CITY LIGHTS - Capitolo 13

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walkonthemoon
view post Posted on 1/11/2013, 17:59




Seppur con fatica...ecco pubblicato il nuovo capitolo ;)


CITY LIGHTS

Capitolo 13




Bene. Lui non era ancora arrivato.
Era mercoledì sera, e Colin aveva appena parcheggiato e si stava dirigendo verso casa proprio in quel momento. Aveva comprato un pensierino per Andrea e Peter, ed in realtà aveva preso anche qualcosa per Jared. Era stato davvero strano comprarlo, ma Colin si rassicurò, pensando che era stato un gesto più utile che carino – così non gli sarebbe sembrato come un vero regalo. Eppure si rendeva conto di quanto questa cosa risuonasse in maniera stupida, ma comunque si rifiutò di ripensarci.
Gli ultimi due giorni, non erano stati poi così strani, come aveva precedentemente pensato. Jared non era venuto nel suo letto…ma non era questo il punto. Lui non voleva certo scopare tutto il santo giorno, ma indubbiamente era divenuto più forte il desiderio, la voglia di capire, conoscere alcune parti di Jared. Chissà, forse avrebbe trovato il modo per parlargli.
Cristo, a volte poteva essere davvero un curiosissimo bastardo! In realtà non erano affari suoi. Solo perché aveva raccontato a Jared la sua vita passata, non significava necessariamente che lui avesse dovuto fare lo stesso. Inoltre non era nemmeno sicuro dei suoi sentimenti, e per quale motivo avrebbe dovuto aspettarsi che Jared si fidasse di lui a tal punto da confidarsi?
D’altra parte però, Jared si era mostrato molto interessato alla pratica del bacio. Non c’era molto vicinanza tra di loro, tuttavia Jared non si era più irrigidito e non l’aveva respinto, ed in effetti baciarsi continuava ad essere veramente piacevole. Qualche volta era Jared stesso ad andare da lui in punta di piedi per baciarlo dolcemente sulle labbra, sorprendendolo. Una volta gli aveva detto ‘ Pensavo che non baciassi sulle labbra’. E Jared dopo aver riso, lo baciò di nuovo e subito, prima di rispondere ‘ Io non sono Julia Roberts’.
Il loro rapporto così, lentamente si era trasformato. Certo, era diventato qualcosa di diverso da quello che si aspettava, e che restava comunque difficile da realizzare. Avevano iniziato qualcosa di simile ad una relazione, se in tal modo poteva esser definita, seppur percorrendo una via piuttosto inconsueta. Non la più veloce…non era la parola giusta per Colin. Ma sicuramente ‘ad alta velocità’ era una definizione più azzeccata.
Inoltre, si trattava di qualcosa che risultava allo stesso tempo scioccante per Colin, incredibile. La sua mente era intenzionata ad intraprendere la conoscenza dell’altro, e lui non stava assolutamente cercando di cambiare direzione. No, quello che veramente voleva, era infatti conoscere meglio Jared, il suo stile di vita.

“Ho preso un pacco dal postino a tuo nome” fu la prima cosa che Colin sentì quando entrò in camera “Lui ha detto che era inutile lasciarlo recapitare all’ufficio postale”.
Jared sembrava come se fosse spaventato, in qualche modo, dalla possibile reazione di Colin, come se potesse rimproverarlo. Colin sospirò ‘ma che diavolo stava pensando Jared su di lui? Forse niente di tutto ciò, forse credeva che lo stesse usando…’
“Bene, grazie” rispose e mise il pacco sul bancone.
“Ti potrebbe piacere un coupon per un ristorante rinomato per l’anniversario del tuo matrimonio?
“Uhm…non sono mai stato sposato, ma, sì, mi piacerebbe!”
“Fantastico” replicò Colin mentre andava verso il bagno. “Allora farò una doccia, mentre tu guardi questo” disse indicando il secondo pacchetto.
Colin voleva svanire dietro la porta, ma fu bloccato dall’espressione di Jared, che sembrava un po’ sconvolto.
“Non esploderà, non ti preoccupare”
Così Jared si diresse verso il bancone ed iniziò ad aprirlo, mostrandolo in direzione di Colin, per assicurarsi di aver capito quello che aveva detto. Roteando gli occhi per l’eccitazione, aspettò pazientemente finché Jared non rimosse la borsa della confezione ed aggrottò la fronte.
“Una camicia?” chiese confuso. Non era assolutamente necessario fargli dei regali. Qualsiasi altro uomo che lo aveva fatto, lo faceva non perché interessato a lui, ma al suo corpo, e lui lo sapeva benissimo. I regali fatti alle puttane servivano per ottenere varie cose, soprattutto quelli giusti, come per esempio, quello di cui tutte avevano bisogno, ossia la ‘polverina bianca nei piccoli sacchetti’.
Ma questa volta, si trattava di una camicia, e mai nessuno gli aveva regalato dei vestiti- almeno non quelli per uso quotidiano; quelli che aveva ricevuto andavano bene solo per soddisfare esigenze dei clienti che amavano la pelle.
“Ti andrà meglio delle mie, non credi?” spiegò Colin , grattandosi il mento. Suonava davvero così stupido, o risuonava così solo nella sua testa?
Ricevere regali significava ricambiare con qualcos’altro…questo è quello che gli avevano insegnato tutti, nessuno dava senza volere. Quindi, in quale altro modo era possibile ringraziare Colin per quel pensiero così carino, se non con il suo corpo? Allora mise la camicia da parte, e lentamente si mosse verso Colin, che stava ancora in piedi sull’uscio della porta e lo guardava.
“Grazie” disse sorridendo, prima di avvicinarsi per baciarlo. Le sue mani iniziarono a vagare sull’addome di Colin fino a scendere in basso fino ai jeans. Iniziò così ad aprire la cinta, allentandola sui fianchi, lasciando scivolare la sua mano sotto il cotone dell’intimo. In quel momento, Colin afferrò entrambi i polsi di Jared, allontanandoli da sé.
Jared puntò lo sguardo verso di lui, mentre sembrava non capire il motivo del disaccordo di Colin.
“Non devi pagare per questo. E specialmente, non con il sesso” Colin spiegò seriamente, liberandolo dalla sua presa, ed indietreggiando di qualche passo. Era davvero incazzato.
“No” si limitò a rispondere, guardandolo come un cervo ferito.
Poi Colin sospirando, scrollò le spalle e lo accarezzò su una guancia dolcemente.
“No, non farlo. Non guardarmi come se avessi appena preso a schiaffi la tua faccia”
Jared annuì, appoggiandosi al suo tocco per un po’, quel tanto che bastava per assicurarsi che stesse bene e che Colin sarebbe andato a fare una doccia subito dopo.
“Pronto per uscire tra mezz’ora?” chiese Colin mentre si dirigeva verso il bagno; e sorrise quando vide Jared andare in camera da letto per cambiarsi. Forse, avrebbero dovuto portare anche un bollitore di tè con loro, pensò.
Ci vollero trenta minuti di metropolitana per arrivare a casa di Peter. L’auto di Colin si era rifiutata di partire, così dovettero scegliere quell’alternativa per andare alla festa.
Jared indossava la camicia e questa volta i suoi reni erano veramente coperti, il che era quasi impossibile, considerati i jeans dal taglio bassissimo che a lui sembravano piacere tanto.
Jared ad un certo punto, iniziò a sentirsi nervoso per quella cosa della festa. Perché diavolo gli aveva detto di sì? Si era comportato proprio come uno stupido per aver pensato che in qualche modo sarebbe riuscito ad adattarsi alla vita di Colin. Ma era così strano cercare di assomigliare alla gente normale, fare ciò che le persone normali facevano? Qualche volta anche lui aveva desiderato quella vita, ma poi pensando a come sarebbe stato optare per quella via, si era convinto che la vita che stava conducendo allora, restava comunque la migliore.
Mentre ora, stava andando con Colin ad un anniversario di matrimonio, stava per incontrare l’atra vita.
Colin camminava accanto a lui, senza però sfiorarlo. Lui avrebbe preferito stare a casa, a guardare un film o altro. Non perché non gli piacessero Peter e Andrea,assolutamente no, dato che erano rimasti cari amici di famiglia, anche dopo il loro trasferimento da Dublino. Si trattava semplicemente di voler assecondare quella sensazione, sentimento di voler stare solo con Jared, e voleva per questo sbattere la testa contro un muro, pur di far svanire quella voglia.
Quando arrivarono alla casa, si mise un sorriso sulla faccia, e bussò. Guardò Jared e lo vide mordersi le labbra e aggrottare la fronte.
“ Loro non mordono.”
Jared annuì, e spostò la vista verso la porta quando aprì un’anziana signora di una sessantina d’anni, che gli accolse con un sorriso splendido. Indossava un lungo abito rosso scuro, con i suoi capelli grigi ancora ricci sciolti, ed al collo una piccola ghirlanda.
“Rascal!” disse ridendo, e abbracciò forte Colin prima di farli entrare in casa.
Lo baciò su entrambe le guance, finché poi la sua attenzione si concentrò sull’uomo più piccolo che si trovava dietro Colin.
Colin si voltò, sfregandosi le guance per far andare via le tracce di rossetto.
“Lui è Jared. Non poteva perdersi una festa del genere. Così l’ho portato!” confermò sorridendo ad entrambi.
Dopo un breve momento d’imbarazzante silenzio, Andrea sembrò comprendere la situazione, ed abbracciò con gioia anche Jared, che nel frattempo stringeva i denti per non cercare di fuggire.
“Piacere di conoscerti, dolcezza. Posso offrirvi qualcosa da bere?”
“Dello zucchero con un po’ di tè andrebbe benissimo” disse Colin con un enorme sorriso stampato sulla faccia, guadagnandosi, così, una linguaccia da parte di Jared. Andrea guardò i due ragazzi da un lato all’altro, e sospirò con gioia prima di voltarsi e agitare le mani, facendo segno ad entrambi di entrare nel grande soggiorno. C’erano una cinquantina di persone, giovani e anziani, ed alcuni di loro formavano una piccola band, che suonava musica irlandese tradizionale.
C’era un gran casino, il pavimento era appiccicoso, ed era pieno di bottiglie di birra e sigarette ovunque.
Colin amava queste serate, dove poteva fingere di essere in uno dei pub irlandesi, che qualche volta gli mancavano, perché gli ricordavano casa, Dublino. Tutti i dannati bar di quel paese, non erano per niente simili ai pub. A quel punto, dovette ammettere che la festa stava iniziando a piacergli, e che tuttavia anche Jared non sembrava così infelice. Infatti il ragazzo sembrava divertito e affascinato; probabilmente non era mai stato a qualcosa del genere prima di quella sera. Era proprio come una grande famiglia, e tutti si stavano divertendo, non pensando al domani. Era davvero bello, e Jared voleva cercare di fare lo stesso, voleva stare bene quella sera e pensare poi il giorno dopo.
Entrambi erano in piedi vicino l’ingresso del salotto, un po’ persi.
“Dimmi quando vuoi andare via…” sussurrò Colin vicino al suo orecchio. Jared annuì puntualmente, ma solo una volta. Sicuramente non aveva ancora voglia di andarsene .
“Ehi Col!” disse un uomo, facendosi strada tra la gente per avvicinarsi a loro.
Colin sorrise dolcemente, ed alzò gli occhi in direzione di Jared.
“Adrian” rispose Colin all’uomo, dandogli una pacca sulla spalla quando gli porse una birra, ignorando Jared.
“Uomo, non ti vediamo da due mesi. Che cosa hai combinato?”
“Due tavoli e un armadio” disse Colin facendogli ridere a squarciagola entrambi.
“A proposito, lui è Jared.” Indietreggiò di un passo, presentando i due uomini l’uno all’altro. Adrian aggrottò la fronte per un secondo, ma allungò la mano.
“Adrian è il figlio testardo di Andrea e Peter. Così, noi ci conosciamo da un bel po’” spiegò Colin a Jared che non sembrava molto contento della reazione di Adrian.
“Indovina chi c’è?” aggiunse poi l’uomo. “Richard. E lo sai che devi avvicinarti tu a lui, dato che è molto impegnato…”
Colin non poté protestare quando Adrian lo trascinò attraverso la folla, lontano da Jared, al quale non poté rivolgersi se non con un’alzata di spalle ed un ‘mi dispiace’ che si leggeva sulle sue labbra.
Alzando un sopracciglio, Jared sospirò. Bene, ora era solo. E non conosceva nessuno. Sarebbe stato meglio, così, cercare un angolino tranquillo dove sedersi e guardare tutta quella gente felice.
Aveva trovato una piccola sedia tra il divano e il camino e stava guardando un ballo irlandese. Nessuno sembrava particolarmente interessato a lui, e perciò stava bene. Non si trattava di una festa come quelle che lui conosceva, non c’erano vecchi uomini ubriachi che cercavano disperatamente di toccare e spogliare ballerini e camerieri. Nessuno infilava soldi nei suoi jeans per far sapere per quanto tempo avrebbe voluto rivendicare il suo corpo.
L’atmosfera di quella stanza era leggera. Le persone ballavano allegre e vivaci.
“Ecco, ragazzo” .
Si voltò per guardare Andrea in piedi accanto a lui, con una tazza tra le mani.
“Ti ho portato il tè.”
Jared sorridendo un po’ imbarazzato, prese la tazza e la ringraziò.
“Non essere arrabbiato con lui, tornerà. Solo che non vede molti dei suoi compagni da parecchio” gli disse sedendosi accanto a lui, sul divano.
Jared scuotendo la testa, cercò di fermare l’urgenza che aveva di mordersi le unghie. Perché diavolo era così nervoso?
“Ti va di raccontarmi come lo hai conosciuto? E da quanto tempo vi conoscete? L’ultima volta che ci siamo visti, lui non mi aveva parlato di...tutto ciò” disse avvicinandosi, per rendere la conversazione un po’ più privata. Andrea aveva proprio bisogno di sedersi e chiacchierare, senza ospiti che le chiedevano di ballare o qualsiasi altra cosa, lei non era più giovane come una volta.
Jared era ancora silenzioso. Cosa avrebbe dovuto raccontarle? Colin mi ha investito e mi ha portato a casa, ma poi ha scoperto che sono una puttana e mi ha buttato di nuovo fuori. Oh, e dopo sono stato stuprato e Colin si è preso cura di me…
“ Lo conosco per…lavoro.” Beh, tuttavia non era una grossa bugia.
“Così lavorate nello stesso ramo di servizi?
Jared aprì la bocca e si leccò le labbra “In un certo senso, sì” sorrise sospirando.
Aveva davvero bisogno di cambiare discorso.
“Stavo quasi dimenticando la cosa più importante” disse porgendo una mano ad Andrea “Congratulazioni.”
Con un sorriso luminoso Andrea guardò il marito che stava ballando con sua sorella.
“Lui è un goffo bastardo, e mi chiedo come ci sia riuscita in questi venticinque anni”. Jared inarcò un sopracciglio…sembrava che tutti gli irlandesi usassero quella ‘lingua straordinaria’ quando parlavano dei membri della famiglia.
“No, non fraintendermi, io lo amo. Lui è tutto quello di cui ho bisogno per essere felice” la sua voce divenne più emozionata e prese una delle mani di Jared tra le sue.
“Colin è una persona meravigliosa e forte, credimi. Si può prendere cura di te, e non preoccuparti quando lui sembra freddo nei tuoi confronti, si riscalderà e tu potrai vedere il suo lato più profondo.”
“Il mio lato più profondo è più cattivo di quello che conosci già, An”. Colin le si avvicinò con una nuova bottiglia di birra, e la baciò sulla guancia teneramente. Immaginò che fosse arrivato giusto in tempo, dato che Jared stava iniziando a diventare pallido.
“Oh, Rascal, sei così idiota”
“Lo so” replicò Colin tirandola su e tra le sue braccia per un piccolo abbraccio, prima di spingerla in direzione di Peter, dandole una leggera pacca sulla schiena.
“Non farmi sentire come una scolaretta di nuovo” lei protestò.
Colin quindi mise su un ghigno diabolico aggiungendo “Non dimenticare la divisa allora”.
Spalancò gli occhi per un momento, ma poi si voltò senza una risposta ed andò verso il marito.
“Io spero…non ho ancora scoperto il loro segreto” pensò ad alta voce Colin, sedendosi sul divano.
“Hai avuto il tuo tè? Mi dispiace molto di esser fuggito via ”
“Nessun problema, Andrea è stata davvero gentile con me” disse Jared, guardando Peter ed Andrea che ballavano nella loro direzione.
“Credo di sapere cosa lei abbia in mente. Spero ti piacciano le danze irlandesi”
“Perché?”
A rispondere alla domanda fu la cara signora che si fermò davanti ai due uomini ed allungò la mano per Jared. Peter baciò sua moglie sulla guancia e riprese fiato accarezzando la testa di Colin.
“Andiamo ragazzo” disse Andrea.
Jared scosse la testa .
“No.”
“Dai, non fare la femminuccia ed alza il culo.”
Jared non riuscì a rifiutare quando Andrea lo afferrò per i polsi e lo tirò verso la pista da ballo. Guardando indietro verso Colin impotente, fu costretto a ballare con la donna che sembrava si stesse divertendo davvero tanto a quel gioco. Colin non poté trattenersi dal ridere, Jared si stava divertendo...più o meno.
Richard cadde tra i cuscini accanto a lui e gli sorrise esausto. Aveva appena finito di danzare con la sua fidanzata. “Peter è cotto per stasera” disse ridendo, guardando l’anziano uomo che tentava di trovare la via e il modo per giungere alla toilette. Richard era il fratello maggiore di Peter, ma a Colin non era mai piaciuto tanto, e non si spiegava nemmeno il perché.
“Al tuo ragazzo sembra piacere l’Irlanda”
Sì, forse era per il modo di parlare di Richard. Colin poteva essere nello stato d’animo di commettere suicidio e Richard poteva addirittura riuscire a farlo sentire peggio.
“Sai, mi stavo chiedendo dove l’avessi già visto”.
“Ah.” Rispose semplicemente Colin stringendo la presa intorno alla sua bottiglia di birra.
Richard si avvicinò e continuò a guardare Jared che ballava, leggermente divertito.
“Lui sembra come uno di loro, sai, quelli che lavorano per strada. E so di cosa sto parlando. Noi li abbiamo alla stazione di polizia quasi tutti i giorni, e sono sempre tutti uguali, che siano qui o a New Haven.” Detto ciò, l’uomo non riuscì a nascondere il suo sorriso.
“Così, cosa sta facendo?”
Era un ufficiale di polizia di New Haven ed era lì solo per la festa, e credeva di essere meglio degli altri perché lottava contro il male…Colin così sarebbe stato attento a non dire qualcosa di sbagliato sulla ‘ bontà e la giustizia della polizia’.
“Questi non sono affari tuoi” rispose con tutta la calma che poteva.
Richard inarcò un sopracciglio, stranito “Dovrei preoccuparmi?”
“Sicuramente, se non chiudi quella boccaccia!” sibilò Colin a denti stretti.
“Tu non sai nulla di lui!”
Dopo ciò si alzò ed andò a prendere Jared. Non voleva più starlo a sentire.
“Cosa, cosa, no… ‘hai frainteso’ o ‘fa un lavoro onesto?” aggiunse Richard ridendo con tono beffardo.
Colin si voltò con gli occhi neri dalla rabbia . “Fottiti” disse con voce tremante, facendo indietreggiare l’uomo.
“Ehi, stavo solo scherzando, non c’è bisogno di essere aggressivo”
Ma Colin non lo ascoltava più, e stava cercando di ammorbidire i suoi tratti mentre si dirigeva sulla via della coppia che ballava.
Con un dolce sorriso toccò una spalla di Andrea “Mi dispiace, ma noi dobbiamo andare ora…sveglia presto domani mattina” disse.
Andrea guardò delusa sia Colin che Jared, che in realtà era confuso quanto lei.
“Ora?Ma non avete ancora…”
“Mi dispiace”.
Colin sapeva di aver ferito Andrea, ma aveva bisogno di uscire da quella casa e andare via da tutta quella gente.
“Comunque è stato bello rivederti e non osare star lontano per così tanto tempo di nuovo”.
Andrea poi li baciò ed abbracciò entrambi, e uscirono fuori.
“Non svegliare i vicini e non lasciare Peter ad aspettare stasera” disse Colin sorridendo, e prese Jared per un polso dopo che si era infilato il cappotto. La donna continuò ad agitare la mano per salutare, e rimase fuori finché i due non scomparvero dietro la fila successiva di case.
 
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ralertine
view post Posted on 6/11/2013, 08:12




Bentornata! Sono proprio felice che tu abbia cambiato idea ed abbia deciso di continuare la storia. Prenditi i tuoi tempi, io sono una tipa molto paziente ed in questo caso la storia ne vale proprio la pena. Un saluto e a presto.
 
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ireneri
view post Posted on 7/11/2013, 14:49




Bravissima! Sono ansiosa di capire cosa succederà ora, ma davvero, prenditi i tuoi tempi! Nemmeno speravo uscisse il 13esimo capitolo così velocemente. Grazie mille!
 
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2 replies since 1/11/2013, 17:59   152 views
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