. Ho bisogno di guadagnare soldi per la mia droga. Che sfortuna che quei ragazzi di ieri non mi hanno pagato, avrei potuto comprare la dose successiva e dimenticare lo stupro, eh?”disse ed iniziò ad incamminarsi verso il bagno per recuperare i suoi vestiti.
Colin lo fermo e disse”Li ho lavati. Ok, ascolta, mi dispiace, non volevo ferirti.”
“Non l’hai fatto”Jared lo interruppe stendendolo.
“Il fatto che sia accaduto a qualcuno come te non lo rende meno orribile e mi dispiace per te…hai detto ragazzi?” improvvisamente saltò nella sua mente, e Jared lo guardò con le labbra serrate.
“Non importa.”
“Importa!” strillò facendo spaventare un po’ Jared, e continuò urlando” Tu non uscirai in queste condizioni, in quanto sei un facile bersaglio per quei tizi!”
“Chi sei tu per darmi istruzioni, eh? Una settimana fa mi guardavi come se avessi avuto qualcosa di contagioso ed ora mi tratti come se fossi qualcuno di cui t’ importa!”
“Questo è il punto! Sei venuto da me dopo che era accaduto, ciò fa sì che io sia responsabile per te” Colin spiegò.
Jared ignorò il dolore alla schiena e alla gola. “Oh fanculo! Tu non hai niente a che fare con la mia vita, ho pensato che fosse una buona idea venire, perché qualcuno avrebbe pensato che fossi con un cliente, ok?”
Vide l’espressione del volto di Colin e pensò che gli sarebbe saltato addosso, invece lo guardò e non mosse un muscolo.
“Perché non vuoi restare” alla fine gli chiese, e Jared lo guardò come se fosse stato un alieno o qualcosa del genere.
“Perché mi vuoi?”
“Te l’ho detto”
“Voglio dire, quello che mi hanno fatto non cambia le cose. Non dico che ti conosco, ma so che odi ciò che io faccio, e ora ti stai comportando così. Io non sono un piccolo ragazzetto indifeso solo perché sono stato violentato.”
“E va bene, non è stato facile chiedertelo, ma penso che forse sarebbe una buona idea se tu restassi un altro po’ per recuperare. Vai, se vuoi essere ciò che sei, ancora” Colin disse con una voce fredda mentre guardava la porta.
Jared ridacchiò e si strofino il collo guardando Colin.
“Volevi convertirmi di nuovo in un bravo ragazzo, eh? Beh, non è tutto cattivo in questo business.”
“Io non voglio sapere nulla di esso, e non voglio convertirti. Tu non hai la minima idea di quello che voglio fare”
“Dovrei avere paura, ora?” gli chiese provocandolo. Colin lo guardò ancora più interessato.
“Dovranno passare almeno due settimane prima che stia meglio, che cosa dovrei fare nel frattempo?”
Colin sentì che stava per convincere Jared, ed improvvisamente divenne più felice, anche se non conosceva il perché. Era proprio bello sapere che Jared aveva deciso di rimanere lì e che era in qualche modo al sicuro dal mondo esterno.
“I miei mobili in legno hanno bisogno di essere lucidati” gli suggerì sorridendo e Jared divenne più rilassato.
“va bene allora.”
Colin era davvero contento per la decisione di Jared. Quella mattina aveva realizzato che non odiava Jared anche se era uno di quelli, lui gli piaceva, era in qualche modo diverso da tutte quelle bestie sanguinose che erano in giro, a scopare per la dose successiva. Ora doveva stare attento a non cercare di fare diventare Jared qualcosa di diverso di quello che voleva essere. Jared era in grado di decidere da solo ciò che voleva essere, e se essere una puttana andava bene per lui, Colin non poteva cambiare la situazione. Anche se in quel momento c’era qualcuno a prendersi cura di lui, non avrebbe avuto bisogno dell’aiuto di Colin in ogni caso, come era stato fino all’anno prima.
Colin poteva ignorare quella sensazione nel petto, che gli diceva che le puttane erano le peggiori creature del mondo, quando vedeva Jared come una di loro. Così doveva provare a far star zitto il suo cazzo di cuore, quando veniva fuori tale argomento; non poteva più andare avanti in quella dannata direzione, aveva bisogno di superarla. Si rese conto in quel momento che Jared poteva essere anche l’aiuto perfetto per allontanarsi da quella via.
 
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ralertine
view post Posted on 5/4/2013, 16:43




Hai proprio ragione. adesso comincia la parte più bella della storia ! Vado a preparare i fazzoletti, sono una tipa che si commuove facilmente! grazie ancora per il lavorone che stai facendo.
 
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1 replies since 5/4/2013, 12:11   172 views
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