CITY LIGHTS - Capitolo 8

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walkonthemoon
view post Posted on 18/4/2013, 14:29




CITY LIGHTS

Capitolo 8







Quando Colin arrivò a casa la sera successiva, Jared era ancora chiuso nel suo appartamento, impegnato a leggere una rivista in salotto. Colin aveva pensato che, in qualche modo, una volta tornato dal lavoro, non avrebbe trovato più Jared a casa. Ebbene, invece il ragazzo era riuscito a controllarsi per un giorno intero pur essendo stato solo, e perciò probabilmente ci sarebbe riuscito anche per un’intera settimana.
Stare lì senza avere nessuno intorno poteva esser stata un’ottima occasione per curiosare in giro, tuttavia Jared non colse l’opportunità. Chissà, forse lui lo avrebbe fatto quando il suo corpo sarebbe stato in migliori condizioni, ma Jared sentiva di tradire Colin, se si fosse comportato in tal modo. Quell’uomo gli aveva dato un posto dove poter guarire, perciò non valeva la pena perder la fiducia di Colin per trovare qualcosa di eccitante da fare. Lui aveva la sua fiducia? Lo avrebbe lasciato solo nel suo appartamento se non si fosse fidato? Ma la fiducia e la cura erano due cose differenti. Colin poteva fidarsi di qualcuno che conosceva appena e che in realtà nemmeno gli piaceva? Beh, sembrava che Jared gli stesse diventando simpatico, cosa da non fraintendere nell’altro significato che ‘la simpatia per qualcuno’ aveva .
Loro avevano mangiato insieme, riso insieme , e parlato di cose che sembravano essere importanti per Colin. Così Jared sapeva di Cleo, e delle sue avances fallite, come quella volta in cui lei aveva cucinato una cena da tre portate, per sedurlo dopo in lingerie di seta, e Colin le aveva detto che non era assolutamente interessato a lei come amante. Ma invece, da allora Cleo divenne la sua migliore amica.
Il fatto che Colin gli avesse raccontato alcuni episodi privati della sua vita, inizialmente lo aveva un po’ confuso, tuttavia dopo lo aveva ascoltato ed aveva anche riso. Beh, non gli aveva raccontato nessuna cosa brutta del suo passato, o cose che in genere si raccontavano ad un caro amico, ma comunque non si era trattato nemmeno di cose che si potevano dire al postino! Jared in primo luogo, non seppe come reagire di fronte a tale comportamento, ma poi si sentì a sua agio, prima di quanto avesse pensato. In realtà si sentiva davvero bene quando Colin si apriva un po’ con lui; non conosceva molte persone che gli avrebbero parlato alla stessa maniera.
Jared era abituato ad essere trattato come l’oggetto della passione, nessuno dei suoi clienti avrebbe discusso di problemi personali con lui, molti di loro non parlavano affatto. Faceva il suo lavoro e voleva starne fuori, non voleva conoscere i suoi clienti ulteriormente. Regola eccellente, ‘non farsi coinvolgere dai propri clienti più del necessario’, una cosa simile avrebbe portato soltanto guai – uno dei suoi colleghi era morto qualche anno prima perché aveva conosciuto troppi dettagli del lavoro di un suo cliente. Lui non voleva morire per strada come un cane investito da un auto. Fare quel tipo di pensieri era una novità per Jared; in verità a lui non gli era mai importato se morire di overdose, per un ago sporco, o finire come qualsiasi altra puttana morta. Non era mai stato importante per nessuno se lui stesse ancora respirando o non più…ok, forse per Wolf, perché lui avrebbe guadagnato meno soldi dopo la morte di uno dei suoi cavalli migliori.
Ma in quel periodo della sua vita, sapeva che invece c’era qualcuno che non lo avrebbe lasciato morire da solo. Colin lo stava aiutando già da una settimana e non aveva mai menzionato il fatto che odiasse quelli che erano come Jared. Colin era stato gentile con lui ed ancora lo era, e Jared si sentiva una meraviglia.
Ma quando quella cosa dagli occhi scuri era venuta al suo fianco, in abito bianco, Jared non era riuscito a mandarla via. Gli aveva preso le mani volentieri ed era stato scaraventato in quel piccolo universo dove tutto era tanto caldo e si stava bene. In quei momenti Jared non era stato abbastanza forte per vedere che lì, proprio lì intorno a Colin, era perfetto. No, era troppo presto per aspettarsi qualcosa del genere; ed era troppo debole per capire. Quella cosa era ciò che lui conosceva, ciò che poteva salvarlo, ciò che sarebbe rimasto quando tutti gli altri sarebbero andati via. E Colin, sarebbe andato via un giorno, lui lo sapeva, doveva essere così, nessuno sarebbe stato con lui per sempre, ne era certo.
Quella’ bella’ cosa era ritornata da lui di nuovo quel giorno, e Jared si era gettato in quelle braccia aperte, come un bambino che aveva visto la sua amata madre. Aveva bisogno di essere catturato dal suo piccolo paradiso per qualche ora, gli avrebbe dato la forza e la fiducia in se stesso. Quegli occhi scuri lo avevano inghiottito e lo avevano condotto nel calore del suo luogo segreto. Ma quella volta era stato diverso, Jared quando sarebbe ritornato, si sarebbe sentito in colpa,come se avesse tradito Colin. Lui aveva davvero il diritto di scivolare nel suo nascondiglio di tenebra, quando invece si poteva sentire al sicuro allo stesso modo, proprio lì dove si trovava Colin? No, non era in grado di lasciare tutta la sicurezza che esisteva in quel - suo - posto e stare lì, in quel nuovo pezzo di mondo dove lui era dipendente da qualcun altro. Aveva bisogno di decidersi su quando avrebbe voluto essere salvato e quando sarebbe riuscito a stare in piedi da solo.
Stava aspettando che Colin ritornasse a casa, in realtà non stava proprio aspettando, perché aveva trovato qualcosa da fare. Dal momento che non poteva ancora sedersi, stava cercando di aiutarlo almeno un po’ nei lavori di casa. I suoi lividi erano quasi svaniti, da scuri e neri erano diventati di un colore più chiaro, tra il blu e il verde…almeno così non sembrava più come se qualcuno gli avesse spruzzato dell’inchiostro nero su tutta la schiena.
La porta si spalancò e la prima cosa che vide di Colin fu proprio la sua schiena.
“Fottute stronzate!” imprec, mentre cercava di trascinare dentro l’appartamento alcuni pacchi pesanti.
“ Posso aiutarti?” chiese Jared che si alzò per andare verso di lui.
“No” sussurrò “sono soltanto le maledette cose di Cleo che ho promesso di prendere dalla cantina. Mi ha chiamato a lavoro e mi ha implorato, devono essere davvero importanti per lei. E siccome è la mia migliore amica…”
Con i suoi piedi spinse l’ultimo pacco contro il muro dietro la porta e poi si tolse il cappotto. Si girò verso Jared che era ancora in piedi vicino a lui, e lo vide con un panno in mano. Colin lo guardò accigliato e Jared rise indicando il tavolino da caffè.
“Hai detto che i tuoi mobili hanno bisogno di essere cerati.”
Aprendo la bocca, Colin avrebbe voluto dire qualcosa, ma riuscì soltanto a controllare un sospiro incredulo. Jared non poteva esser stato seduto lì a lucidare il suo tavolo sul serio.
“Volevo cucinare qualcosa, ma quando ho acceso i fornelli ho pensato: preferirei rovinare il tavolo piuttosto che la cucina!”
Ridacchiando Colin , si asciugò il sudore dalla fronte e andò a ispezionare il tavolo. Lo aveva lucidato veramente! Sarebbe stato più attento con i suoi suggerimenti riguardanti ciò che Jared avrebbe potuto fare mentre lui era a lavoro. Beh, sembrava che a Jared fosse piaciuto quello che aveva fatto, ed era un bene che lui avesse qualcosa da fare piuttosto che starsene seduto a pensare a ciò che gli avrebbe portato brutti ricordi. Colin ormai aveva fatto i conti con i suoi pensieri su Jared, che era sempre nella sua mente, e ciò, in qualche modo, lo faceva sentire bene. Era bello sapere che ci sarebbe stato qualcuno a casa quando tornava da lavoro, qualcuno che lo stava aspettando. Beh, non sapeva se Jared lo stava davvero aspettando, ma sembrò felice quando vide Colin spuntare da dietro la porta. Bene, tutto ciò suonava come…come cosa, un ‘amante’?! Come poteva innamorarsi di qualcuno così, era più che impossibile! Doveva essere così! Qualcuno sarebbe morto soffocato con tutta l’ironia che caratterizzava quel pensiero!
Ma cosa sarebbe accaduto se Jared non fosse stato uno qualsiasi di quelli, e poteva invece diventare qualcuno di cui innamorarsi, o se lo fosse già diventato? ‘Maledizione…non potevi esserti innamorato in sette giorni, Farrell! Soprattutto perché conoscevi il suo passato’, pensò.
Allora cercò di liberare la sua mente da certi stupidi pensieri. Lui costituiva il miglior esempio per dimostrare che era sbagliato, solo che sarebbe stato troppo facile ammetterlo. Senza contare che non sapeva molto del passato di Jared, così come lui non sapeva molto di Colin. E a tal proposito, non c’era nulla da spiegare a Jared.
“Dunque, cosa dovrei dire ora?”, Colin si rivolse a Jared , “va bene, sembra che tu sappia quello che fai.”
Il sorriso di Jared non poté nascondere il fatto che fosse orgoglioso dell’apprezzamento di Colin. Inizialmente aveva pensato che Colin forse lo avrebbe rimproverato, ma invece era tutto a posto. Stava proprio bene mentre sentiva il respiro profondo di Colin e avvertiva la sua presenza così vicina. Colin aprì leggermente le labbra e Jared poté notare che erano rosse e gonfie per il freddo che c’era fuori. In quel momento era troppo carino, la sua faccia sembrava quasi congelata, le sue guance erano arrossate dal vento. Poteva sentire l’aria fredda su Colin e fece un passo per avvicinarsi di più, come se non avesse voluto perdere l’odore. Ma quel momento finì quando Colin si tolse i guanti per metterli via.
Grattandosi un braccio, Jared pensò che era arrivato il momento giusto per chiedere una cosa a Colin.
“Bene, ora sembro quasi me stesso di nuovo” iniziò, per attirare l’attenzione di Colin, “penso che possiamo scambiarcelo ” e lo disse indicando il divano.
Colin, subito, alzò gli occhi “Ne abbiamo già parlato.”
“Si, ma ora posso sedermi di nuovo. Vedi, tu devi lavorare tutti i giorni e io…io passo la cera sui tuoi mobili” sospirò.
Colin scoppiò a ridere ma poi scosse il capo con aria seria.
“Guarda, ancora non so come tu ci sia riuscito ad addormentarti su quella cosa assassina, ma scommetto che non ci riuscirai una seconda volta. Io mi sono abituato ed è di gran lunga il modo migliore, così non ti disturbo, quando vado a lavoro e puoi riposare lì in silenzio. Nella tua piccola, confortevole stanza.”
Jared sbuffò ed aggrottò la fronte, non era così tanto divertente discutere con Colin.
“Ma un divano, si usa in genere per far dormire gli ospiti, e non il proprietario dell’appartamento.”
“Esatto!” Colin si indicò con due dita, “io sono il proprietario e io dico, che voglio dormire su quel dannato divano.”
Jared ridendo, rispose “cerco solo di…”
“Ne discuteremo dopo cena” Colin disse chiaramente, tagliando la conversazione.
In realtà non lo fecero. Jared fu bandito dal soggiorno e costretto in camera da letto con la promessa che avrebbe potuto dormire sul divano la notte successiva. A volte quello poteva essere un ottimo metodo per chiudere velocemente uno scomodo argomento.
Quella notte Colin si svegliò diverse volte per i fastidiosi rumori che provenivano dalla strada, ma dopo un po’ di tempo si addormentò. Ad un certo punto sembrò come se il rumore provenisse da fuori il suo appartamento, come se qualcuno stesse cercando di aprire la porta. Allarmato balzò in piedi, prese una delle sedie del bancone e la sistemò davanti la porta d’ingresso. Quando la porta si aprì, il suo cuore perse un battito, infatti non era mai stato derubato prima. Fece così l’unica cosa utile che gli venne in mente con la sedia per le mani; colpì il più forte possibile la persona che stava cercando di entrare. L’uomo come Colin poté vedere, cadde sul pavimento gemendo ed imprecando ad alta voce.
“Maledetto bastardo!” Colin urlò, cercando di frenare la scarica di adrenalina nelle sue vene. A quel punto la porta della stanza da letto si aprì, ed apparve Jared , assonnato mentre si strofinava gli occhi.
“Cosa c’è che non va?” chiese fissando Colin che aveva ancora la sedia tra le mani che tremavano leggermente. Ma quando guardò in basso, sul pavimento, seguendo lo sguardo di Colin, Jared trattenne il fiato e subito una’aria di sorpresa si diffuse sul suo viso.
“Ryan?!”
“Quello che resta di me, sì.” Disse l’uomo cercando di alzarsi. Jared si precipitò davanti a lui e cercò di aiutarlo a mettersi in piedi completamente. Colin guardò prima uno e poi l’altro incredulo, era troppo presto per certe cose.
“Ma che diavolo…?”
“Esattamente! Che diavolo hai di sbagliato per colpirmi con una sedia?”
“ Di sbagliato, io? Tu sei entrato con forza nel mio appartamento!”
“Ehi!” Jared li interruppe, e si voltò verso Colin “lui è il mio compagno di stanza.”
Colin aprì la bocca per dire qualcosa ma poi la richiuse.
“Come cazzo hai fatto a trovarmi?” chiese a Ryan che si stava massaggiando la schiena, dove la sedia di Colin lo aveva colpito.
“Mi avevi parlato di lui, così ho usato tutti i miei contatti e sono venuto qui. Non credi che non avrei fatto questo se non fosse stato importante? E poi, che cazzo ci fai qui?” urlò contro Jared, quasi attaccandolo e facendolo indietreggiare.
“Dio… in un primo momento ho pensato che fossi tu!”
“Chi?”
Colin, che in un certo senso si sentì nel posto sbagliato, accese le luci per poter vedere cosa effettivamente stava succedendo nel suo fottuto appartamento. Jared batté le palpebre quando la luce si accese e si voltò di nuovo verso Ryan.
“Perché non hai semplicemente bussato?” Colin chiese all’improvviso quando Ryan voleva iniziare a spiegare.
Ryan si girò con uno sguardo dubbioso, “E cosa avrei dovuto dire, ‘Mi scusi signore, ma c’è per caso una puttana che sta dormendo nel suo letto?’ Oltretutto come potevo sapere che avresti dormito sul quel maledetto divano?!”. Non riservando altro interesse a Colin, poi la sua attenzione ritornò su Jared che, come poteva vedere, sembrava che stesse meglio. Ryan si accorse dei lividi e trattenne il fiato per un secondo.
“O cazzo! Quindi non mi ero completamente sbagliato, vero?”
“Cosa devo dire, mi hanno preso.” Jared disse soltanto, alzando le spalle. “Perché mi stavi cercando?”
“Prima di tutto” Ryan iniziò, si toccò con l’indice sinistro quello destro e continuò “sei stato via una settimana – cosa che non hai mai fatto. Secondo, hanno ucciso Lucky dopo averlo stuprato. In un primo momento ho pensato che fossi tu, così sono venuto a cercarti, per assicurarmi che stessi bene. Sono felice che non abbiano ucciso te, tesoro.”
Jared annuì ma non sembrò che lo stesse ascoltando, stava guardando ancora Colin che era in piedi vicino alla porta in boxer e maglietta. Dopo aver detto ciò, poiché non si trattava dell’unico motivo per cui Ryan si era presentato, aggiunse “ ascolta, c’è la polizia che sta ficcando il naso dappertutto, quando ti vedranno in queste condizioni, ti faranno domande. Io posso raccontare qualcosa a Wolf, a lui non piacerebbe avere la polizia intorno, lo sai.”
Allora Ryan si avvicinò sempre più a Jared egli sussurrò qualcosa nell’orecchio “ Potresti essere carino con quel ragazzo per un ancora un po’ di tempo? Voglio dire, altrimenti saresti in giro da più di una settimana senza soldi o qualcos’altro. Tu non puoi venire a casa ora.”
Jared si ritrasse e si morse le labbra, certamente Ryan doveva pensare che lui era lì per farsi scopare da Colin come spesso d’altronde avrebbe voluto. Era impossibile per lui, che Colin lo avesse lasciato stare lì soltanto per guarire. Sospirando guardò di nuovo Colin; era così silenzioso. Cosa avrebbe pensato in quel momento? Un’altra puttana era venuta per svaligiare la casa – un amico di Jared – e li aveva detto , che quei bastardi che avevano stuprato Jared erano ancora lì fuori, ed inoltre avevano ucciso una puttana.
In realtà Colin non stava pensando affatto a tutto ciò, lui sapeva che non poteva lasciare andar via Jared con quel Ryan, per esser poi ucciso.
“Se hai bisogno di un posto per dormire, puoi restare” la sua bocca gli fece l’offerta prima ancora che la mente potesse zittirla, ma comunque nemmeno la sua mente lo voleva.
Gli occhi di Jared si spalancarono dopo quelle parole, e lo fissarono per un momento. Colin non ricambiò lo sguardo, mise la sedia da parte, ed andò in bagno senza ulteriori parole.
Ryan sorrise. “Perfetto! Sembra che gli piaci, hai fatto un buon lavoro?”
Jared non rispose, si grattò il braccio ed aprì la porta. Voleva che Ryan andasse via e lo lasciasse lì per un lungo tempo.
“Ok, ora vedo che stai bene, questo è un sollievo. E non preoccuparti, Wolf non dirà nulla, penserà di assicurarsi più soldi con te che sei via per un po’, invece di avere la polizia che controlla le sue mosse”, sorrise diabolicamente e lo abbracciò prima di uscire.
“Hai bisogno di qualcosa?”
“No, ma tu non dovresti venire qui di nuovo.”
“No, non preoccuparti. Non voglio disturbare la vostra privacy. Sono proprio contento di averti trovato, è un periodo di merda per il lavoro, credimi.”
“Grazie per avermi informato. Ci vedremo quando ritornerò a casa.”
Quando chiuse la porta non tolse le sue mani dal legno. Le mani che tremavano e non riusciva a fermare. Vedere Ryan era stato strano, si era sentito come se fosse stato stregato. Ed era accaduto troppo velocemente, Ryan, l’allarme della polizia, l’offerta di Colin di lasciarlo rimanere più a lungo…perché lo aveva fatto? Lui si sentiva come se avesse deluso Colin dicendogli che conosceva Ryan. Poteva immaginare benissimo, cosa Ryan avesse fatto per arrivare a trovarlo lì – lui gli aveva appena parlato di quell’uomo che lavorava in una falegnameria e viveva nei dintorni- e doveva essergli grato, ma in qualche modo si sentiva uno strazio, dato che Ryan aveva pensato che lui fosse lì solo per essere carino con un cliente. Colin non era un cliente per lui, non lo sarebbe mai stato. Lui era davvero diverso da tu tutti gli altri, e Jared avrebbe preferito rompersi le dita piuttosto che prendere dei soldi da lui.
“Se n’è andato?”
“Mi dispiace.” Disse Jared.
Colin dopo quelle scuse inutili si strinse nelle spalle e con noncuranza andò a prendere del latte dal frigo.
Jared sentì un brivido attraversargli la schiena per l’improvvisa freddezza di Colin. Forse era arrabbiato perché aveva parlato di lui a qualcuno. Ma non era per tale ragione, come ebbe modo di scoprire qualche secondo più tardi.
“Dovresti andare alla polizia, invece di nasconderti qui” disse Colin che era ancora davanti al frigo aperto.
Perfetto. Aveva sentito cosa gli aveva detto Ryan.
“Non posso.” Rispose Jared sommessamente.
Colin scuotendo la testa in segno di dissenso, fece qualche passo avanti verso di lui. “No, tu non vuoi.”
“Tu non hai idea” disse Jared, con gli occhi fissi sul pavimento.
La voce di Colin era ostile e calcolatrice. “So che uno di voi è morto, e che sei stato solo fortunato a non essere tu! Li hai visti, Jared, potresti descriverli e aiutare a porre fine a questa brutta storia. Non pensi che loro lo faranno ancora?”
Jared si sentì spiazzato, sapeva esattamente come una visita alla stazione di polizia sarebbe andata a finire e non sarebbe mai andato lì di nuovo.
“Hai dimenticato qualcosa” Jared disse soltanto, con altrettanta freddezza nel tono “io non sono come te.”
“Non importa.”
“No?” Jared scoppiò a ridere così forte, agitando così tanto la testa che Colin non poté fare altro che stare a fissarlo. Quando smise di ridere, tornò con la testa rivolta verso il basso con il volto ricoperto dai capelli. Poi indietreggiò ed il cuore di Colin perse un battito quando vide qualche lacrima solitaria scivolare fuori dai suoi occhi.
“Non è mai accaduto.”
Colin aggrottò la fronte, ‘di che cazzo stava parlando?’
“Non sono mai stato violentato.”
“Ma che cazzo…?!” Colin urlò, pronto a scuoterlo, ma si fermò quando più lacrime caddero per terra. Jared stava ridendo mentre paradossalmente piangeva “sono caduto dalle scale dopo aver lasciato un cliente o ero troppo fatto per sapere qualcosa a riguardo, potrei anche essere stato picchiato dal mio ‘capo’…puoi scegliere.”
Colin lo guardò appena, mordendosi le labbra così forte da farle sbiancare. Non riusciva nemmeno a deglutire.
“Tu non li conosci, io sono soltanto merda delle strade, perciò non vale la pena perdere ore di lavoro con me…che è poi quello che mi hanno detto l’ultima volta. E tu vuoi che io vada lì an…?” la sua voce si spezzò e si asciugò disperatamente gli occhi per fermare quelle maledette lacrime. Quella sensazione di inutilità lo scosse violentemente e lo fece singhiozzare come un bambino. Si odiava per essere così debole!
Quando quel tizio lo aveva violentato ed era andato alla polizia, loro gli diedero diverse versioni su come potevano essere andati i fatti; lui era una puttana, si sdraiava soltanto, non era il capo di un complesso internazionale di banche. Lo avevano così bloccato in cella per due settimane, perché aveva mentito, a causa sicuramente di un abuso di droghe. Dopo quelle settimane, Jared aveva dormito solo con tre uomini, giusto per raccogliere i soldi necessari per comprare l’ultima dose della sua vita; beh, non aveva funzionato ma almeno si era fatto un bel viaggio.
Jared cercò di allontanarsi quando Colin lo abbracciò, ma la sua presa era troppo stretta. Entrambi stettero seduti sul pavimento per un po’ di tempo, senza muoversi, e senza parlare. Il regolare battito cardiaco di Colin calmò Jared, ed il caldo respiro contro la sua gola lo fece rabbrividire. Respirò il suo profumo e nascose la testa sul petto di Colin, e non gli importò nulla su come quel gesto potesse sembrare. Colin lo stava tenendo, per sedare la sua agitazione e lo stava accarezzando lungo la schiena, stringendolo forte tra le braccia. Ignorando il calore che si stava diffondendo lentamente nel suo stomaco, tirò Jared più vicino e gli diede un bacio sulla fronte, scompigliandoli un po’ i capelli con dolcezza.
“Ti porto a letto ora, baby” sussurrò e si alzò in piedi sollevando delicatamente anche Jared. Lo portò così lentamente in camera da letto.
Sollevò la coperta e Jared si sedette sul letto, si stese, si rannicchiò e si lasciò coprire da Colin. Chiuse gli occhi, e sembrò che stesse per addormentarsi, ma quando Colin stette per lasciarlo, Jared afferrò il suo polso e lo mise vicino al suo viso, così che l’uomo poté sentire il suo lieve respiro. Jared dopo si addormentò veramente, e Colin sorrise, perché il ragazzo non avrebbe lasciato la sua mano tanto in fretta e lui non avrebbe potuto sfilargliela con forza.
Sospirando, si sedette senza far rumore e lo guardò, accarezzandogli i capelli con la mano libera. Era esausto e ferito ed il sonno era la cosa migliore per lui a quel punto. Colin sapeva che gli avrebbe permesso di rimanere per tutto il tempo che avesse voluto, e ‘fanculo tutti gli altri che erano là fuori, non erano affari suoi’. Di Jared invece gli importava, e lui era al sicuro nel suo appartamento e nel suo letto. La polizia, Wolf, i clienti, nessuno gli avrebbe fatto del male.






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ireneri
view post Posted on 18/4/2013, 16:53




ahhh QUESTO è il capitolo della svolta decisamente! E' tra l'altro scritto molto meglio degli altri, il fatto che sia una traduzione quasi non si nota...bravissima! Che teneri loro due, ora dopo aver ritardato con qsto capitolo massimizza i tempi che aspettiamo impazienti e voraci :D
 
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ralertine
view post Posted on 18/4/2013, 18:19




Il racconto di Jared alla stazione di polizia è straziante.Quanto dolore deve avere dentro di sè, mi fa tanto pena! Aspetto anch'io con ansia il prossimo capitolo, perchè se non ricordo male...... :wub:
Ciao a prestissimo e grazie ancora.
 
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ireneri
view post Posted on 18/4/2013, 22:20




se non ricordi male?!?! aggiornamneto arriva prestooooo (fa quasi rima! :)
 
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ralertine
view post Posted on 19/4/2013, 13:00




Scusami ireneri, ma mi sono ricordata male! Comunque sta tranquilla, anche il prossimo capitolo è bellissimo, veramente d'ora in poi saranno tutti uno più bello dell'altro. Scusami ancora ma sai, l'età che avanza....
Basta non spoilererò più ed i miei offuscati ricordi li terrò per me, se no, addio sorpresa!
Scusate ancora :sick:
 
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walkonthemoon
view post Posted on 19/4/2013, 21:29




care, per sciogliere ogni dubbio vi anticipo che effettivamente il prossimo capitolo non è quello della 'svolta' ;)
Tuttavia la tensione emotiva cresce ancora, l'atmosfera inizia a scaldarsi, e...perciò tenetevi pronte!
 
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5 replies since 18/4/2013, 14:29   192 views
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